L’abbondanza di informazioni e la sfida dell’approfondimento. Aumenta la fruizione di contenuti ma non sappiamo ricavarne un reale vantaggio.
Nell’era digitale in cui viviamo, l’accesso a un’enorme quantità di informazioni è diventato più semplice che mai. I dispositivi mobili, i social media e i motori di ricerca ci mettono a disposizione un vasto universo di contenuti, ma ci troviamo di fronte a un paradosso: nonostante l’abbondanza di informazioni, spesso non siamo in grado di ricavarne un reale vantaggio. In questo articolo, esploreremo il fenomeno del “paradosso digitale” e le ragioni per cui molte persone sembrano preferire conferme facili e veloci anziché un approfondimento delle proprie conoscenze.
La superficialità dell’approccio digitale
La cultura dell’immagine e dell’immediatezza che caratterizza l’era digitale spinge molti individui a cercare conferme veloci e superficiali anziché impegnarsi in un processo di approfondimento. Le brevi descrizioni, i titoli accattivanti e le immagini suggestive diventano spesso sufficienti per formare un’opinione o per ritenersi informati su un determinato argomento. Questo approccio superficiale limita la comprensione approfondita e il pensiero critico.
Il paradosso dell’età digitale è un fenomeno che si sta studiando e che sta confermando che nonostante l’aumento della fruizione di contenuti digitali, ciò non si traduce necessariamente in un reale vantaggio o in un approfondimento delle conoscenze per Tutti.
Da un punto di vista psicosociale viene da chiedersi: perché alle persone non interessa approfondire le proprie conoscenze, ma cercano solo facili e veloci conferme, anziché cercare di contrastare la loro ignoranza su molti temi?
Ci sono diverse possibili spiegazioni per questo fenomeno.
Uno dei fattori chiave potrebbe essere la natura stessa delle tecnologie digitali e dei social media, che spesso promuovono un consumo di informazioni rapido e superficiale. I feed di notizie e i social media sono progettati per fornire contenuti brevi, immediati e coinvolgenti, che possono incoraggiare una mentalità di “scorrimento veloce” senza dedicare molto tempo o sforzo a una valutazione critica o a un approfondimento.
Inoltre, l’abbondanza di contenuti online può creare un senso di sovraccarico informativo. Le persone possono sentirsi sopraffatte dalla quantità di informazioni disponibili e optare per una ricerca di conferme veloci anziché affrontare la complessità di approfondire argomenti complessi. La ricerca di conferme può anche essere legata alla ricerca di gratificazione immediata e alla tendenza umana di confermare le proprie convinzioni preesistenti.
Ci sono anche fattori sociali e culturali che influenzano le preferenze delle persone. Nelle società moderne, l’attenzione e il tempo a volte sono risorse preziose, e le persone possono sentirsi incentivati a massimizzare l’efficienza e minimizzare lo sforzo nel processo di acquisizione delle informazioni.
Inoltre, i sistemi di gratificazione immediata, come i “mi piace” sui social media, possono influenzare il comportamento delle persone, spingendole a cercare conferme veloci e superficiali piuttosto che impegnarsi in un approfondimento.
E’ importante considerare anche le differenze individuali nelle preferenze e nei comportamenti.
Ovviamente, non tutte le persone sono uguali nella loro motivazione e nell’approccio all’apprendimento e alla ricerca delle conoscenze. Alcuni individui hanno compreso di avere a disposizione una sorta di biblioteca di alessandria post-moderna e possono essere più inclini a una ricerca approfondita e critica delle informazioni, mentre altri come visto possono preferire un’approccio più superficiale.
La Biblioteca di Alessandria e Internet: la diffusione della conoscenza nell’antichità e nell’era digitale
La Biblioteca di Alessandria è stata un simbolo dell’accumulo e della diffusione della conoscenza nell’antichità, mentre oggi viviamo nell’era di Internet, una vasta rete di informazioni accessibile a livello globale.
La Biblioteca di Alessandria: il centro del sapere antico.
La Biblioteca di Alessandria, fondata nel III secolo a.C., era una delle più grandi raccolte di scritti dell’antichità. Si stima che contenesse centinaia di migliaia di rotoli, inclusi testi filosofici, scientifici, letterari e storici provenienti da diverse culture e civiltà. Era un luogo di studio, ricerca e conservazione della conoscenza, dove gli studiosi potevano accedere alle opere più importanti del loro tempo.
Internet: la conoscenza a portata di click.
Internet ha rivoluzionato la diffusione della conoscenza. Oggi, con un semplice click, si può accedere a una quantità incredibile di informazioni provenienti da tutto il mondo. Motori di ricerca, biblioteche digitali, siti web specializzati e piattaforme di condivisione consentono di esplorare una vasta gamma di argomenti in modo rapido e pratico. Internet ha reso la conoscenza accessibile a tutti, superando le barriere geografiche e temporali.
Nonostante l’accesso immediato a una vasta quantità di informazioni, l’era digitale presenta alcune sfide nella diffusione della conoscenza.
