Una criptovaluta (o moneta criptata ) è una risorsa digitale progettata per funzionare come come mezzo di scambio in cui il registro di proprietà individuale della moneta viene memorizzata in un registro digitale, cioè in un database digitale protetto da un protocollo informatico che usa la crittografia avanzata per proteggere le voci di registro delle transazioni, per controllare la creazione di ulteriori registri di moneta digitale e per verificare il trasferimento della proprietà della moneta.
La criptovaluta può essere utilizzata per pagare beni o servizi, per investire o semplicemente per scambiare fondi con qualcun altro. Le monete possono anche essere scambiate con valuta tradizionale. Questa forma di denaro è ancora agli inizi, quindi non è ancora pronta all’uso massivo per lo shopping online, anche se alcuni retailers hanno iniziato ad accettarla.
Tuttavia, è già abbastanza popolare il suo impiego tra i siti di gioco d’azzardo online, mentre abbiamo notizia di qualcuno che ha già acquistato merce di valore in anonimato come un’auto Lamborghini sfruttando per la transazione particolari organizzazioni di vendita che accettano le criptovalute. Alcune aziende hanno iniziato a pagare dipendenti con la criptovaluta.
Al contrario di quanto comunemente si pensa – che travisa la percezione indotta dalla narrativa usata per descrivere con immagini le monete digitali – la criptovaluta non esiste in forma fisica.
Cioè una criptomoneta non è come la carta moneta o una moneta metalliche, non è emessoa da un’autorità centrale statale, cioè da una Banca nazionale o sovranazionale come la Banca Centrale Europea (BCE).
A differenza delle valute ordinarie, alcune criptovalute possono usare un controllo decentralizzato a differenza della valuta digitale gestita dai sistemi bancari centrali tradizionali. Quando la valuta digitale è implementata con controllo decentralizzato, ogni criptovaluta funziona attivandosi attraverso la cosiddetta tecnologia di contabilità distribuita , in genere è una Blockchain, che funge da database per le transazioni finanziarie pubbliche. Può accadere comunque che una criptovaluta possa essere coniata ( cioè creata digitalmente) prima della emissione oppure detenuta in uno scambio centralizzato, allora anche una criptovaluta viene generalmente considerata centralizzata.
Secondo alcuni studiosi delle scienze informatiche applicata all’economia, una criptovaluta è un Sistema di scambio finanziario digitale che soddisfa sei condizioni:
- Il sistema non richiede un’autorità centrale, il suo stato viene mantenuto attraverso un consenso distribuito tra tutte le parti coinvolte
- Il sistema mantiene una panoramica definita delle unità di criptovaluta e della loro rispettive proprietà
- Il sistema definisce se è possibile creare nuove unità di criptovaluta. Se è possibile creare nuove unità di criptovaluta, il sistema definisce le circostanze della loro origine e come determinare la proprietà di queste nuove unità
- La proprietà delle unità di criptovaluta può essere dimostrata esclusivamente crittograficamente
- Il sistema consente di eseguire transazioni in cui viene modificata la proprietà delle unità crittografiche. Un estratto conto può essere emesso solo da un’entità riconosciuta dalle parti coinvolte comprovante l’attuale proprietà di queste unità
- Se vengono immesse contemporaneamente due diverse istruzioni per modificare la proprietà delle stesse unità crittografiche, il sistema non sbaglia ed esegue al massimo una di esse
Cosa è una Blockchain?
E’ un elenco di record in continua crescita, chiamati blocchi , che sono collegati tra loro e protetti mediante protocolli di protezione crittografata. Ogni blocco contiene in genere un puntatore,chiamato, hash come collegamento a un blocco precedente, un timestamp e i dati di transazione.
