La Pace creativa. L’innovazione ci può essere anche attraverso la cooperazione … non solo attraverso il conflitto.
La storia dell’innovazione e del progresso umano è spesso intrecciata con i concetti di competizione, conflitto e differenziazione. Questi temi emergono chiaramente anche nel contesto delle scienze cognitive, come esplorato da Paolo Legrenzi nel suo testo Prima lezione di scienze cognitive.
Un passaggio significativo di questo libro afferma:

“I grandi vantaggi che devono derivare al commercio da una pace generale e perpetua sono di per sé sicuri e incontestabili, ma essendo comuni a tutti non saranno reali per nessuno, dal momento che simili vantaggi sono effettivi principalmente per le loro differenze.”
Questa riflessione suggerisce che l’omogeneità e la pace assoluta, pur portando benefici diffusi, riducono l’incentivo all’innovazione e alla crescita. La competizione, sia essa economica o scientifica, crea differenziazione e spinge al miglioramento continuo. Questa dinamica ricorda la teoria della distruzione creativa di Joseph Schumpeter – che cito in ‘OCEANO BLU’: navigare in un oceano blu piuttosto che competere nell’oceano rosso -, secondo cui il progresso economico si manifesta attraverso un ciclo continuo di innovazione e obsolescenza.
Un campo multidisciplinare, le scienze cognitive
Il libro di Legrenzi delinea come le scienze cognitive rappresentino la confluenza di discipline diverse – psicologia, informatica, neuroscienze, filosofia, linguistica e antropologia – con l’obiettivo di comprendere la cognizione umana e artificiale. Legrenzi sottolinea che il punto di partenza di questa disciplina è lo studio dei sistemi naturali e artificiali capaci di ricevere, elaborare e comunicare informazioni per prendere decisioni e agire nel mondo.
L’autore esplora come la nascita delle scienze cognitive sia strettamente legata alla creazione di artefatti tecnologici, come il computer, che replicano o simulano capacità cognitive. Si tratta di un approccio che, in termini schumpeteriani, rientra perfettamente nella logica della distruzione creativa: le nuove tecnologie non solo rendono obsolete le vecchie, ma pongono anche le basi per ulteriori sviluppi.
Innovazione tra pace e conflitto
Nel mio articolo Il principio Dual-Use nella ricerca, sviluppo e progettazione di nuovi sistemi e tecnologie, ho esplorato come molte innovazioni tecnologiche nascano in ambito militare per poi trovare applicazioni civili, ma anche viceversa. Questo principio è emblematico del modo in cui la competizione e la necessità di prevalere in contesti conflittuali possano generare progressi che beneficiano l’intera società.
Legrenzi affronta il tema della progettazione alla rovescia (reverse engineering), un metodo che consiste nel scomporre sistemi complessi per comprenderne i meccanismi e riprodurli. Questo approccio è simile a quello utilizzato nell’approccio dual-use.
La razionalità nelle scienze cognitive
Uno dei temi centrali del libro è la riflessione sulla razionalità umana. Legrenzi discute come l’idea di razionalità, a lungo dominata da una visione filosofica o psicoanalitica, sia stata ridefinita grazie alle ricerche empiriche delle scienze cognitive. Le scoperte hanno messo in discussione l’idea che la nostra mente sia completamente razionale o consapevole di tutti i processi cognitivi. Questo spinge a riflettere sull’esistenza di un inconscio cognitivo, parallelo a quello emotivo proposto da Freud.
L’analisi di Legrenzi si collega alla teoria dei giochi, altro strumento fondamentale per modellare e comprendere la razionalità limitata dell’essere umano. Questa prospettiva trova applicazione anche nelle dinamiche di competizione tra Stati o imprese, dove l’ottimizzazione delle scelte avviene in un contesto di informazioni incomplete e risorse limitate.
Competizione ed innovazione
La frase di Legrenzi invita a riflettere su come la pace perpetua, pur essendo un ideale positivo, possa paradossalmente rallentare il progresso. Questo non significa che la guerra sia necessaria, ma che la competizione è un elemento chiave per l’innovazione. Nelle scienze cognitive, questo si traduce nella continua ricerca di modelli più avanzati per comprendere e replicare i processi mentali.
La collaborazione tra discipline e la competizione tra approcci differenti generano nuove prospettive e soluzioni innovative, creando un ciclo virtuoso che stimola la crescita. Questo principio è alla base delle scienze cognitive, che integrano contributi da più settori per affrontare problemi complessi.
Verso un modello integrato di progresso
In definitiva, il concetto di dual use, la distruzione creativa e le scienze cognitive condividono una logica comune: il progresso emerge dall’intersezione tra competizione, differenziazione e collaborazione. L’obiettivo non è eliminare la competizione, ma canalizzarla in forme costruttive che portino a benefici diffusi per l’intera società.
L’approccio multidisciplinare delle scienze cognitive, come descritto da Legrenzi, rappresenta un modello per affrontare le sfide del futuro, promuovendo innovazione attraverso la cooperazione e la competizione regolata.
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