La FELICITA’ è un Diritto primario ed inalienabile?

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Internazionale della Felicità il 20 marzo di ogni anno per promuovere il benessere e la felicità come obiettivi universali e fondamentali dell’umanità. La Giornata Internazionale della Felicità è stata istituita per la prima volta nel 2012, e da allora viene celebrata in tutto il mondo ogni anno. L’idea è di sensibilizzare le persone su come la felicità possa influenzare positivamente la vita delle persone e promuovere azioni concrete per migliorare il benessere individuale e collettivo.

Promuovere la felicità e il benessere può essere anche un modo per mobilitare le persone e le comunità per affrontare le sfide sociali ed economiche. Soprattutto quando la disuguaglianza economica e sociale e il divario tra i ricchi e i poveri diventa drammatico. In tali situazioni, le persone più povere potrebbero non avere accesso alle risorse e alle opportunità necessarie per soddisfare i propri bisogni e perseguire i propri obiettivi, il che potrebbe influire sulla loro felicità e sul loro benessere. Inoltre, il divario tra ricchi e poveri potrebbe portare a problemi di discriminazione e marginalizzazione, il che potrebbe ulteriormente influire sulla felicità e sul benessere delle persone. Tuttavia, nonostante queste sfide, promuovere la felicità e il benessere potrebbe essere ancora importante in tali contesti. Ci sono molte attività che le persone possono fare per migliorare il proprio benessere, indipendentemente dalla situazione economica o sociale in cui si trovano. Ad esempio, attività come la meditazione, l’esercizio fisico e il supporto sociale possono aiutare le persone a migliorare il proprio stato emotivo e il benessere mentale.

Inoltre, promuovere la felicità e il benessere può essere anche un modo per mobilitare le persone e le comunità per affrontare le sfide sociali ed economiche. Ad esempio, molte organizzazioni e iniziative di base che si occupano di questioni sociali utilizzano l’approccio del “benessere collettivo” per promuovere la partecipazione e il coinvolgimento delle persone nelle loro comunità, il che potrebbe aiutare a creare un senso di solidarietà e di collaborazione tra le persone.

L’Indice di Felicità tra le Nazioni, noto anche come World Happiness Report, è un rapporto annuale che classifica i paesi del mondo in base al livello di felicità dei loro cittadini. Questo indice viene calcolato utilizzando una serie di indicatori, tra cui il reddito, la speranza di vita, il sostegno sociale, la libertà di scegliere e prendere decisioni, la generosità e la percezione di corruzione.

Secondo l’ultimo rapporto del 2022, i primi 10 paesi più felici del mondo sono:

  1. Finlandia
  2. Danimarca
  3. Islanda
  4. Svizzera
  5. Paesi Bassi
  6. Lussemburgo
  7. Svezia
  8. Norvegia
  9. Israele
  10. Nuova Zelanda

Tra i paesi del G7, la Germania è al 14°, il Canada al 15°, gli Stati Uniti al 16° posto, la Gran Bretagna al 17°, la Francia al 20°, l’Italia al 31°e il Giappone al 54°.

Tra le nazioni con più popolazione al mondo vediamo in Asia la Cina al 82°, l’Indonesia al 87°, l’India al 136°; e nel continente africano la Nigeria è al 118°.

Tra i paesi del BRICS oltre la Cina e l’India citati, vediamo il Sud Africa al 91°, il Brasile al 31° e la Russia all’80°.

Tra le nazioni del Centro-Sud America domina il Costa Rica al 23° posto, seguito da Uruguay al 30° (un posto prima dell’Italia), e Panama al 37°, il Venezuela invece è al 108° posto.

In Medio Oriente sono vicini Bahrain al 21°, Emirati Arabi al 24° e Arabia Saudita al 25°, mentre il Libano è penultima al 145° posto prima della martoriata Afghanistan al 146°.

Dunque, non è scontato che le nazioni cosiddette più ricche per PIL siano favorite nel perseguimento della Felicità. Piuttosto, è interessante notare che molti dei paesi più felici sono anche quelli con i maggiori livelli di equità e giustizia sociale, come la Finlandia e la Danimarca, dove l’uguaglianza e il sostegno sociale sono considerati una priorità nazionale.


