Le filosofie orientali non solo influenzano le vite degli individui e le loro Comunità, ma anche i lavoratori e le loro Aziende.
Thomas Donaldson e Thomas Dunfee nel 1999 definiscono il concetto di Ipernorme nell’etica aziendale che si applica a principi così fondamentali che, per definizione, servono a valutare norme di ordine inferiore, arrivando alla radice di ciò che è etico per l’umanità.
“Le Ipernorme sono principi così fondamentali da costituire norme in base alle quali tutte le altre devono essere giudicate. Le ipernorme sono individuabili in una convergenza di pensiero religioso, politico e filosofico. Una norma autentica è quella che si genera all’interno del libero spazio morale di una comunità e che soddisfa i requisiti dei termini del contratto macrosociale. Le norme autentiche si basano sugli atteggiamenti e sui comportamenti dei membri delle loro comunità di origine. Una norma legittima è una norma autentica compatibile con le ipernorme”
Sebbene per alcuni l’idea dei cosiddetti valori asiatici può apparire sospetta su un certo numero di questioni, sulla base del concetto di Ipernorme, possiamo capire come la filosofia orientale può darci qualche insegnamento anche sull’etica aziendale, facendo riferimento alle specifiche idee di storici pensatori che sono influenti all’interno di molti paesi e tradizione asiatiche.
Possiamo imparare infatti alcune lezioni importanti riguardo al significato di fiducia, alla natura a lungo termine delle relazioni e all’etica che vanno ben oltre l’idea limitata dei diritti. In tutto l’Oriente, l’etica comportamentale deriva dagli autentici insegnamenti filosofici che influenzano i modi di pensare, che possono vietare o incoraggiare determinati comportamenti. Ad esempio il Confucianesimo, che ha origine in Cina e si espande soprattutto nel far-east asiatico, descrive in dettaglio i valori sociali, le istituzioni, i rituali, le virtù e gli ideali trascendentali. L’etica confuciana sviluppa i caratteri personali e le virtù della benevolenza, della correttezza rituale, della rettitudine, della saggezza e dell’integrità, questi insegnamenti si sovrappongono all’attività e alle relazioni commerciali.
In Giappone, con il Buddismo si assume che ogni singolo fenomeno abbia la propria anima, uno spirito, il numen, che si affilia con altri numen unici al mondo.
Dunfee ci dice che l’ambiente aziendale giapponese è “un ambiente in cui esistono norme definite, un ambiente normativo trascendentale che è supportato dal buddismo (Dunfee, 1961).
Il lavoro ha il suo nume in cui i giapponesi lo associano a una maggiore forza vitale, un riflesso dell’etica con cui comportarsi. Per un giapponese diventare un esperto in un campo spesso implica il raggiungimento di uno stadio divino, il Kami. Ciò è enfatizzato dal modo in cui i dipendenti giapponesi migliorano continuamente, attraverso il Kaizen, i loro prodotti, l’etica del lavoro e le decisioni per raggiungere la via del nume universale.
“L’esistenza (sonzai) umana (ningen) ha un duplice aspetto: individuale e sociale. Questi due aspetti sono inseparabili. Considerare l’esistenza umana solo dal punto di vista individualistico è solo fuorviante rispetto a considerare gli esseri umani soltanto come esseri umani.” (T.Watsuji)
Il filosofo morale Tetsuro Watsuji riflettendo sull’etica giapponese, considerava il rapporto equilibrato ma duale che un individuo ha con se stesso e con la società, confermando che questa etica è stata ottenuta principalmente dagli standard etici buddisti e dalle antiche concezioni culturali giapponesi. Watsuji sosteneva che la fiducia è costruita all’interno di un individuo, ningen sonzai, poiché è già stata stabilita attraverso le relazioni esistenti con le persone che lo incoraggiano ad agire in modo etico. Questa idea di fiducia tra le pratiche commerciali per mantenere la relazione tra i clienti si concretizza attraverso comportamenti quali l’utilizzo di condizioni di lavoro sicure e prodotti di qualità. Dunque il senso di verità di una persona viene promosso attraverso il suo comportamento aziendale nel suo agire in modo etico e veritiero, allineandosi con la matrice sociale. Individui non veritieri in un’impresa possono creare distorsioni tra lo spirito di gruppo: è necessaria un’apertura di tutti al senso comune di società.
Nel mio articolo introduco il lettore al concetto di Keiretsu che spiega il senso di appartenenza che dimostrano i lavoratori nei confronti delle loro Aziende e il senso di responsabilità che il consiglio di amministrazione ha nei confronti di tutta l’organizzazione.

Con il Kaizen, si spiega invece il perseguimento del miglioramento continuo.
Nel management aziendale questa è una strategia in cui i dipendenti di un’impresa a tutti i livelli lavorano insieme in modo proattivo per ottenere miglioramenti regolari e incrementali ai processi di produzione. In un certo senso, combina i talenti collettivi all’interno di un’Impresa per creare un potente motore di miglioramento.
Il Kaizen nella cultura organizzativa di un’impresa è in parte sia un piano d’azione che una filosofia.
Come piano d’azione,il Kaizen riguarda l’organizzazione di eventi incentrati sul miglioramento di aree specifiche all’interno dell’impresa. Questi eventi coinvolgono team di dipendenti a tutti i livelli, con un’enfasi particolarmente forte sul coinvolgimento dei dipendenti lungo tutta la filiera produttiva.
Come filosofia, il Kaizen riguarda la costruzione di una cultura in cui tutti i membri sono attivamente impegnati nel suggerire e nell’implementare miglioramenti all’azienda. Nelle Imprese Lean, diventa un modo naturale di pensare per tutti i suoi componenti.
Il Kaizen mira a trovare continui processi di miglioramento e d’innovazione dei processi creativi e produttivi che, sebbene standardizzati, possono anche diventare rapidamente obsoleti per il continuo progresso tecnologico. Ciò presuppone che affinchè il Kaizen si sviluppi tutti i membri di una impresa lean siano continuamente attivi nell’acquisizione di nuove conoscenze, un obiettivo perseguibile solo a patto che i membri siano disponibili ad un processo di formazione continua, questa è la consapevolezza che si acquisisce con la diffusione della filosofia Kaizen.
Un piano d’azione Kaizen, pensando al suo sviluppo con un approccio scientifico, si determina:
- Pianificando: sviluppare un’ipotesi
- Facendo: eseguire un esperimento
- Controllando: valutare i risultati
- Agendo: perfezionare l’esperimento ed avviare un nuovo ciclo
L’applicazione coerente del Kaizen come piano d’azione crea un enorme valore a lungo termine sviluppando la cultura necessaria per un miglioramento continuo ed efficace.
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