La Biblioteca di Alessandria nell’antichità era accessibile solo a un’elite di studiosi, mentre Internet ha effettivamente democratizzato l’accesso alla conoscenza, rendendola disponibile a un pubblico più ampio. Internet ha abbattuto le barriere geografiche e ha fornito a milioni di persone l’opportunità di accedere a informazioni, risorse e prospettive diverse da tutto il mondo.
Nonostante questa democratizzazione della conoscenza, tuttavia, è vero che non tutte le persone ne approfittano pienamente. Ci possono essere diversi motivi per questa situazione. Alcuni individui potrebbero non essere consapevoli delle risorse disponibili su Internet o potrebbero non avere le competenze necessarie per utilizzarle in modo efficace. Altri possono essere influenzati da fattori come la mancanza di tempo, l’overload di informazioni o la preferenza per fonti di informazione di facile accesso e di rapida comprensione.
Inoltre, l’abuso di internet per scopi di intrattenimento o la tendenza a cercare conferme delle proprie convinzioni preesistenti possono limitare l’uso efficace della conoscenza disponibile online. Le persone possono preferire contenuti superficiali o sensazionalistici che soddisfano i loro bisogni immediati di svago o conferma, piuttosto che impegnarsi in una ricerca più approfondita o esplorare prospettive diverse.
Tuttavia, è importante sottolineare che ci sono anche molte persone che sfruttano appieno le risorse offerte da Internet per ampliare le proprie conoscenze, sviluppare abilità e approfondire argomenti di interesse. Questi individui sfruttano le opportunità di apprendimento online, partecipano a comunità di apprendimento online, leggono libri e articoli accademici e accedono a risorse di alta qualità per arricchire la propria comprensione del mondo.
L’esclusione sociale nel non saper o voler cogliere l’opportunità.
È possibile che coloro che sfruttano appieno le risorse offerte da Internet per ampliare le proprie conoscenze andranno a costituire una sorta di nuova élite della conoscenza. Tuttavia, è importante sottolineare che non necessariamente questa élite sarà basata su criteri tradizionali come il potere economico o l’accesso privilegiato all’istruzione.
Nel contesto digitale, l’essere parte di questa “nuova élite” si basa principalmente sull’attitudine e sull’impegno individuale nell’acquisizione di conoscenze e nello sviluppo delle proprie abilità. Coloro che si impegnano attivamente nell’apprendimento online, partecipano a comunità di apprendimento, leggono fonti autorevoli e accedono a risorse di alta qualità, avranno maggiori possibilità di acquisire una conoscenza approfondita e un’ampia prospettiva su vari argomenti.
L’applicazione della teoria delle asimmetrie dell’informazione nel contesto sociale e socio-politico potrebbe creare i presupposti per l’emergere di una pericolosa nuova classe dominante.
Mentre la teoria delle asimmetrie dell’informazione viene spesso associata all’ambito economico, in cui informazioni sbilanciate possono favorire una parte a discapito dell’altra, è possibile estendere questa idea ad altri contesti.
Nel contesto sociale e socio-politico, l’asimmetria dell’informazione potrebbe tradursi in un divario nella conoscenza e nell’accesso alle informazioni. Coloro che riescono a sfruttare appieno le risorse digitali per ampliare le proprie conoscenze e ottenere informazioni accurate avranno un vantaggio significativo rispetto a coloro che non sono in grado o non sono disposti a farlo. Questo divario potrebbe creare una nuova forma di esclusione sociale, in cui una classe di individui informati e consapevoli si distingue da coloro che sono relegati a un ruolo subordinato a causa della loro mancanza di accesso alla conoscenza e soprattutto a nuova conoscenza.
Inoltre, la possibilità di manipolare e controllare l’informazione potrebbe essere sfruttata dalla nuova classe dominante per consolidare il proprio potere e sottomettere gli altri. Questo richiama alla mente le atmosfere distopiche descritte da George Orwell, in cui il controllo delle informazioni è uno strumento chiave per il mantenimento del potere oppressivo. Nel contesto digitale, in cui le informazioni circolano rapidamente e in gran quantità, il rischio di manipolazione e disinformazione diventa ancora più significativo
Concludendo
Il fenomeno del “paradosso dell’età digitale”, in cui l’aumento della fruizione di contenuti digitali non si traduce per tutti in un reale vantaggio o approfondimento delle conoscenze, porta con se il pericolo latente d’instaurazione di una nuova classe dominante.
Jeremy Rifkin, un sociologo e saggista contemporaneo, ha discusso del concetto di “potere dell’informazione” nei suoi scritti. Secondo Rifkin, l’era dell’informazione ha portato a un cambiamento di paradigma nel potere sociale ed economico. Nella sua opera “La fine del lavoro” e in altri scritti, Rifkin sostiene che il potere tradizionale basato sulla proprietà fisica dei beni si sta trasformando in un potere basato sull’accesso e il controllo delle informazioni.
