Bernays was a pivotal figure in the rise and development of modern persuasion and mass communication techniques. His influence extends not only to advertising and public relations but also to political and wartime propaganda, highlighting how deeply interconnected these fields are.
Otto anni fa pubblicai una riflessione che introduceve Edward Bernays, forse il primo spin doctor della storia del marketing politico. Pur studiando da tempo per la mia professione tecniche di comunicazione persuasiva, non avrei mai pensato di poterne constatare – in particolare negli ultimi 5 anni – la sua efficacia sulle masse anche in altri tipi di applicazioni, come ad esempio la propaganda non solo politica, provocando ancora una volta come in passato “ondate di intolleranza ed isteria collettiva”
Bernays ha rappresentato una figura cardine nell’avvento e lo sviluppo delle tecniche moderne di persuasione e comunicazione di massa. La sua influenza si estende non solo alla pubblicità e alle relazioni pubbliche, ma anche alla propaganda politica e di guerra, evidenziando quanto siano interconnessi questi campi.
Origini delle relazioni pubbliche e del concetto di propaganda
Nel contesto storico di inizio Novecento, Bernays si affermò in un momento in cui la società stava diventando sempre più complessa e industrializzata, con la nascita di nuove tecnologie di comunicazione come la radio e il cinema. Bernays comprese che, per gestire questa nuova realtà, era necessario controllare le opinioni pubbliche in modo sistematico e scientifico.
La Prima Guerra Mondiale fu un momento cruciale
Bernays collaborò con il Committee on Public Information, conosciuto anche come Creel Committee, istituito dal governo degli Stati Uniti per mobilitare il sostegno pubblico alla guerra. Qui si pose le basi della moderna propaganda politica e di guerra. Attraverso una narrazione accuratamente costruita, l’opinione pubblica fu persuasa a sostenere l’intervento degli Stati Uniti nella guerra. Bernays utilizzò tattiche come la creazione di simboli, la manipolazione dei media e l’organizzazione di eventi di massa per influenzare le percezioni del pubblico.
Successivamente, Bernays applicò queste stesse tecniche al settore commerciale. Nel suo lavoro con aziende come la American Tobacco Company o la Procter & Gamble, promosse campagne che utilizzavano le emozioni e i desideri inconsci per spingere i consumatori a preferire determinati prodotti. L’esempio più noto è la campagna che lanciò nel 1929 per le sigarette Lucky Strike, in cui convinse le donne che fumare in pubblico fosse un simbolo di emancipazione femminile, ribattezzando le sigarette come “Torches of Freedom” (Fiaccole di Libertà). La connessione tra sigarette e libertà era puramente simbolica, ma dimostrò come la persuasione potesse non solo promuovere un prodotto, ma alterare i costumi sociali.
Manipolazione delle masse, la teoria di Bernays
Bernays elaborò una teoria secondo la quale l’élite colta aveva il compito di guidare e controllare l’opinione pubblica per il bene della società
Questo concetto è ben delineato nel suo libro Propaganda, dove spiega che la “manipolazione cosciente e intelligente delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse” è una componente essenziale della democrazia moderna. Per Bernays, la democrazia non poteva funzionare senza una guida, e tale guida doveva essere operata attraverso l’uso sistematico delle relazioni pubbliche e della propaganda.

Un aspetto centrale del pensiero di Bernays era l’idea di utilizzare la psicologia delle masse. Influenzato dalle teorie di suo zio Sigmund Freud, Bernays credeva che gli individui fossero guidati da impulsi inconsci, non dalla razionalità. Di conseguenza, una comunicazione efficace non doveva puntare a ragioni logiche, ma a emozioni profonde, come il desiderio di appartenenza, la paura o il sogno di status. Questa intuizione ha rivoluzionato il modo in cui la pubblicità e le relazioni pubbliche sono concepite e attuate ancora oggi.
