Riflessioni sul marketing e la formazione digitale: tra innovazione e tradizione

Un recent post diffuso su Linkedin sul caso Ferragni/Balocco mi ha ispirato oggi la seguente riflessione.

L’analisi del post, elaborato da una funzione di marketing di una azienda, esprime una significativa critica all’impiego degli influencer. In sintesi, secondo questa analisi, la tendenza ad impiegare in maniera significativa gli influencer rifletterebbe una certa comune riluttanza nel settore del marketing a sperimentare ed innovare, preferendo invece opzioni più sicure e facilmente spiegabili, anche se potenzialmente meno efficaci. Secondo quest’analisi i brand continuerebbero ad affidarsi agli influencer, nonostante risultati spesso limitati. Secondo l’analisi alcuni punti chiave sarebbero:

  • Facilità di giustificazione: collaborare con influencer famosi, come Chiara Ferragni, è facilmente giustificabile anche agli occhi di figure meno digitalmente informate e competenti come alcuni CEO, molti di questi per età anagrafica corrispondenti al cluster dei boomers. Questo perché la notorietà dell’influencer fornisce una sorta di garanzia superficiale di successo.
  • Illusione dei Vanity Metrics: i brand spesso si lasciano illudere dai numeri superficiali come visualizzazioni e like, che possono apparire impressionanti ma non necessariamente si traducono in risultati concreti come vendite o fidelizzazione del cliente.
  • Mancanza di idee originali e strategie a lungo termine: nell’era del “tutto e subito”, le strategie di marketing a lungo termine e le idee innovative sono spesso sacrificate. Molti brand preferiscono seguire le orme di altri () piuttosto che rischiare con approcci nuovi e potenzialmente più efficaci.
  • Crisi di innovazione nel mondo della comunicazione: la dipendenza dai influencer può essere vista come un sintomo di una crisi più ampia nel settore della comunicazione, che si trova a corto di idee, coraggio e innovazione.


Effettivamente, una delle regole fondamentali del marketing è creare una Unique Selling Proposition (USP) che distingua un brand dai suoi concorrenti. Tuttavia, molti brand sembrano preferire approcci sicuri e collaudati, anche a costo di sacrificare l’unicità e l’innovazione.

La preferenza per il passaparola e per gli influencer spontanei anziché quelli pagati è in linea con una visione di un marketing più autentica e sostenibile a lungo termine. Ecco alcuni punti chiave da considerare:

  1. Passaparola autentico: il passaparola generato in modo spontaneo è spesso visto come più affidabile e autentico. Questo tipo di marketing si basa sulla fiducia e sulle relazioni genuine, che possono essere molto più influenti rispetto alla promozione pagata.
  2. Richiesta di tempo e pazienza: creare una strategia di marketing basata sul passaparola richiede tempo e pazienza. I risultati non sono immediati come quelli che si potrebbero ottenere con campagne pubblicitarie più dirette, ma tendono ad essere più duraturi e a creare un legame più forte con i clienti.
  3. Competenza e Impegno: per sviluppare una campagna di marketing efficace basata sul passaparola, è necessaria una comprensione profonda del proprio pubblico e del mercato. Richiede un impegno costante e la capacità di creare contenuti e esperienze che stimolino la condivisione naturale.
  4. Sfida dell’Innovazione: mentre la strategia del passaparola può essere più sostenibile a lungo termine, richiede anche un livello più elevato di creatività e innovazione. I brand devono essere disposti a sperimentare e a prendere rischi per distinguersi.

In conclusione, mentre la tendenza generale nel marketing sembra essere quella di seguire strade più sicure e meno differenziate, ci sono ancora molte opportunità per i brand che sono disposti a investire in strategie autentiche e a lungo termine come il passaparola. Questo approccio richiede, però, una combinazione di pazienza, competenza e volontà di innovare.

In questo nuovo scenario, in un mondo dove il digitale evolve in modo incessante, il marketing e la formazione professionale affrontano un momento cruciale. Da un lato, l’innovazione tecnologica spinge verso nuove frontiere, trasformando i metodi di comunicazione e apprendimento. Dall’altro, si pone il problema di come mantenere rilevanti le conoscenze tradizionali in un contesto in costante cambiamento.

Questa situazione mette in luce la necessità di un equilibrio tra l’adozione di nuove tecnologie e la conservazione di metodi e strategie collaudati. Nel campo del marketing, si riflette nella ricerca di strategie che coniughino l’efficacia del digitale con l’autenticità delle tecniche tradizionali. Nella formazione, si traduce nella sfida di mantenere i programmi aggiornati e rilevanti, pur conservando i principi fondamentali dell’apprendimento e dello sviluppo professionale.

I seguenti brevi spunti ci portano ad esplorare le diverse dimensioni di questo scenario, valutando come si possano integrare le nuove tendenze con approcci consolidati, per un progresso armonico e sostenibile nel settore del marketing e della formazione professionale.

Il Dilemma del Marketing Moderno

Il mondo del marketing si trova oggi di fronte a un complesso dilemma: da una parte, la crescente inclinazione verso strategie digitali e l’uso di influencer, dall’altra, la necessità di mantenere autenticità e differenziazione. Questo bilico tra innovazione e tradizione pone sfide significative per i professionisti del settore.

