Perché facciamo scelte sbagliate nei momenti peggiori

L’effetto Dunning-Kruger e i disastri
Hai mai sentito parlare dell’effetto Dunning-Kruger? È uno di quei fenomeni psicologici che ci fanno sorridere, ma che possono avere conseguenze serie. In sintesi: meno sai, più credi di sapere. Chi ha scarse competenze in un campo tende a sopravvalutare le proprie capacità, mentre chi è davvero esperto è spesso più consapevole dei propri limiti. Questo meccanismo mentale non è solo una curiosità accademica: può trasformarsi in un problema devastante quando siamo chiamati a prendere decisioni in situazioni di emergenza.

È proprio questo il cuore della tesi che il Marshall dei Vigili del Fuoco Jeffrey W. Siems elabora in maniera semplice nella sua tesi di dottorato alla Scuola della Marina Militare degli Stati Uniti, che ci invita a esplorare il legame tra l’effetto Dunning-Kruger e il modo in cui le persone reagiscono ai disastri. Attraverso due casi studio – l’uragano Katrina e gli attacchi dell’11 settembre – l’autore ci conduce in un’analisi affascinante e inquietante, rivelando come le illusioni di competenza possano influenzare negativamente le scelte individuali.

Che cosa succede nella mente durante un disastro

Quando un disastro colpisce, il nostro cervello affronta un mix di emozioni e pressioni: paura, panico, informazioni incomplete e poco tempo per decidere. Questi fattori trasformano anche le decisioni più semplici in sfide enormi. È qui che il nostro livello di competenza – o la percezione di esso – entra in gioco.

Secondo Siems, l’effetto Dunning-Kruger amplifica il problema. Chi è meno preparato tende non solo a fare scelte sbagliate, ma a non rendersi conto della propria incompetenza diventando troppo confidenti. Analizzando le interviste di sopravvissuti a due grandi disastri, Siems ha messo in luce due situazioni emblematiche:

  • L’uragano Katrina, un disastro naturale con preavviso, ha mostrato come molti abbiano ignorato gli avvisi di evacuazione, convinti di poter affrontare la tempesta.
  • Gli attacchi dell’11 settembre, un evento improvviso e imprevedibile, hanno spinto le persone a prendere decisioni in frazioni di secondo, mostrando reazioni istintive e diversificate.

Cosa ha scoperto la ricerca

I risultati del lavoro di Siems ci mostrano uno specchio sorprendente di noi stessi:

  • Durante la catastrofe dell’uragano Katrina il 73% dei sopravvissuti ha mostrato segni evidenti dell’effetto Dunning-Kruger. Molti hanno sottovalutato i rischi o hanno sovrastimato la propria capacità di resistere alla tempesta. La convinzione di “essere pronti” ha portato a scelte che hanno messo in pericolo vite umane.
  • Durante l’attacco terroristico dell’11 settembre la percentuale scende al 47%, forse perché la mancanza di preavviso ha spinto le persone a decisioni più intuitive, riducendo il tempo per sviluppare un’illusione di superiorità.

Un dato particolarmente interessante è che neppure chi si percepiva come “esperto” era immune al bias. Leader improvvisati o presunti esperti hanno spesso mostrato la stessa sovrastima delle proprie capacità, dimostrando che la sicurezza di sé non equivale sempre a vera competenza.

Come si collega alla teoria del 10-80-10?

L’effetto Dunning-Kruger si inserisce perfettamente nella teoria del 10-80-10, che divide statisticamente il comportamento umano durante i disastri in tre gruppi:

  1. Il 10% è efficace e razionale
    Questo gruppo è composto da individui competenti e consapevoli, capaci di agire con calma e prendere decisioni sensate.
  2. L’80% è passivo o confuso
    La maggioranza delle persone entra in uno stato di confusione, cercando indicazioni o seguendo chi sembra più sicuro, anche se incompetente.
  3. Il 10% è disfunzionale
    Qui troviamo chi, sovrastimando le proprie capacità, agisce in modo pericoloso o controproducente. È il gruppo in cui l’effetto Dunning-Kruger è più evidente.
In questo estratto dal documentario “Nel cuore dello tsunami”, di Patrice Lucchini, si notano i diversi comportamenti che possono assumere gli individui nel percepire il rischio e in caso di pericolo .. il documentario completo al link

L’analisi di Siems mostra come l’effetto Dunning-Kruger amplifichi i rischi legati al 10% disfunzionale, ma influisce anche sull’80% passivo, che può facilmente seguire leader incompetenti. D’altra parte, il 10% razionale tende a includere persone realmente esperte, consapevoli dei propri limiti, e per questo più efficaci.

Perché questa ricerca è importante

L’analisi di Siems non è solo un esercizio teorico: offre indicazioni pratiche per migliorare la gestione delle emergenze. Comprendere come il nostro cervello ci inganni nei momenti critici può aiutarci a progettare strategie per limitare i danni. Ecco alcune idee:

  • Preparazione mirata
    Educare le persone a riconoscere i propri limiti e a sviluppare una mentalità più consapevole può ridurre l’effetto Dunning-Kruger. Più si conosce, meno si rischia di sopravvalutarsi.
  • Comunicazione chiara
    Nei disastri, i messaggi devono essere semplici, diretti e impossibili da fraintendere. Per esempio, “Evacuate ora!” è più efficace di un lungo discorso.
  • Pianificazione pre-disastro
    Strumenti pratici e strategie chiare possono aiutare le persone a prendere decisioni migliori, riducendo il margine per errori basati su bias cognitivi.

Una lezione per tutti

L’effetto Dunning-Kruger non riguarda solo i disastri: è un fenomeno che incontriamo ogni giorno. Quante volte ci siamo sopravvalutati in un campo che conoscevamo poco? Quante volte abbiamo visto persone agire con troppa sicurezza e fare errori evitabili? Nei disastri, però, queste tendenze possono diventare pericolose.

L’elaborato di Siems ci insegna una lezione preziosa, soprattutto se ci viene detto da chi opera con emergenze e disastri come l’attuale incendio di Los Angeles, quotidianamente : riconoscere i propri limiti è una forma di saggezza. Fidarsi delle competenze altrui, quando mancano le proprie, non è una debolezza, ma un segno di intelligenza. In un mondo sempre più complesso, questa consapevolezza può fare la differenza tra il caos e la sicurezza anche nella percezione del rischio

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