Secondo Rifkin, l’accesso alle informazioni e la capacità di manipolarle e diffonderle sono diventati una fonte primaria di potere nella società contemporanea. Le aziende e le istituzioni che riescono a raccogliere e utilizzare in modo efficace grandi quantità di dati e informazioni hanno un vantaggio competitivo significativo. Rifkin suggerisce che l’ascesa delle piattaforme digitali e delle reti di comunicazione ha amplificato ulteriormente il potere dell’informazione, consentendo a poche aziende di acquisire una vasta quantità di dati personali e di influenzare le decisioni e le scelte delle persone. Per questo egli ci sprona a promuovere l’idea di una “democrazia dell’informazione”, in cui l’accesso alle informazioni sia equamente distribuito e capace di contrastare il nuovo Potere in grado di influenzare l’economia, la politica e la sfera sociale, sottolineando l’importanza di una gestione democratica e responsabile dell’informazione per garantire un equilibrio di potere e un futuro sostenibile.
Comprendere questi fattori può aiutare a comprendere la necessità di promuovere l’utilizzo più consapevole e proficuo delle tecnologie digitali e a incoraggiare una ricerca della conoscenza più approfondita.
Qui di seguito alcuni testi di riferimento sulla tematica del “paradosso dell’età digitale”, l’effetto delle nuove tecnologie sulla conoscenza e l’approfondimento delle informazioni:
- “The Shallows: What the Internet Is Doing to Our Brains” di Nicholas Carr Questo libro esplora come l’uso intensivo di Internet e delle tecnologie digitali stia influenzando il nostro modo di pensare, leggere e apprendere, con un’attenzione particolare all’approfondimento della conoscenza.
- “Alone Together: Why We Expect More from Technology and Less from Each Other” di Sherry Turkle. L’autrice esplora come la nostra crescente dipendenza dalla tecnologia stia influenzando la nostra capacità di approfondire le relazioni umane e l’apprendimento, e suggerisce riflessioni sulla necessità di bilanciare l’uso delle tecnologie digitali.
- “The Attention Merchants: The Epic Scramble to Get Inside Our Heads” di Tim Wu. Questo libro analizza come le aziende e le piattaforme digitali stiano cercando di catturare e monopolizzare la nostra attenzione, con implicazioni sul nostro modo di ricevere e approfondire le informazioni.
- “The Filter Bubble: What the Internet Is Hiding from You” di Eli Pariser. L’autore esamina come gli algoritmi e le personalizzazioni dell’esperienza online stiano influenzando il nostro accesso alle informazioni, creando filtri che possono limitare l’esposizione a punti di vista diversi e l’opportunità di approfondire le conoscenze.
- “Cognitive Surplus: Creativity and Generosity in a Connected Age” di Clay Shirky. Questo libro esplora come la nostra capacità di contribuire e partecipare alla creazione di contenuti online possa influenzare il nostro livello di coinvolgimento e approfondimento nell’era digitale.
- “The Dumbest Generation: How the Digital Age Stupefies Young Americans and Jeopardizes Our Future” – Don’t Trust Anyone Under 30 di Mark Bauerlein. L’autore analizza come l’abbondanza di informazioni digitali e l’uso intensivo delle tecnologie digitali stiano influenzando le capacità cognitive e l’apprendimento delle nuove generazioni.
in italiano
- La rete intelligente: Internet e il futuro della conoscenza” di Alberto Abruzzese. In questo libro, l’autore analizza l’impatto di Internet e delle tecnologie digitali sulla conoscenza, l’apprendimento e la cultura, evidenziando sia gli aspetti positivi che quelli critici.
- “Internet ci rende stupidi? La comunicazione nella società digitale” di Giovanni Boccia Artieri. L’autore esplora il ruolo di Internet nella nostra società, analizzando come l’abbondanza di informazioni e la comunicazione digitale influenzino le nostre capacità cognitive e il modo in cui acquisiamo e approfondiamo le conoscenze.
- “La follia dei like: Come l’età digitale sta cambiando il nostro modo di vivere” di Marco Cattaneo. Questo libro esamina come l’uso intensivo dei social media e delle tecnologie digitali stia influenzando il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e il nostro approccio all’apprendimento e alla conoscenza.
- “La mente estesa: Come internet e le nuove tecnologie stanno cambiando il nostro modo di pensare” di Fabio Fazio e Umberto Galimberti. Gli autori esplorano il rapporto tra tecnologia e mente umana, esaminando come Internet e le nuove tecnologie abbiano modellato il nostro modo di pensare, conoscere e apprendere.
- “Dispositivi mobili e comportamenti digitali: La sfida educativa del presente” di Donatella Persico e Federico Borgonovi. Questo libro si concentra sulle implicazioni educative dell’uso dei dispositivi mobili e delle tecnologie digitali, esplorando come queste influenzino l’apprendimento, l’approfondimento delle conoscenze e i comportamenti digitali delle nuove generazioni.
- “Il cervello digitale: Come le nuove tecnologie stanno cambiando il nostro modo di pensare” di Manfred Spitzer. L’autore analizza gli effetti delle nuove tecnologie digitali sul cervello umano, esplorando come l’uso intensivo di smartphone, tablet e Internet stia influenzando la nostra capacità di concentrazione, riflessione e approfondimento delle informazioni.