Nella psicologia positiva il Flow o Stato di Flusso , colloquialmente noto “trovarsi nella zona di Esperienza ottimale”, è lo stato mentale in cui una persona che svolge un’attività creativa si trova completamente immersa in una sensazione di concentrazione energizzata, di pieno coinvolgimento e di divertimento nel processo dell’attività.
In sostanza, il fenomeno psicologico del Flusso è caratterizzato dal completo assorbimento in ciò che si fa e da una conseguente trasformazione del proprio senso del tempo.

Definito nel 1975 in questo modo da Mihály Csíkszentmihályi, capo del dipartimento di psicologia dell’Università di Chicago e del dipartimento di sociologia e antropologia del Lake Forest College, il fenomeno è stato ampiamente riconosciuto e studiato come uno stato mentale ricorrente in una varietà di campi artistici e creativi, è un concetto scientifico particolarmente noto nella terapia occupazionale, che oggi viene studiato anche allo scopo di elaborare nuovi metodi per la formazione e l’educazione basati sul concetto di apprendistato cognitivo.
Tuttavia questo concetto esiste da migliaia di anni sotto altri nomi: da secoli nelle filosofie e nelle religioni orientali è inteso come uno stato d’animo che in alcuni casi può essere associato a stati mentali di trance come ad esempio nella meditazione trascendentale.
In Occidente il Prof. Csíkszentmihályi descrive questo concetto nella scienze psicologiche come uno stato che assume caratteristiche simili all’Esperienza Ottimale come nel caso della Trance Agonistica. Nel suo lavoro, “Flow: The Psychology of Optimal experience”, Csíkszentmihályi delinea la sua teoria per la quale le persone sono più felici quando sono in uno stato di Flow, in uno stato di concentrazione o di assorbimento completo con l’attività e la situazione nella quale sono coinvolti. Lo stato del flusso condivide molte caratteristiche con l’ iperfocus, sebbene quest’altro simile fenomeno psichico non sia sempre descritto in chiave positiva. Altri concetti correlati al Flow includono trance, ipnosi, ipomania e consapevolezza del Sè.

Csikszentmihályi, ed anche altri ricercatori, iniziarono a fare studi sul Flusso osservando affascinati degli Artisti che si sembravano persi nel loro lavoro creativo. Alcuni Artisti in molti campi espressivi (in particolare pittori, ma anche musicisti) infatti, a volte sono così immersi nel loro lavoro da ignorare per lungo tempo il bisogno di cibo, acqua e persino il dormire. La teoria del Flusso è nata quando Csikszentmihályi ha cercato di comprendere il fenomeno con una ricerca sperimentale con questi artisti. Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso la ricerca sul Flow ha inziato ad impegnare i ricercatori sullo studio delle Esperienze ottimali in luoghi come le scuole o le università, oppure nel mondo degli affari, intuendo che lo stato di Flow si può attivare nelle persone anche in altri campi che non siano specificatamente quelli artistici, ma in tutti i momenti dove la Creatività degli Individui si attiva, pertanto lo studio del Flow rientra anche nelle ricerche nelle Scienza cognitive sotto la rubrica dell’attenzione senza sforzo. Lo stato di flusso è stato descritto da Csikszentmihályi come “esperienza ottimale” in quanto si arriva a un livello di alta gratificazione dall’esperienza. Il raggiungimento di questa esperienza è considerato personale e “dipende dalle capacità dell’individuo impegnandolo al punto tale da permettergli i livelli più elevati di prestazioni”. La capacità e il desiderio di superare le sfide per raggiungere i propri obiettivi finali (caratteristica di soggetti con alto indice di locus di controllo interno ) porta non solo a un’esperienza ottimale, ma anche a un senso di soddisfazione della vita in generale. In questo stato mentale ci si trova “ad essere completamente coinvolti in un’attività fine a se stessa in cui l’Ego cade, il Tempo vola, ogni azione, movimento o pensiero segue inevitabilmente quello precedente, come il suonare il jazz.”
Nella sua teoria Csikszentmihalyi ha classificato nove stati che intervengono nel raggiungere il Flow tra cui:
- Equilibrio nella sfida tra Abilità,
- Azione e Consapevolezza;
- Immediato ed inequivocabile feedback;
- Concentrazione sul compito che si sta facendo;
- Paradosso di controllo;
- Trasformazione del tempo;
- Perdita della coscienza di Sé
- Esperienza Autotelica

Per raggiungere uno stato di Flusso, un “equilibrio deve essere raggiunto tra la “sfida del compito e l’abilità del performer. Se il compito è troppo facile o troppo difficile, il Flusso non si può verificare. Entrambi sia il livello di abilità che il livello di sfida ( le competenze richieste dalla situazione in cui ci si trova impegnati) devono corrispondere ed essere alti; se l’abilità e la sfida sono entrambi bassi insorge nel risultato l’Apatia.”

Uno stato che il prof. Csikszentmihalyi ha particolarmente indagato è quello della Personalità Autotelica. La Personalità Autotelica è quello stato in cui una persona compie atti perché l’azione , piuttosto che motivata da obiettivi esterni, si svolge perché è intrinsecamente gratificante cioè “parte essenziale di quegli stati di benessere fondati sulla consapevolezza superiore dell’uomo che si intuisce in rapporto fluido e quasi inesplicabile con un’autocoscienza in continuo divenire” Csikszentmihalyi descrive la Personalità Autotelica come un tratto psicologico proprio di Individui che possono imparare a godere di situazioni che nella maggior parte delle altre persone al contrario causerebbero stress ed infelicità.
La ricerca ha dimostrato che gli aspetti caratterizzanti della personalità connessi con la Personalità Autotelica includono Curiosità, Perseveranza ed Umiltà.
Negli anni 2000 il prof. Csíkszentmihályi ha iniziato ad indagare su una eventuale correlazione tra lo stato di Flow e il Metodo Montessori intuendo che principi e pratiche di questo metodo sembravano creare intenzionalmente opportunità ed esperienze di flusso continuo per i bambini. Csíkszentmihályi e lo psicologo Kevin Rathunde hanno intrapreso uno studio pluriennale sulle esperienze degli studenti in contesti Montessori e in contesti educativi tradizionali. La ricerca ha supportato le osservazioni secondo cui gli studenti hanno ottenuto esperienze di flusso più frequentemente in contesti che appilcavano il metodo Montessori.