In base alla loro progettazione, le Blockchain sono intrinsecamente resistenti alla modifica dei dati: è un libro mastro aperto e distribuito in grado di registrare le transazioni tra due parti in modo efficiente, verificabile e permanente. Per il suo utilizzo come libro mastro distribuito, una Blockchain è in genere gestita da una rete peer-to-peer che aderisce collettivamente a un protocollo per la convalida di nuovi blocchi. Una volta registrati, i dati in un determinato blocco non possono essere modificati retroattivamente senza l’alterazione di tutti i blocchi successivi, il che richiede la collusione della maggioranza della rete.
Le Blockchain sono quindi sicure in base alla loro progettazione e sono un esempio di un sistema di elaborazione distribuito che si caratterizza per un’alta tolleranza ai ‘guasti bizantini’: un ‘guasto bizantino’ è il termine informatico usato per determinare il fallimento di un componente che può manifestarsi con un comportamento inconsistente. Un componente inconsistente, continua a partecipare allo scambio di messaggi nel sistema, ma introduce informazioni conflittuali in diverse parti del sistema). Il consenso decentralizzato viene pertanto raggiunto con una Blockchain. La natura pubblica del libro mastro blockchain protegge l’integrità di qualsiasi cosa venga eseguita all’interno del sistema poiché nessuna entità possiede il database.
Nei Sistemi di gestione delle criptovalute, la convalida delle transazioni avviene attraverso i processi cosiddetti di Mining.
I processi di mining funzionano attraverso le reti peer-to-peer (punto-per-punto). Un Minatore è un Punto/Uomo/Computer che elabora le informazioni del Sistema, queste informazioni viaggiano sulla infrastruttura internet globale.
Un Minatore è in sostanza un sistema informatico che mette in condivisione la sua potenza di elaborazione, la potenza di calcolo informatico, allacciandola alla rete internet e localizzando i server necessari al calcolo in qualsiasi parte del globo. Quando si dice che un minatore che mette a disposizione la sua capacità di calcolo, significa che qualcuno (un Minatore) ha operato un investimento in hardware e software, si accolla il consumo di energia elettrica e di ore uomo per il monitoraggio e la manutenzione del Punto Sistema della Rete blockchain. Per il suo impegno nei termini descritti il Minatore percepisce un compenso che può essere equiparato – in termini concettuali, ma assolutamente non economici – al compenso che percepisce una Banca tradizionale quando espleta una transazione finanziaria quale un bonifico bancario o un prelievo bancomat.
Il punto di forza di una criptovaluta: l’Anonimato
Bitcoin è lo pseudonimo diventato di uso comune per una qualsiasi criptovaluta. Il termine concettualizza il principio dell’anonimato della proprietà di una criptovaluta, in quanto questa è contenuta in una ‘cassaforte digitale’ che non è legata alla persona che ne è proprietaria. Piuttosto appartiene ad una o più chiavi crittografate specifiche o indirizzi digitali che sono necessari ad aprirla. Pertanto, i proprietari di Bitcoin non sono identificabili, mentre tutte le transazioni sono pubblicamente disponibili nella Blockchain.
Le Norme
Le criptovalute sono legali, al momento in cui scriviamo, nella maggior parte dei paesi. Con il Giappone che offre un brillante esempio di legislazione progressista. Nel 2017, il governo giapponese è diventato il primo paese a riconoscere Bitcoin come valuta e a concedere licenze ufficiali agli scambi, favorendo la crescita di quello che era già uno dei più grandi mercati di criptovaluta al mondo.
Ci sono altri esempi di paesi con regolamenti e politiche fiscali cripto-amichevoli, ma non tutti i paesi pro-cripto hanno sviluppato quadri giuridici altrettanto favorevoli, come ad esempio il Portogallo nella UE, specialmente quando si tratta di tassare i commercianti al dettaglio.
La maggior parte dei paesi applica la normale imposta sulle plusvalenze per i profitti delle criptovalute, come gli Stati Uniti o il Regno Unito.