Nel 2016, gli Emirati Arabi Uniti hanno creato il Ministero di Stato per la Felicità e il Benessere, diventando il primo paese al mondo a istituire un ministero dedicato alla felicità. L’obiettivo principale del ministero è quello di promuovere la felicità e il benessere nella società degli Emirati Arabi Uniti attraverso politiche e programmi specifici. Il Ministero ha anche sviluppato il “National Happiness and Positivity Program” per aumentare la felicità e la positività tra i cittadini e i residenti degli Emirati Arabi Uniti. Questo programma ha una serie di obiettivi, tra cui migliorare la qualità della vita, promuovere l’armonia e la coesione sociale, e sviluppare una cultura di felicità e positività nella società. Questo ministero è retto da un Ministro che siede nel gabinetto di governo, che sovrintende ai piani, ai programmi e alle politiche degli Emirati Arabi Uniti per realizzare una società più felice.  
La responsabilità di questo ufficio è di “allineare e guidare la politica del governo per creare benessere e soddisfazione sociale” Al suo insediamento, il Ministro di Stato per la Felicità degli Emirati Arabi ha annunciato pubblicamente la selezione di 60 persone, in rappresentanza di enti del governo federale e locale, come costituenti la task force del masterplan del programma nazionale felicità e positività. Per apprendere le conoscenze e sviluppare le competenze necessarie per realizzare gli obiettivi di questo programma, i candidati selezionati frequentano il Greater Good Science Center dell’Università della California, Berkeley e l’Oxford Mindfulness Center dell’Università di Oxford; queste due istituzioni sono solo alcune dei numerosi partner internazionali arruolati dal governo degli Emirati Arabi Uniti per garantire il successo del suo programma.

Il programma nazionale felicità e positività si compone di cinque pilastri fondamentali che sono:

la scienza della felicità e della positività,

la consapevolezza,

la guida di una nazione felice,

la felicità e le politiche nel lavoro del governo

e la misurazione della felicità


Un legame segna l’elaborazione della Costituzione Americana con Napoli: il concetto di Felicità

“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità”. ( da: Dichiarazione d’Indipendenza dei Costituenti Stati Uniti)

Il Diritto alla Felicità fu sancito per la prima volta nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti (ed implicitamente inserito nella sua Costituzione) che fu elaborato dai padri costituenti americani tra cui molti illuministi come Benjamin Franklin.

Gaetano Filangieri, filosofo e giurista napoletano del XVIII secolo, elaborò il concetto di “diritto alla felicità per tutti gli uomini”. Questo concetto è stato esposto nel suo lavoro principale “La Scienza della Legislazione”, pubblicato per la prima volta nel 1780, in cui Filangieri sviluppa un’analisi critica delle istituzioni politiche e sociali del suo tempo e propone una serie di riforme.

Nella sua opera, Filangieri afferma che il diritto alla felicità è un diritto naturale e inalienabile di tutti gli uomini, ed è strettamente legato alla libertà, alla proprietà e alla sicurezza personale. Secondo Filangieri, la felicità è il fine ultimo dell’uomo e dello Stato, e quindi il ruolo principale del governo dovrebbe essere quello di creare le condizioni necessarie per il conseguimento della felicità individuale e collettiva.

Il concetto di “diritto alla felicità” è stato poi ripreso e sviluppato nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, redatta pochi anni dopo la pubblicazione de “La Scienza della Legislazione”. Nella dichiarazione, gli autori affermano che “tutti gli uomini sono creati uguali, dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, tra cui la vita, la libertà e il perseguimento della felicità” Sembra infatti che Franklin ebbe ispirazione nel pensiero filosofico politico di Filangieri per il suo contributo alla stesura sia della Dichiarazione d’Indipendenza  che della Costituzione americana.  L’emergere della protezione legale per considerazioni di felicità, nonostante la sua omissione nella legge suprema del paese, dimostra il potere di questo diritto nella coscienza americana.

Tuttavia, sembra che sia i politici americani che quelli italiani non riescano a mettere definitivamente in atto, dopo quasi tre secoli, questi principi nonostante le “felici intuizioni” dei loro storici illuminati pensatori. Altrimenti non mi spiego come sia possibile che le nostre due nazioni non appaiono ai primi posti delle classifiche che riportano il livello di felicità dei loro concittadini.


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