WIR SIND HIER (Siamo Qui) | ARS Electronica Festival 2013

SIAMO  QUI!

FATTI  SENTIRE … SII PARTE DEL CORO CHE STIAMO CREANDO!

La cerimonia di apertura dell’Ars Electronica Festival 2013 ha messo in scena la performance “WIR SIND HIER (Siamo Qui)”, un progetto cross-mediale ideato dall’artista italiano Salvatore Vanasco e supportato da numerosi artisti rinomati. Questo progetto è stato lanciato in coincidenza con l’80° anniversario del primo “Bücherverbrennung” (rogo dei libri) perpetrato dalla gioventù hitleriana, servendo come riflessione culturale sull’evoluzione del controllo dell’informazione e sulla censura.

La performance si è svolta alla Tabakfabrik di Linz e ha rappresentato il culmine di un processo di partecipazione creativa iniziato due mesi prima con un dibattito pubblico online. L’obiettivo era sviluppare un progetto collaborativo destinato a espandersi globalmente attraverso l’uso del web.

Il fulcro del progetto “WIR SIND HIER” risiede nel sito http://www.wir-sind-hier.org/, una piattaforma dove vengono sollevate questioni cruciali per i cittadini nella società dell’informazione, come la censura e la privacy. Il sito offre l’opportunità di ricevere aggiornamenti sulle azioni in corso, di esprimere opinioni, prendere posizioni, offrire consigli, sviluppare idee, richiedere informazioni o accumulare conoscenza.

Il progetto mira a creare e diffondere un luogo ideale, aperto alla partecipazione attiva, in cui si possa stimolare il fenomeno di “Crowding-out”, teorizzato dall’economista e sociologo Bruno Frey. Questo fenomeno favorisce l’espressione delle vocazioni artistiche all’interno della comunità che si sta formando sotto il nome “WIR SIND HIER”.

Il messaggio dei creatori è chiaro e invita all’azione: “Esprimi la tua opinione e ascolta quando gli altri rispondono”. Partecipa attivamente! Sii parte del coro che stiamo creando e fatti sentire nella nostra comunità globale. Questo è un invito aperto a tutti coloro che desiderano contribuire creativamente e influenzare positivamente la società dell’informazione. Siamo qui, e la tua voce è essenziale.

 “esprimi la tua opinione ed ascolta quando gli  altri rispondono”.

SIAMO  QUI! FATTI  SENTIRE … SII PARTE DEL CORO CHE STIAMO CREANDO!

Una riflessione …  
Esaminando il concetto alla base della performance e riflettendo sugli studi affrontati nel corso di Sociologia della Cultura Digitale, mi sono venuti in mente diversi concetti rilevanti. In primo luogo, l'”Intelligenza Collettiva”, teorizzata da Pierre Lèvy, e la sua evoluzione in “Intelligenza Connettiva” proposta da Derrick de Kerckhove. Questi concetti si collegano strettamente al lavoro di Douglas Hofstadter in “GEB – Gödel, Escher, Bach”, dove esplora i processi cognitivi relativi alla percezione del “sé” e alla creazione artistica. Altri studiosi come Douglas Engelbart, con i suoi studi sulla “Dynamic Knowledge Repository”, e Tom Atlee, con il suo approccio alla “Co-intelligence” come strumento per sviluppare una coscienza collettiva che influenzi politica ed economia, enfatizzano ulteriormente il valore della cooperazione.

Questi concetti sollevano una questione cruciale: sarà questo progetto in grado di trasformare la Conoscenza Implicita, un termine chiave nel Knowledge Management, in una forma Esplicita di Arte Collaborativa trans-mediale e evolutiva di matrice europea? Potrebbe canalizzare le energie intellettuali degli artisti europei verso la creazione di un “Mainstream Culturale Unico Europeo”, un fenomeno ancora assente nell’Europa Unita?

Il sociologo francese Frederic Martel, nel suo ultimo libro “MainStream”, offre una critica penetrante sulla difficoltà dell’Europa di posizionarsi efficacemente nei flussi culturali globali, nonostante gli sforzi per creare un’Europa realmente unita e le strategie di azione che utilizzano ingenti fondi pubblici europei per sostenere i suoi membri.


			

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