L’influenza di una limitata conoscenza sull’applicazione delle euristiche cognitive

Nel corso della vita, ci troviamo costantemente di fronte a decisioni che richiedono una valutazione delle informazioni disponibili. Tuttavia, il nostro cervello ha risorse limitate e spesso non può analizzare ogni dettaglio in modo approfondito. Per semplificare questo processo, utilizza strategie cognitive chiamate euristiche, che permettono di prendere decisioni rapide ed efficienti.

Le euristiche cognitive sono strumenti utili per risparmiare tempo ed energie mentali, ma quando applicate senza consapevolezza e in assenza di una conoscenza adeguata su un determinato argomento, possono portare a giudizi distorti o errati.
Gli psicologi, insigniti del premio Nobel, Daniel Kahneman e Amos Tversky hanno dimostrato come queste strategie possano influenzare il giudizio, portando a distorsioni sistematiche note come bias cognitivi.

L’uso automatico delle euristiche può generare deviazioni dalla razionalità.
Ad esempio, il ricorso a informazioni parziali o la tendenza a sovrastimare la probabilità di un evento basandosi su esperienze recenti possono compromettere la qualità delle decisioni.
Riconoscere questi limiti è essenziale per migliorare la capacità di valutazione e ridurre gli errori decisionali.


L’euristica cognitiva è un concetto utilizzato in psicologia e nelle scienze cognitive per descrivere un approccio di problem-solving basato su regole generali, semplificazioni o strategie approssimative, piuttosto che su un’elaborazione completa e accurata delle informazioni disponibili. Questo tipo di strategia è spesso impiegato in situazioni complesse o quando la quantità di informazioni da elaborare è eccessiva. Le euristiche cognitive sono strumenti utili perché consentono di prendere decisioni rapide ed efficienti senza dover analizzare ogni dettaglio o considerare tutte le alternative possibili. Tuttavia, possono anche portare a errori sistematici e giudizi distorti. La differenza fondamentale tra un’euristica e un bias cognitivo è che le euristiche sono scorciatoie mentali funzionali nella maggior parte dei casi, mentre i bias rappresentano distorsioni sistematiche che emergono proprio dall’uso inconsapevole di tali scorciatoie. Ad esempio, in situazioni di incertezza, le persone possono affidarsi a informazioni facilmente accessibili piuttosto che a un’analisi approfondita, il che può portare a decisioni subottimali. Comprendere come funzionano le euristiche può aiutarci a gestirne i limiti e a migliorare la qualità delle nostre scelte.
Alcuni esempi comuni di euristiche cognitive includono:

  • Euristica della rappresentatività
    si basa sulla somiglianza tra un oggetto o un evento e un prototipo conosciuto.

    Ad esempio, se vediamo una persona con indosso una divisa da poliziotto, potremmo assumere che sia un poliziotto, anche se potrebbe essere un attore in costume.
  • Euristica della disponibilità
    si basa sulla facilità con cui vengono richiamate informazioni o esempi specifici dalla memoria. Se ricordiamo facilmente degli incidenti d’auto recenti, potremmo sovrastimare la frequenza degli incidenti rispetto alla realtà.
  • Euristica dell’ancoraggio e aggiustamento
    si basa sull’uso di un punto di riferimento iniziale (ancoraggio) per stimare una quantità o una situazione, e poi si apportano aggiustamenti a partire da quel punto di partenza. Ad esempio, in una negoziazione, spesso si parte da una richiesta estrema (ancoraggio) e si scende gradualmente verso una cifra più realistica.
  • Euristica della simulazione mentale
    coinvolge la creazione di una rappresentazione mentale simulata di un evento o di una situazione per valutarne la probabilità o l’impatto. Ad esempio, quando dobbiamo prendere una decisione importante, potremmo immaginare mentalmente i possibili scenari e valutare le loro conseguenze.

Queste strategie, sebbene efficaci nella vita quotidiana, possono introdurre distorsioni cognitive e bias, portando a valutazioni errate. Comprendere le euristiche cognitive è fondamentale per migliorare la consapevolezza critica e ridurre il rischio di errori sistematici nel processo decisionale.


Una delle euristiche cognitive che può essere influenzata dalla mancanza di conoscenza è la semplificazione delle informazioni.

Quando non possediamo una conoscenza approfondita su un argomento, potremmo essere inclini a fare supposizioni basate su informazioni limitate o stereotipi, piuttosto che effettuare un’analisi accurata dei fatti. Questo può portare a decisioni distorte o basate su informazioni erronee.