Sebbene le informazioni sulle operazioni di scambio di criptovaluta, cioè le transazioni, siano spesso richieste dalle norme di legge di molti Stati, allo scopo di raccogliere le informazioni personali dei loro utenti in merito alla eventuale tassazione alle quali sono soggette le plusvalenze, o per le norme antiriciclaggio, tuttavia il problema dell’anonimato è la principale e crescente preoccupazione dei Governi relativamente alla diffusione delle valute virtuali, per l’intrinseca difficoltà nel rintracciarle. Ciò perché sono estratte (concetto di Mining) , utilizzate e scambiate online in modo completamente anonimo. Inoltre, l’uso di tecniche supplementari per il mantenimento dell’anonimato, come ad esempio sono le reti private virtuali (VPN) e i servizi di mixing delle monete, protegge le identità dei proprietari. Questo rende quasi impossibile tracciare le transazioni. Inoltre, altre tecniche e strumenti in evoluzione prossimi ad implementare i processi consentirebbero un’ulteriore anonimato e maggiore facilità di fungibilità.
La Cina è il paese in cui si svolgono la maggior parte delle transazioni globali di Bitcoin: si ritiene che in Cina si sia processato il 95% del volume degli scambi globali nel 2017.
Al fine di ridurre il numero di transazioni illegali di Bitcoin, il governo cinese ha recentemente introdotto regolamenti che obbligano i trader e gli scambi di Bitcoin locali a conformarsi alla nuova politica di regolamentazione della banca centrale cinese che richiede la verifica dei conti bancari da parte della norma: “Conosci il tuo Cliente (Know Your Customer)”. Di conseguenza, gli utenti degli scambi di Bitcoin sono tenuti formalmente a inviare determinate informazioni relative alle loro transazioni Bitcoin: queste consistono in informazioni sull’account, i dettagli di accesso, chiarimenti delle fonti dei fondi e cronologia delle transazioni. Imponendo tali requisiti, il governo cinese mira a ricevere maggiori informazioni sulle persone che scambiano le criptovalute.
Tuttavia, non tutte le nazioni hanno implementato politiche e strategie complete su come fare in modo che gli operatori di criptovalute rispettino i propri obblighi fiscali e per prevenire il riciclaggio di denaro effettuato con l’assistenza di valute virtuali.
Nella maggior parte dei paesi, le persone disposte a dichiarare le proprie operazioni relative alle criptovalute devono dichiarare volontariamente le entrate ricevute dalla negoziazione di moneta virtuale nelle loro dichiarazioni fiscali annuali. Ad esempio, i contribuenti statunitensi sono tenuti a segnalare le proprie transazioni Bitcoin e a conservare le proprie registrazioni. Tuttavia, fino ad ora (2018-19), il livello di segnalazione è relativamente basso. A titolo di esempio, per l’anno fiscale 2015, solo 802 persone hanno segnalato le loro transazioni di criptovaluta all’agenzia fiscale degli Stati Uniti.
A parte la segnalazione volontaria, un altro modo che consente alle istituzioni governative di identificare le parti coinvolte nelle transazioni in criptovaluta consiste nell’intercettare il traffico Internet degli utenti, in particolare quando il possessore di criptovaluta :
- Menziona il suo nome e l’indirizzo della criptovaluta online;
- Scambia criptovaluta su borse per valute regolari. Poiché la negoziazione su uno scambio di solito richiede una verifica dell’identità (ad esempio, un ID nazionale o estratti conto bancari), le transazioni condotte attraverso tali scambi possono essere utilizzate per tracciare tutto il traffico di criptovaluta in entrata e in uscita;
- Paga con criptovaluta. L’acquisto di beni e servizi online di solito richiede l’invio di dati di contatto, come un indirizzo di consegna (ad eccezione dei beni consegnati digitalmente). Pertanto, il destinatario di tali acquisti può essere identificato dalle autorità fiscali
- Usa alcuni tipi di “casseforti digitali” che non mascherano gli indirizzi IP del possessore della chiave crittografata.
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