Nella vastità dell’universo digitale in cui ci muoviamo, ho osservato con interesse una discrepanza intrigante.
Da un lato, osservo ed ascolto amici e conoscenti, membri della mia rete relazionale offline, che si immergono in discussioni approfondite su argomenti sensibili, affrontando temi che spaziano dal covid ai vaccini, dalle questioni politiche all’incandescente conflitto tra Russia e Ucraina e le sue recondite cause. Queste conversazioni sono intrise di sfumature, opinioni divergenti e una fame genuina di comprensione.
D’altro canto, noto una dinamica diversa all’interno della mia rete relazionale virtuale, i social media.
Mentre la possibilità di esprimere opinioni e condividere pensieri sembra essere a portata di click, una riluttanza palpabile sembra circondare l’approccio online a tali argomenti sensibili
Come un velo digitale, questa riluttanza impedisce spesso alle conversazioni online di affrontare le stesse profondità e sfumature le quali invece impieghimo nella vita reale.
Emerge una domanda affascinante. Perché questa differenza?
La Spirale del Silenzio
La Spirale del Silenzio è una teoria che esplora il motivo per cui le persone tendono a rimanere in silenzio quando le loro opinioni sono in contrasto con quelle della maggioranza. Questo fenomeno è stato inizialmente proposto dalla politologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann nel 1974 ed è diventato ancora più rilevante nell’era dei social media.
La teoria della Spirale del Silenzio
Il nome di Elisabeth Noelle-Neumann è strettamente legato alla “spirale del silenzio” – una teoria che ha avuto risonanza ben oltre la comunità scientifica. Ancorata alla psicologia sociale, la teoria spiega come possono verificarsi influenze nell’opinione pubblica, specialmente nei dibattiti carichi di moralità ed emotiva. Forse perché le ipotesi di Noelle-Neumann sulle influenze sociali sul comportamento umano sono controverse e contraddicono le visioni ampiamente condivise dell’individuo razionale e autonomo, la spirale del silenzio è tra le teorie più citate e replicate nelle scienze sociali.
La teoria della spirale del silenzio può essere scomposta nelle seguenti ipotesi fondamentali:
- La maggior parte delle persone ha paura dell’isolamento sociale.
- Pertanto le persone osservano costantemente il comportamento degli altri per scoprire quali opinioni e comportamenti incontrano approvazione o rifiuto nella sfera pubblica.
- Le persone esercitano una “pressione isolante” su altre persone, ad esempio, accigliandosi o voltandosi dall’altra parte quando qualcuno dice o fa qualcosa che viene rifiutato dall’opinione pubblica.
- Le persone tendono a nascondere la propria opinione quando pensano che con la loro opinione si esporrebbero a una “pressione di isolamento”.
- Le persone che sentono il sostegno pubblico, al contrario, tendono ad esprimere la propria opinione in modo forte e chiaro.
- Le forti espressioni di opinione da un lato e il silenzio dall’altro mettono in moto la spirale del silenzio.
- Il processo è tipicamente innescato da problemi emotivamente e moralmente carichi.
- In caso di consenso su una questione in una determinata società, è improbabile che si metta in moto una spirale di silenzio. La spirale è solitamente suscitata da questioni controverse.
- Il numero effettivo dei sostenitori di un’opinione non è necessariamente determinante per il loro peso nella spirale del silenzio. L’opinione di una minoranza può effettivamente essere percepita come maggioritaria nella sfera pubblica se i suoi partigiani agiscono in modo sufficientemente assertivo e difendono pubblicamente la propria opinione con enfasi.
- I mass media possono avere un’influenza decisiva sulla formazione dell’opinione pubblica. Se i media ripetutamente (in modo “cumulativo”) e concordemente (in modo “consonante”) sostengono una parte in una controversia pubblica, questa parte avrà maggiori possibilità di finire il processo della spirale del silenzio come vincitrice.
- La paura e la minaccia dell’isolamento sociale operano nel subconscio: la maggior parte delle persone non pensa consapevolmente a come il proprio comportamento viene orientato dall’opinione pubblica.
