L’architettura del potere digitale non rappresenta solo una nuova forma di controllo, ma una ridefinizione fondamentale della coscienza stessa. Comprendere questo cambiamento è cruciale per sviluppare risposte efficaci alle strutture di potere contemporanee. Le forme tradizionali di resistenza basate sulla critica, la consapevolezza o la disconnessione si rivelano insufficienti contro un sistema che opera attraverso la modulazione continua della coscienza. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno le basi neurologiche degli stati di trance algoritmica e per sviluppare forme di resistenza che possano operare all’interno di questo nuovo regime di potere, piuttosto che contro di esso. Man mano che i sistemi di intelligenza artificiale diventano più sofisticati, la capacità di indurre e mantenere stati di trance sarà probabilmente sempre più automatizzata e personalizzata, rendendo necessaria l’elaborazione di nuovi paradigmi per preservare l’autonomia e l’agency umana
[Jianwei Xun (Independent Research Fellow), “The hypnotic architecture of digital power: algorithmic trance and the end of shared reality”, Institute for Critical Digital Studies, Berlin]
Jianwei Xun, nel suo saggio “Ipnocrazia. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà”, qualifica meglio questo assunto qui sopra a conclusione della sua pubblicazione e propone una lettura radicale e disturbante della contemporaneità, in cui il potere si esercita non più attraverso la coercizione fisica o la persuasione ideologica, ma attraverso la manipolazione della percezione e l’induzione di stati alterati di coscienza.
L’Ipnocrazia, secondo Xun, è il primo regime che non ha bisogno di censurare o reprimere: gli basta saturare il campo dell’informazione con realtà alternative incompatibili, dissolvendo la distinzione tra vero e falso.
La tesi centrale del libro si sviluppa attraverso l’analisi di concetti chiave come la sovranità percettiva, la resistenza oscura e l’edging algoritmico, strumenti attraverso i quali Xun descrive un mondo in cui le piattaforme digitali non vendono più solo prodotti o pubblicità, ma veri e propri stati di coscienza.
La realtà diventa un sogno lucido permanente, in cui gli individui oscillano tra eccitazione e torpore, tra ansia e appagamento momentaneo, vittime di un flusso ininterrotto di stimoli controllati dagli algoritmi.
Particolarmente efficace è l’analisi di due figure emblematiche di questa nuova era: Donald Trump ed Elon Musk, che Xun identifica come i “sacerdoti dell’Ipnocrazia”. Trump svuota il linguaggio di significato attraverso la ripetizione ossessiva di slogan e la creazione di realtà alternative per i propri seguaci. Musk, invece, proietta il pubblico in una trance da attesa messianica, in cui le sue promesse futuristiche—spesso irrealizzabili—creano un costante stato di sospensione. Entrambi operano su livelli diversi ma complementari, modulando le aspettative, riscrivendo la percezione della realtà e trasformando ogni critica in una conferma del loro potere ipnotico.
Ma il vero protagonista di questo nuovo ordine non è una figura carismatica, bensì la tecnologia stessa: gli algoritmi di raccomandazione, secondo Xun, non si limitano a mostrare contenuti, ma modellano la coscienza, inducendo stati mentali ottimali per il consumo e il controllo. L’intelligenza artificiale non emula l’intelligenza umana, ma perfeziona la capacità di generare realtà alternative, annullando il confine tra vero e falso.
Viviamo, quindi, in un’economia della trance, dove ogni gesto—dallo scrolling sui social media all’interazione con un chatbot—contribuisce alla costruzione di una realtà ipnotica che non ha più bisogno di essere imposta: è autoalimentata dalla partecipazione stessa degli utenti.
Un sistema senza via d’uscita?
L’impostazione di Ipnocrazia è senza dubbio affascinante, ma presenta un problema di fondo: il determinismo assoluto con cui Xun descrive il sistema.
Se l’Ipnocrazia è una rete pervasiva che assorbe e neutralizza ogni forma di opposizione, come può esistere una resistenza reale? Se la realtà stessa è dissolta in un infinito gioco di specchi, quale spazio resta per l’autonomia individuale?
Xun sembra suggerire che l’unica forma di sopravvivenza sia sviluppare una lucidità nella trance, una capacità di navigare consapevolmente tra i diversi strati della realtà ipnotica senza esserne completamente assorbiti. Ma questa soluzione appare più come un adattamento individuale che come una vera strategia collettiva per contrastare il fenomeno.
La speranza … costruendo un’alternativa culturale
Se l’Ipnocrazia esiste, non è invincibile.
L’idea che ogni forma di dissenso venga assorbita e neutralizzata dal sistema ignora l’esistenza di iniziative reali che, da anni, lavorano per costruire una resistenza culturale e cognitiva alla manipolazione digitale.
Un esempio concreto è l’impegno nel contrasto al digital divide culturale, che mira non solo a garantire accesso alle tecnologie, ma a sviluppare una literacy digitale attiva e trasformativa, in grado di fornire strumenti critici per riconoscere e decostruire le dinamiche ipnotiche del digitale.