Inoltre, la carenza di conoscenza può influenzare l’applicazione dell’euristica della disponibilità. Questa euristica si basa sulla facilità con cui ricordiamo informazioni o esempi pertinenti. Se la nostra comprensione di un argomento è limitata, potremmo avere una visione ristretta delle situazioni e degli eventi che lo riguardano, portandoci a fare giudizi basati esclusivamente sulla nostra esperienza personale o su un numero ridotto di informazioni.

Un aspetto rilevante legato alla carenza di conoscenza è l’effetto Dunning-Kruger. Questo fenomeno psicologico descrive come individui con scarse competenze in un determinato ambito tendano a sovrastimare le proprie capacità, mentre chi possiede maggiore esperienza tende a sottostimare la propria competenza. Di conseguenza, una persona con conoscenze limitate potrebbe essere eccessivamente sicura nelle proprie convinzioni, senza rendersi conto delle proprie lacune. Ciò rende ancora più difficile riconoscere quando un’euristica porta a una valutazione errata.

È importante notare che la mancanza di conoscenza non è sinonimo di stupidità o mancanza di intelligenza. È semplicemente una condizione temporanea legata all’assenza di informazioni specifiche su un determinato argomento. Tuttavia, se non siamo consapevoli delle nostre limitazioni e non cerchiamo attivamente di colmare queste lacune di conoscenza, potremmo incorrere in errori di giudizio o pregiudizi.


Nell’ambito dell’evoluzione, esistono meccanismi di difesa e strategie sviluppate per garantire la sopravvivenza degli esseri viventi in situazioni di pericolo o minaccia. Questi meccanismi sono spesso innati e adattivi, rappresentando risposte istintive evolutesi nel tempo per proteggere gli organismi da danni o pericoli. Ad esempio, nell’uomo e in altri animali, possiamo osservare le risposte di lotta o fuga in situazioni di pericolo. Queste risposte derivano da meccanismi evolutivi regolati dal sistema limbico, in particolare dall’amigdala, che rileva potenziali minacce e innesca una risposta automatica. Il cervello riceve un segnale di pericolo, attivando una serie di reazioni fisiologiche e comportamentali volte a proteggere l’individuo. Tali reazioni includono l’aumento della frequenza cardiaca, l’aumento della concentrazione di adrenalina nel sangue e l’attivazione dei muscoli per prepararsi alla lotta o alla fuga. Secondo gli studi di Robert Sapolsky, lo stress cronico derivante da una continua attivazione di questi meccanismi può avere effetti negativi sulla salute, compromettendo il funzionamento del sistema immunitario e aumentando il rischio di malattie. Tuttavia, in condizioni di pericolo immediato, queste risposte sono essenziali per la sopravvivenza. In questo contesto, le euristiche cognitive possono essere considerate parte di questo sistema di difesa evolutivo. Strategie come la semplificazione delle informazioni e l’elaborazione rapida permettono di prendere decisioni immediate in situazioni di pericolo, senza dover impiegare risorse cognitive e temporali in un’analisi approfondita. Queste strategie consentono risposte rapide ed efficaci in caso di pericolo imminente, migliorando le probabilità di sopravvivenza dell’individuo.


La consapevolezza delle proprie limitazioni cognitive e l’impegno per l’acquisizione di conoscenze e informazioni possono aiutare a mitigare gli effetti della mancanza di conoscenza sull’applicazione delle euristiche cognitive.
L’educazione, la ricerca e l’esposizione a diverse prospettive ampliano la nostra comprensione e ci forniscono una base solida per prendere decisioni più informate.

Inoltre, la carenza di conoscenza può essere ridotta attraverso l’ascolto attivo, l’apertura mentale e la volontà di esaminare criticamente le proprie convinzioni. Questo processo ci consente di valutare le informazioni in modo più accurato e di riconoscere eventuali limiti cognitivi. L’ascolto delle opinioni e delle esperienze altrui, anche quando divergono dalle nostre, può aiutarci a migliorare la nostra comprensione e ad applicare le euristiche cognitive in modo più efficace.

Un approccio pratico per mitigare gli effetti dei bias cognitivi è il debiasing, ovvero l’adozione di strategie che riducono le distorsioni nel nostro ragionamento. Alcune tecniche efficaci includono:

  • Considerare dati statistici invece di affidarsi esclusivamente alle intuizioni personali, riducendo il rischio di errori di valutazione.
  • Chiedere opinioni esterne, per confrontare punti di vista diversi ed evitare di rimanere intrappolati in bias di conferma.
  • Applicare il metodo scientifico, formulando ipotesi e verificandole con dati oggettivi prima di trarre conclusioni affrettate.

Questi strumenti ci permettono di affinare il nostro pensiero critico e di migliorare la qualità delle nostre decisioni.