- L’opinione pubblica è limitata nel tempo e nello spazio. Ovunque le persone vivano insieme in una società, l’opinione pubblica funzionerà come un meccanismo di controllo sociale. Tuttavia, ciò che specificamente l’opinione pubblica approva o rifiuta cambierà nel tempo e differirà da luogo a luogo.
- L’opinione pubblica stabilizza e integra la società perché i conflitti verranno risolti attraverso spirali di silenzio a favore di un’opinione. Questa è quella che viene definita la funzione di integrazione dell’opinione pubblica.
I social media come forum di discussione
I social media sono diventati una parte integrante della vita quotidiana di molte persone, offrendo la possibilità di condividere opinioni, idee e informazioni. Tuttavia, nonostante la promessa di favorire la diversità di opinioni, i social media hanno dimostrato di avere un impatto significativo sulla Spirale del Silenzio. Mentre gli utenti possono connettersi con una vasta gamma di persone da tutto il mondo, ciò non sempre si traduce in un dialogo aperto e onesto.
La Paura della divergenza online
Uno degli aspetti più evidenti della Spirale del Silenzio sui social media è la paura della divergenza. Le persone sono spesso riluttanti a esprimere opinioni politiche impopolari online, temendo di essere giudicate, isolate o attaccate. Questa paura può portare le persone a conformarsi all’opinione prevalente o a evitare completamente di partecipare alle discussioni politiche.
Conformità all’opinione prevalente
Un elemento chiave nella Spirale del Silenzio sui social media è la conformità all’opinione prevalente all’interno della propria rete di contatti online. Le persone tendono a essere più disposte a condividere le proprie opinioni se percepiscono che la loro rete di amici e follower è d’accordo con loro. Questa dinamica può portare a una sorta di auto-censura, in cui le persone evitano di esprimere opinioni che potrebbero metterle in minoranza nella loro cerchia online.
L’auto-censura è una tendenza complessa che può essere attribuita a diversi fattori psicologici e sociali. Ecco alcune delle motivazioni più comuni dietro l’autocensura:
- Paura dell’isolamento sociale
le persone tendono a conformarsi alle opinioni della maggioranza per evitare l’isolamento sociale. Essere ostracizzati o emarginati da un gruppo può essere doloroso emotivamente, quindi molte persone preferiscono evitare la discussione di opinioni impopolari. - Paura delle conseguenze negative
l’autocensura può anche derivare dalla paura di subire conseguenze negative per l’espressione di opinioni controcorrente. Queste conseguenze possono includere la perdita di lavoro, danni alla reputazione o persino minacce online. - Conformità sociale
la psicologia sociale suggerisce che le persone tendono a conformarsi al comportamento e alle opinioni degli altri per adattarsi al gruppo. Questa conformità può portare all’autocensura quando le persone temono di essere in disaccordo con il gruppo o con le figure di autorità. - Mancanza di fiducia nelle proprie opinioni
alcune persone potrebbero non esprimere le proprie opinioni perché non si sentono abbastanza sicure o informate su un argomento. Questa mancanza di fiducia in sé stessi può portare all’autocensura. - Pressioni culturali e sociali
le norme culturali e sociali possono esercitare una forte pressione sull’individuo per adattarsi e conformarsi a determinate idee e valori. Queste pressioni possono scoraggiare l’espressione di opinioni non conformi. - Esperienze passate negative
le persone che hanno avuto esperienze passate negative in cui hanno subito critiche o ostracismo per le loro opinioni potrebbero essere più propense all’autocensura per evitare esperienze simili. - Ambiente online
l’ambiente della comunicazione digitale online può amplificare l’autocensura. Le piattaforme sociali possono essere viste come luoghi in cui è facile essere giudicati o attaccati per le proprie opinioni, il che può scoraggiare molte persone dall’esprimersi liberamente. - Mancanza di dibattito costruttivo
la mancanza di spazi per il dibattito costruttivo e rispettoso può portare all’autocensura. Quando le discussioni online diventano aggressive e tossiche, le persone potrebbero evitare di parteciparvi. - Rispetto per l’opinione altrui
alcune persone praticano l’autocensura per rispetto delle opinioni altrui. Non vogliono causare conflitti o ferire i sentimenti degli altri, quindi scelgono di tacere. - Timore di essere etichettati
la società moderna è incline a etichettare le persone in base alle loro opinioni. Questa etichettatura può portare all’autocensura per evitare di essere associati a determinate categorie o movimenti.