Il nostro lavoro trentennale, in azioni come quelle sviluppate attraverso programmi quali Umanesimo & Tecnologia/Rebel Alliance Empowering, L.I.N.K.E.D., Mediatore della Cultura Digitale dimostrano che è possibile creare ecosistemi di conoscenza che sfuggano alla logica dell’Ipnocrazia e offrano una prospettiva alternativa.
Non si tratta solo di educazione digitale, ma di ripensare il ruolo della tecnologia come strumento di emancipazione, anziché di assoggettamento.
Attraverso la creazione di contenuti culturali di scopo, la promozione di narrazioni transmediali che favoriscano il pensiero critico e la sperimentazione di ambienti digitali che non siano semplici camere di risonanza algoritmica, si può contrastare la trance algoritmica con una consapevolezza attiva e creativa.
In definitiva, Ipnocrazia è un libro illuminante nella sua analisi del presente, ma rischia di cadere nella trappola del pessimismo paralizzante.
La realtà non è scomparsa, come suggerisce Xun: è diventata un campo di battaglia tra diverse forme di percezione e conoscenza.
E in questa battaglia, possiamo non essere spettatori passivi, ma agenti di un possibile cambiamento.
Jianwei Xun è un analista culturale e filosofo (immaginario) si dichiara nato ad Hong Kong, il cui lavoro collega i mondi dei media, della teoria narrativa e della filosofia. Dopo aver studiato filosofia politica e studi sui media all’Università di Dublino, è ricercatore indipendente e ha lavorato come consulente per istituzioni globali su narrazioni strategiche, prima di dedicarsi alla scrittura del suo primo saggio “Ipnocrazia: Trump, Musk e la nuova architettura della realtà”, in cui esplora come il potere contemporaneo plasmi la percezione e la realtà. Attualmente, Xun studia l’intersezione tra narrazione, tecnologia e trasformazione culturale.
I punti chiave del suo saggio
- Tesi centrale
la società dell’Ipnocrazia
Il libro propone il concetto di Ipnocrazia, un regime che non controlla direttamente i corpi o reprime i pensieri, ma induce uno stato di coscienza alterato, trasformando la realtà in una continua suggestione ipnotica. Non si tratta solo di manipolazione dell’informazione o sorveglianza digitale, ma di un’architettura del potere basata sulla dissoluzione della distinzione tra vero e falso. - Caratteristiche dell’Ipnocrazia
La realtà è diventata gassosa, ossia una successione di realtà alternative che collidono tra loro senza più un centro unificante.
Gli individui vivono in uno stato di trance funzionale dove emozioni e attenzioni sono costantemente modulati da algoritmi e narrazioni mediatiche.
L’informazione non ha più lo scopo di informare, ma di mantenere il pubblico in un ritmo ipnotico di shock e torpore.
Il pensiero critico è dolcemente addormentato, mentre la percezione viene continuamente ristrutturata. - Trump e Musk come sacerdoti dell’Ipnocrazia
Xun individua in Donald Trump ed Elon Musk due figure chiave del nuovo regime - Il ruolo degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale
Gli algoritmi non sono strumenti neutri ma tecnologie ipnotiche di massa.
Le piattaforme social vendono stati alterati di coscienza più che pubblicità o dati.
L’intelligenza artificiale (IA) non cerca la verità, ma genera versioni plausibili e infinite della realtà, rendendo irrilevante la distinzione tra vero e falso.
La customizzazione algoritmica non serve a informare, ma a mantenere gli utenti in uno stato di trance continua. - L’economia della trance
Le aziende tech non vendono prodotti, ma esperienze ipnotiche:
Uber vende il sogno dell’imprenditorialità indipendente.
Airbnb vende la fantasia di una vita alternativa.
Amazon fornisce microdosi di appagamento dopaminico con ogni acquisto.
La Gig Economy non è solo precariato, ma uno stato di trance lavorativa permanente. - La resistenza all’Ipnocrazia
Non esiste una possibilità di risveglio totale, ma solo lo sviluppo di una lucidità nella trance.
Occorre sviluppare una literacy della realtà che permetta di navigare tra le narrazioni senza esserne completamente assorbiti.
La resistenza non consiste nel smascherare le simulazioni, ma nell’imparare ad abitarle consapevolmente. - La genealogia dell’Ipnocrazia
Xun traccia una storia della manipolazione della coscienza, dalle tecniche rituali mesopotamiche ai misteri eleusini, dalle cattedrali gotiche alla pubblicità moderna, fino all’era dell’automazione algoritmica.
L’Ipnocrazia è una continuità e una rottura: non è un’invenzione recente, ma ha raggiunto un grado di automazione e pervasività senza precedenti. - La realtà dissolta
La realtà non esiste più come esperienza condivisa, ma come costruzione fragile e costantemente riscritta.
L’Ipnocrazia si alimenta di ogni opposizione, trasformando ogni critica in una conferma del proprio potere.
NB: finalmente è stato rivelato che XUN non esiste “è un esperimento di costruzione narrativa per un progetto accademico di ricerca, che sin dalla sua distribuzione si è mosso con le dinamiche di un libro con autore vero”
Updated 10/04/2025
Lascia un commento