In sintesi, le euristiche cognitive sono strategie di pensiero che semplificano il processo decisionale. Tuttavia, la mancanza di conoscenza può influenzare il modo in cui applichiamo queste euristiche, portando a decisioni distorte o errate.

È importante riconoscere le nostre limitazioni cognitive, cercare attivamente di colmare le lacune di conoscenza e considerare le prospettive degli altri per prendere decisioni più informate ed evitare giudizi basati su informazioni limitate o stereotipi. L’educazione, l’ascolto attivo e l’apertura mentale sono strumenti fondamentali per mitigare l’influenza della scarsa conoscenza sull’applicazione delle euristiche cognitive e per prendere decisioni più consapevoli e razionali.

Herbert Simon ha introdotto il concetto di razionalità limitata, secondo cui gli individui, a causa di vincoli cognitivi e informativi, non possono prendere decisioni perfettamente razionali, ma si affidano a strategie approssimative, come le euristiche, per affrontare la complessità del mondo reale. La consapevolezza di questi limiti e il continuo impegno nell’apprendimento e nella formazione sono essenziali per affinare la nostra capacità di giudizio e migliorare la qualità delle nostre decisioni.


  • Daniel Kahneman e Amos Tversky sono stati pionieri nello studio delle euristiche cognitive e dei bias nel processo decisionale umano. Attraverso una serie di esperimenti, hanno dimostrato come le persone spesso si affidino a scorciatoie mentali, o euristiche, per prendere decisioni in condizioni di incertezza, il che può portare a errori sistematici di giudizio. Uno dei loro lavori più influenti è l’articolo “Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases”, pubblicato nel 1974, in cui descrivono come queste euristiche possano influenzare il pensiero umano.
    Tra le euristiche identificate da Kahneman e Tversky vi sono:
    Euristica della rappresentatività

    le persone valutano la probabilità di un evento in base alla sua somiglianza con una categoria o un prototipo preesistente, spesso ignorando informazioni statistiche rilevanti;
    Euristica dell’ancoraggio e aggiustamento

    le persone tendono a fare stime numeriche partendo da un valore iniziale (ancora) e poi aggiustandolo, spesso in modo insufficiente, influenzando così le decisioni finali;
    Euristica della disponibilità

    le persone giudicano la frequenza o la probabilità di un evento in base alla facilità con cui esempi simili vengono in mente, il che può portare a sovrastimare eventi rari ma facilmente ricordabili.
    Queste scoperte hanno avuto un impatto significativo in campi come l’economia, la medicina e la politica, portando a una comprensione più profonda dei meccanismi cognitivi che guidano il comportamento umano. Per un’ulteriore esplorazione del loro lavoro, è possibile consultare l’articolo originale “Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases”

  • Secondo gli studi del neuroendocrinologo Robert Sapolsky, lo stress cronico può avere effetti deleteri sulla salute umana. Sapolsky ha osservato che, mentre negli animali lo stress è tipicamente acuto e correlato a minacce immediate, negli esseri umani lo stress tende a essere cronico, derivante da preoccupazioni quotidiane come problemi finanziari o relazionali. Questa esposizione prolungata allo stress può portare a una serie di problemi di salute, tra cui arteriosclerosi, colite, diabete e danni neurologici. Inoltre, Sapolsky ha studiato le risposte allo stress nei babbuini, scoprendo che gli individui con posizioni sociali inferiori presentano livelli più elevati di cortisolo, l’ormone dello stress, e sono più suscettibili a malattie correlate allo stress. Questi risultati suggeriscono che lo stress cronico, derivante da fattori sociali e ambientali, può avere un impatto significativo sulla salute sia negli animali che negli esseri umani. Per approfondire ulteriormente gli effetti dello stress sul corpo umano, è possibile consultare il libro di Sapolsky “Why Zebras Don’t Get Ulcers”, che offre una panoramica dettagliata su come lo stress cronico influenzi vari sistemi fisiologici.
  • Herbert A. Simon, premio Nobel per l’economia nel 1978, ha introdotto il concetto di “razionalità limitata” per descrivere come, nel processo decisionale, la razionalità degli individui sia vincolata da fattori quali le informazioni disponibili, le limitazioni cognitive della mente e il tempo a disposizione per prendere una decisione. Secondo Simon, gli esseri umani non possono sempre perseguire la scelta ottimale a causa di queste limitazioni; invece, tendono a cercare soluzioni che siano “sufficientemente buone”, un processo da lui definito come “satisficing”. Questa teoria offre una visione più realistica del comportamento umano rispetto ai modelli di razionalità assoluta, riconoscendo che le decisioni sono spesso il risultato di una razionalità pratica e contestualizzata.

aggiornamento: 25/02/2025


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