L’effetto delle bolle informative
Le bolle informative online, in cui le persone interagiscono principalmente con individui che condividono opinioni simili, possono aggravare ulteriormente la Spirale del Silenzio. Quando le persone sono immerse in un ambiente online in cui tutti sembrano concordare, possono sentirsi ancora più riluttanti a esprimere opinioni dissidenti, temendo di essere emarginate o attaccate dalla loro stessa cerchia online.
Il ruolo delle fonti di informazione
Un altro aspetto da considerare è il ruolo delle fonti di informazione. La Spirale del Silenzio può essere influenzata dalla fonte da cui le persone ottengono le loro informazioni. Le fonti tradizionali come la televisione e la radio possono avere un impatto significativo sulle opinioni delle persone, e se queste fonti promuovono un punto di vista dominante, possono contribuire a rafforzare la conformità online.
La notorietà nella vita reale incide sulle conversazioni sui social media online
Nell’era dei social media, la rilevanza di una persona nota nella sua rete relazionale offline può avere un impatto significativo sul modo in cui le sue opinioni sono percepite e condivise online. Una spiegazione potrebbe consistere nel cosiddetto effetto Halo. Nel mondo dei media sociali digitali, emerge infatti un’altra intrigante dinamica: le persone sembrano meno autocensuranti quando chi attiva una discussione o pone una riflessione è un utente noto nella sfera della sua vita reale.
L’Effetto Halo è un fenomeno psicologico per il quale spesso attribuiamo automaticamente tratti positivi ad un individuo sulla base di altri tratti positivi che gli sono riconosciuti o gli riconosciamo
All’interno del contesto dei social media, se una persona gode di una buona reputazione o ha un’influenza significativa nella vita offline, gli altri utenti tendono a percepire positivamente le sue opinioni online. Questo fenomeno può ridurre la paura dell’isolamento sociale o delle reazioni negative, incoraggiando le persone a esprimere le proprie opinioni in modo più fiducioso e aperto.
L’Effetto Halo, o Effetto Aureola,
è un curioso fenomeno cognitivo che ci mostra quanto il nostro cervello possa essere incline a semplificare le cose. Spesso tendiamo a connettere in modo automatico tratti positivi tra loro, come l’attrattiva, la popolarità e l’affidabilità, o l’entusiasmo e l’autorevolezza. In altre parole, assumiamo che se una persona ha una qualità positiva, allora deve avere anche altre qualità positive. Questo modo di pensare semplificato è un errore di ragionamento, ma può essere attribuito al nostro cervello che cerca di risparmiare energia. Il nostro cervello è un organo incredibilmente potente ma anche estremamente energetico. Ha una grande quantità di informazioni da elaborare ogni giorno, quindi tende a prendere scorciatoie quando possibile, attivando euristiche cognitive. Un esempio classico di questo comportamento è il bias di conferma, in cui cerchiamo e diamo più peso alle informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti. Questo avviene perché è molto più facile e veloce per il cervello riconciliare dati che sono coerenti con ciò che già crediamo piuttosto che affrontare un mucchio di dati contrastanti. Quindi, quando vediamo una persona attraente, popolare o entusiasta, il nostro cervello potrebbe automaticamente attribuire loro altre qualità positive, anche se potrebbero non aver nulla a che fare tra loro. È un trucco del nostro cervello per semplificare il mondo complesso che ci circonda. Tuttavia, è importante essere consapevoli di questi errori di ragionamento per prendere decisioni più informate e obiettive.
Concludendo, in un’era in cui i social media svolgono un ruolo sempre più importante nel plasmare il discorso pubblico, è fondamentale comprendere come influenzino il comportamento delle persone e la Spirale del Silenzio. Sebbene i social media abbiano il potenziale per promuovere discussioni aperte e dibattiti informativi, possono anche amplificare la paura della divergenza e favorire la conformità all’opinione prevalente. Per promuovere un dialogo sano online, è essenziale essere consapevoli di queste dinamiche e cercare attivamente la diversità di opinioni nei propri ambienti online. Solo allora i social media possono davvero diventare uno strumento efficace per la libera espressione delle opinioni.
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