Sono un giornalista pubblicista ed educatore socio-pedagogico con oltre 30 anni di esperienza nella comunicazione di marketing. Nel corso della mia carriera, mi sono distinto prima come produttore cinematografico digitale, poi come produttore lungo l’intera filiera. Le mie opere sono state più volte candidate ai David di Donatello, vincendo la mia prima statuetta nel 2011, esperienza che mi ha portato a diventare giurato dell’Accademia del Cinema Italiano.
Nato nel 1961, ho vissuto il passaggio dall’era analogica a quella digitale e, come molti della mia generazione, mi considero un “immigrato digitale”. Questo mi ha permesso di osservare e affrontare in prima persona le sfide poste dalla trasformazione digitale, sia nella sfera professionale che in quella privata.

Il mio primo approccio alla Cultura Digitale è avvenuto attraverso il progetto di ricerca Umanesimo & Tecnologia (U&T), sviluppato in collaborazione con il Comune di Napoli e sotto la Cattedra di Sociologia della Letteratura dell’Università L’Orientale di Napoli. Già nel 1995 in anticipo al pensiero più tardi comune, questo programma si poneva l’obiettivo di studiare e ridurre il digital divide culturale, analizzando le implicazioni della trasformazione digitale e gli ostacoli all’innovazione. U&T è stato un laboratorio pionieristico di ricerca e sperimentazione, volto a integrare competenze umanistiche e tecnologiche per favorire un adattamento consapevole ai cambiamenti in atto.
Il mio impegno in questo ambito è proseguito anche dopo U&T, nella consapevolezza che stiamo entrando nell’era della Quarta Rivoluzione Industriale. Questo nuovo scenario richiede un ripensamento dei modelli economici, politici e sociali, nonché nuove strategie per affrontare le sfide emergenti. Per questo motivo, ho dato continuità al mio percorso di ricerca attraverso il programma Rebel Alliance Empowering, con cui studio il change management e la resistenza al cambiamento, sia in ambito lavorativo che sociale.
La transizione che stiamo vivendo, definita dai giapponesi Società 5.0, sarà presto caratterizzata da un ulteriore cambiamento di paradigma: il passaggio dalla Cultura Digitale alla Cultura Quantistica. Questo scenario, già in fase di sviluppo, richiede un approccio interdisciplinare che unisca umanesimo e scienza per costruire un futuro tecnologico equo e sostenibile, come approfondisco nel mio articolo Prepararsi al futuro quantistico...
In un contesto in continua evoluzione, sviluppare capacità adattive e competenze di comunicazione cross-culturale è essenziale per anticipare scenari futuri e gestire il cambiamento. La ricerca nel campo sociale e comportamentale sta ridefinendo l’interpretazione dell’economia, della politica e della geopolitica, promuovendo un approccio strategico multidisciplinare per la risoluzione dei problemi. Questo modello integra discipline come Scienze Cognitive e Sociali, Neuroscienze, Psicologia Sociale, Antropologia Culturale, Scienze della Comunicazione, Cultura Digitale e Informatica, fino ad arrivare a Medicina e Biologia.
Queste aree di studio, interconnesse tra loro, alimentano la ricerca sulla Grande Connessione, analizzando come le reti umane si modulano in relazione all’ambiente fisico, sociale e culturale. Si tratta di una prospettiva che supera il paradigma newtoniano dominante fino alla metà del secolo scorso, aprendo a una visione più sistemica e interdipendente della realtà.
Questa nuova visione della società riavvicina il pensiero filosofico alla ricerca scientifica, ridefinendo paradigmi nati dalle rivoluzioni relativistica e quantistica. Alla fine del Novecento, questi sviluppi hanno consolidato una comprensione più avanzata che supera la dicotomia tra Cultura e Natura, tra Scienze Umane e Scienze Naturali, evidenziando la reciproca influenza tra dimensione culturale e biologica.
L’obiettivo dei contenuti che produco e pubblico sul mio blog è praticare un Attivismo della Conoscenza, promuovendo il pensiero critico e la riflessione interdisciplinare. In questo contesto, mi riconosco nel concetto di Decimo Uomo: un approccio che sfida il pensiero dominante, stimolando una comprensione più profonda della realtà e delle sue trasformazioni. Cerco di sintetizzare nuove conoscenze attraverso esperienze concrete, maturate nel mio percorso personale, professionale e sociale, con l’intento di stimolare prima di tutto me stesso a un pensiero culturale più ampio e consapevole.
Mi auguro che la lettura dei miei articoli possa offrirti nuovi spunti di riflessione e contribuire ad ampliare la tua visione del mondo.
Buona lettura!
L”Innovazione Sociale” si focalizza sull’esplorazione di nuove forme di lavoro e cooperazione, oltre che sullo sviluppo di paradigmi innovativi. Questo ambito pone un’attenzione particolare alla creazione di una società sostenibile, integrando pratiche e strategie che favoriscano un progresso equilibrato e responsabile
Il “Knowledge Activism” può essere definito come il processo attraverso il quale la diffusione di nuove conoscenze nel campo del progresso tecnologico e scientifico contribuisce a facilitare l’innovazione in vari ambiti, inclusi quelli politici, creativi e organizzativi. Questo approccio enfatizza l’importanza della condivisione attiva del sapere per stimolare cambiamenti e sviluppi positivi nella società
Un “Provocatore Culturale" è qualcuno che mette in discussione lo status quo, utilizzando idee innovative per affrontare e risolvere i problemi con l’obiettivo di creare un mondo diverso e migliore. Se desideri essere un provocatore culturale, la tua missione non sarà quella di placare o conformare, ma piuttosto quella di risvegliare, disturbare, comunicare, guidare, incitare e, in effetti, provocare. Questo ruolo richiede audacia, visione e la volontà di sfidare le convenzioni per stimolare il cambiamento e l’innovazione