Come candidato e vincitore di un David di Donatello, ho l’onore di essere giurato dell’Accademia del Cinema Italiano. Anche io, insieme alla maggioranza degli altri giurati, ho contribuito alla scelta di Io Capitano come miglior film italiano del 2024, assegnandogli anche il premio per la miglior regia.
Io Capitano, diretto da Matteo Garrone e candidato anche agli Oscar come miglior film internazionale, è un racconto intenso e visivamente potente che esplora il dramma della migrazione attraverso gli occhi di due giovani senegalesi, Seydou e Moussa. Il film segue il loro pericoloso viaggio verso l’Europa, un’odissea moderna che si snoda tra il deserto del Sahara, le prigioni libiche e il mare Mediterraneo.
Con uno stile narrativo che unisce realismo crudo e momenti di struggente poesia visiva, Garrone offre una prospettiva personale e umana sulla crisi migratoria, dando voce a chi spesso resta ai margini delle cronache internazionali. Grazie a una sceneggiatura quasi documentaristica, basata su avvenimenti reali, e a una regia attenta e immersiva, lo spettatore viene trascinato nel viaggio dei protagonisti, condividendo con loro speranze, paure e dolori. Le interpretazioni degli attori, molti dei quali non professionisti, aggiungono autenticità e profondità emotiva alla narrazione, facendo di Io Capitano un’opera toccante e necessaria, capace di lasciare un segno profondo.
Prima di vedere questa pellicola, consiglio vivamente l’ascolto della testimonianza diretta di Mamadou Kouassi, l’uomo la cui incredibile storia ha ispirato il film. In un podcast emozionante, Mamadou racconta il suo viaggio straziante e coraggioso dalla Costa d’Avorio all’Italia, un cammino durato tre anni e mezzo e segnato da difficoltà inimmaginabili.
Con le sue parole, Mamadou vi condurrà prima a immaginare e poi a rivivere nel film le sfide affrontate nel deserto del Sahara, l’orrore delle terribili carceri libiche e le lotte quotidiane per la sopravvivenza. Il suo viaggio è un racconto di sogno e speranza, forza e resistenza, nonostante torture e ostacoli impensabili. La sua determinazione a costruire un futuro migliore non è mai venuta meno.
Questa testimonianza, ricca di dettagli ed emozioni, non solo arricchisce la comprensione del film Io Capitano, ma offre una prospettiva unica e diretta su ciò che si cela dietro la crisi migratoria che sta colpendo tutto il mondo. È un invito a riflettere su storie reali spesso ignorate, ma fondamentali per comprendere una delle emergenze più pressanti del nostro tempo.
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