Propaganda e Relazioni Pubbliche
Sebbene Bernays sostenesse che le relazioni pubbliche e la propaganda fossero strumenti legittimi di persuasione, col tempo i due termini hanno assunto connotazioni diverse
La propaganda, soprattutto a causa dei regimi totalitari del XX secolo (ad esempio, la propaganda nazista di Goebbels), è diventata sinonimo di manipolazione eticamente discutibile, mentre le relazioni pubbliche sono state relegate a un ambito più commerciale e “neutrale”. Tuttavia, le tecniche di base sono sorprendentemente simili.
Entrambi i campi utilizzano strategie come la ripetizione del messaggio, il controllo dei media, la creazione di narrazioni vincenti e la costruzione di simboli potenti per influenzare l’opinione pubblica. Quello che cambia è il contesto e, spesso, la percezione etica.
Le relazioni pubbliche si basano principalmente sulla gestione della reputazione e sulla costruzione di consenso attorno a un marchio, un’organizzazione o una figura pubblica, cercando di apparire più “trasparenti” o etiche. In realtà, però, spesso utilizzano gli stessi principi di manipolazione che caratterizzano la propaganda politica. Un esempio è la cosiddetta “greenwashing”, ovvero la strategia di promuovere un’immagine ecologica di un’azienda o di un prodotto, anche quando le sue pratiche non sono realmente sostenibili.
Bernays e la nascita della “società del consumo”
Attraverso il lavoro di Bernays e dei suoi successori, la pubblicità divenne uno strumento non solo per vendere prodotti, ma per costruire identità. La cultura del consumo, così come la conosciamo oggi, è il risultato diretto delle sue intuizioni. Pubblicità e relazioni pubbliche non si limitano a fornire informazioni sui prodotti, ma creano una narrazione che lega il consumo all’identità personale, allo status sociale e alla realizzazione individuale.
Bernays riuscì a trasformare prodotti di uso quotidiano in simboli di aspirazione. Questo si collega al concetto di “desiderio indotto”, dove le persone non comprano oggetti per le loro funzioni utilitarie, ma per l’immagine e l’identità che essi conferiscono. La pubblicità, quindi, non vende più un semplice prodotto, ma uno stile di vita, un modo di essere. Questo ha gettato le basi per la società del consumo di massa, dove l’acquisto diventa un atto psicologico tanto quanto economico.
Marketing moderno e manipolazione, l’eredità di Bernays
L’eredità di Bernays è chiaramente visibile nel marketing e nella comunicazione moderna
Le sue tecniche di relazioni pubbliche sono state raffinate e perfezionate, ma il concetto di fondo rimane lo stesso: modellare e dirigere le opinioni e i desideri delle persone. Il marketing di oggi sfrutta al massimo le scoperte della psicologia e delle neuroscienze per creare campagne che non puntano solo al raziocinio del consumatore, ma ai suoi impulsi più profondi.
Allo stesso tempo, il confine tra propaganda politica e relazioni pubbliche commerciali è diventato sempre più sfumato. Le moderne campagne di disinformazione sui social media, per esempio, utilizzano tecniche affinate dal marketing per creare contenuti che si diffondono rapidamente e modellano le percezioni pubbliche. Questo è particolarmente evidente nel campo della “propaganda computazionale”, dove bot e algoritmi amplificano messaggi per influenzare elezioni o seminare divisione.
L’ambiguità etica della persuasione
Il lascito di Bernays è ambivalente. Da un lato, ha professionalizzato e dato struttura alle relazioni pubbliche, permettendo a aziende e governi di comunicare in modo più efficace con il pubblico.
Dall’altro, ha aperto la porta a una forma di manipolazione delle masse che, pur non sempre consapevole, può essere estremamente potente
L’insegnamento chiave di Bernays è che il potere della persuasione può essere utilizzato per il bene o per il male, a seconda di chi lo maneggia e per quali scopi. Questo solleva questioni etiche fondamentali su come la comunicazione e il marketing debbano essere utilizzati, in un mondo in cui la linea tra informazione e manipolazione è sempre più sottile.
n.b. i video implementano questo post per unico scopo divulgativo senza alcun scopo commerciale
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