dall’INTELLIGENZA DISTRIBUITA all’INTELLIGENZA CONNETTIVA

La nuova frontiera dell’apprendimento è una gestione efficace della conoscenza: i concetti alla base delle teorie sulla connettività aprono la strada a nuove prospettive di apprendimento e, di conseguenza, alla definizione di nuovi paradigmi per la formazione e la gestione della conoscenza anche in campo informatico

Il Connessionismo è un tema di ricerca interdisciplinare che studia i processi cognitivi (umani e animali) attraverso l’elaborazione di modelli astratti e, soprattutto, di programmi implementabili su calcolatori elettronici. Questi programmi, dotati di una struttura analoga a quella delle reti neurali, sono in grado di simulare il funzionamento del sistema nervoso. La disciplina integra dunque elementi che appartengono ai campi dell’intelligenza artificiale, delle neuroscienze, della psicologia cognitiva e della filosofia della mente.

Marvin Minsky, uno dei pionieri dell’intelligenza artificiale e professore al MIT, teorizzò la Concezione Distribuita dell’Intelligenza secondo cui “un comportamento intelligente è il prodotto dell’interazione di un elevato numero di agenti intelligenti, piuttosto che il risultato di un unico processo operante in modo globale”.

Ispirandosi al concetto di intelligenza distribuita ed altri pensieri o teorie introdotti in passato da filosofi e scienziati come il marchese de Condorcet, Karl Marx, Émile Durkheim e Douglas C. Engelbart, il filosofo francese Pierre Lèvy – specializzato nella comprensione delle implicazioni culturali e cognitive delle tecnologie digitali e del fenomeno dell’intelligenza collettiva umana – ha codificato il concetto di Intelligenza Collettiva. Il concetto di intelligenza collettiva può essere studiato come esempio particolare di manifestazione di comportamento emergente che ha luogo nei sistemi dinamici non lineari, come gli stormi di uccelli, i sistemi frattali o le colonie di api, che rappresentano esempi naturali di intelligenze collettive.

L’Intelligenza Collettiva rappresenta l’estensione della nostra intelligenza come singoli individui che si realizza in uno spazio di soggetti collettivi non predeterminato, ma in continua costruzione mediante processi comunicativi a formare una Mente Globale. Assumendo per veri questi concetti, Internet viene riconosciuto come lo strumento che ha attivato questa mente globalmente connessa. Lo scienziato Derrick de Kerckhove, già direttore del dipartimento Cultura & Tecnologia del programma McLuhan di Toronto, introduce il concetto di Intelligenza Connettiva.

L’Intelligenza Connettiva della Rete è la comunicazione dinamica attraverso processi informali simili per certi versi ai rapporti interpersonali. La connettività consiste nel trovare metodi che facciano procedere insieme i pensieri in tempo reale, favorendo una riflessione più rapida e collaborativa. La tecnologia consente scambi interpersonali in tempo reale in tutti i campi: la connettività è una delle risorse più potenti e indispensabili per la crescita della produzione intellettuale umana.

Il Connettivismo non si basa solo sulla nozione di connessionismo mutuato dall’informatica, ma anche sul concetto di ‘apprendimento situato’, che afferma che la conoscenza non è un insieme di nozioni teoriche apprese, ma il frutto di un processo dinamico, cioè della partecipazione attiva di un soggetto all’interno di un contesto, data l’interazione con gli altri membri e la situazione circostante. Pertanto, la conoscenza non si verifica solo nella mente degli individui, ma è trans-individuale ed esiste all’interno e tra i gruppi. Da qui prende forma il concetto di Intelligenza Collettiva: attraverso l’uso di tecnologie collaborative, gli individui possono svolgere un compito come se il gruppo fosse un singolo organismo, anziché essere scomposto tra agenti individuali.

L’intelligenza artificiale (IA) gioca un ruolo cruciale in questo contesto. Essa non solo si basa sui principi dell’intelligenza distribuita e collettiva, ma contribuisce attivamente a potenziarne le capacità. I sistemi di IA, in particolare quelli basati su reti neurali e algoritmi di apprendimento automatico, riflettono la capacità di elaborare grandi quantità di dati in modo distribuito, favorendo la creazione di soluzioni collettive in tempo reale. L’intelligenza artificiale permette di connettere e coordinare agenti intelligenti, amplificando l’intelligenza collettiva e facilitando l’auto-organizzazione in ambiti complessi.

Questa nuova visione qualifica la conoscenza collettiva come una saggezza di gruppo che può superare la conoscenza di ogni singolo individuo che ne fa parte. Inoltre, la conoscenza di gruppo non è simbolica, teorica o poetica, bensì l’insieme di connessioni formate dall’azione o dall’esperienza dei membri del gruppo, rendendola pragmatica. La funzione fondamentale della conoscenza collettiva, attraverso lo sviluppo connesso dell’intelligenza collettiva, è strumentale, ossia capace di consentire una conoscenza obiettiva della realtà per realizzare un’azione efficace su di essa.

Il principio fondamentale del successo di sistemi a intelligenza collettiva è l’auto-organizzazione: l’insieme di meccanismi dinamici nei quali compaiono strutture a livello globale in seguito alle interazioni tra le componenti di livello inferiore. Lo studio di questi fenomeni è alla base dell’attuale ricerca scientifica non solo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma anche nel campo del management delle nuove organizzazioni, come ad esempio i Sistemi Olonici, le organizzazioni a rete e le piattaforme collaborative decentralizzate.

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