L’Influenza degli influencer

L’era digitale ha dato vita a un nuovo tipo di celebrità: l’influencer. I brand, in un tentativo di connettersi con il pubblico in modo più diretto e personale, spesso si affidano a queste figure per promuovere i loro prodotti. Tuttavia, questa strategia presenta dei rischi. La dipendenza dai “vanity metrics”, come like e visualizzazioni, può creare un’illusione di successo, che non sempre si traduce in un effettivo aumento delle vendite o in un consolidamento del brand.

La sfida della distintività

Nel tentativo di distinguersi in un mercato saturo, i brand devono fare i conti con la sfida di mantenere la propria unicità. La distintività non si basa solo sull’aspetto visivo o sulla presenza sui social media, ma anche sulla capacità di stabilire un legame emotivo con il consumatore. I brand di successo sono quelli che riescono a raccontare una storia, a trasmettere valori e a creare un’esperienza significativa per il cliente.

Autenticità vs. Tendenze effimere

Una delle maggiori sfide per i marketer è quella di bilanciare l’autenticità con l’adesione alle tendenze. In un mondo dove i gusti e le preferenze cambiano rapidamente, rimanere fedeli all’identità del brand pur rimanendo rilevanti è una linea sottile da camminare. L’importanza di un approccio autentico è particolarmente evidente quando si considera la lealtà del cliente. I consumatori tendono a fidarsi e a rimanere fedeli ai brand che percepiscono come genuini e coerenti nel tempo.

La qualità del prodotto al centro

Al centro di ogni strategia di marketing dovrebbe esserci la qualità del prodotto. Indipendentemente dalle tecniche di promozione utilizzate, se il prodotto non soddisfa o supera le aspettative dei clienti, è improbabile che una campagna di marketing, per quanto innovativa, possa avere successo a lungo termine.

Generazioni a Confronto: Baby Boomer, Gen X e Millennials nel Marketing

Nell’universo del marketing, la comprensione delle diverse generazioni – Baby Boomer, Gen X e Millennials – è fondamentale per sviluppare strategie efficaci. Ogni generazione porta con sé distinti valori, esperienze e modi di interagire con i media e la tecnologia, influenzando profondamente il loro comportamento come consumatori.

Baby Boomer: tradizione e fedeltà

I Baby Boomer, nati tra il 1946 e il 1964, sono spesso associati a valori tradizionali e a una forte lealtà verso i marchi. Cresciuti in un’epoca senza internet, tendono a preferire i media tradizionali come la televisione e la stampa. Nel marketing verso i Baby Boomer, è importante enfatizzare la qualità, il valore e la storia del marchio. Sono meno inclini a essere influenzati dalle tendenze effimere e cercano stabilità e affidabilità nei prodotti.

Gen X: il ponte tra vecchio e nuovo

La Gen X, nata tra il 1965 e il 1980, funge da ponte tra i Baby Boomer e i Millennials. Questa generazione ha sperimentato sia il mondo pre-digitale sia l’ascesa di internet e dei social media. Nelle strategie di marketing, è cruciale riconoscere la loro familiarità con entrambi i media tradizionali e digitali. Apprezzano l’autenticità e sono critici verso il marketing che percepiscono come ingannevole o superficiale. La Gen X è anche nota per il suo atteggiamento pragmatico verso acquisti e investimenti.

Millennials: digital natives e valori cambianti

I Millennials, nati tra il 1981 e il 1996, sono i cosiddetti “digital natives”. Cresciuti in un mondo sempre più digitale, sono estremamente a proprio agio con i social media e le tecnologie online. Questa generazione è caratterizzata da una ricerca di esperienze, personalizzazione e valori etici. Nel marketing verso i Millennials, è fondamentale un approccio che enfatizzi l’esperienza del cliente, la personalizzazione e l’impegno sociale. Sono anche inclini a essere influenzati dalle opinioni dei loro coetanei e dagli influencer online.

Adattare le strategie di marketing

Comprendere queste differenze generazionali è vitale per il successo di qualsiasi strategia di marketing. I marchi devono essere in grado di adattare il loro messaggio e il canale di comunicazione per risuonare con il gruppo demografico specifico a cui si stanno rivolgendo. Un messaggio che colpisce un Baby Boomer potrebbe non essere efficace per un Millennial e viceversa. La sfida è creare campagne che siano flessibili e in grado di parlare a generazioni diverse, ciascuna con le sue preferenze uniche e il suo stile di vita.

Formazione Digitale: Tra Innovazione Obsoleta e Necessità di Aggiornamento

In un’era caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici, la formazione digitale si trova in una continua tensione tra l’innovazione e il rischio di obsolescenza. Per le aziende e le istituzioni formative, la sfida è rimanere aggiornati e pertinenti, fornendo competenze che rispondano alle esigenze attuali e future del mercato.

L’obsolescenza dell’innovazione

Un problema significativo nella formazione digitale è la velocità con cui le nuove tecnologie e le metodologie diventano obsolete. I programmi di formazione che un tempo erano all’avanguardia possono rapidamente diventare datati, rendendo necessario un aggiornamento costante dei contenuti. Questa situazione crea un dilemma per gli istituti di formazione: come mantenere i corsi aggiornati senza cadere in un ciclo infinito di revisioni?

Bisogno di aggiornamento continuo

La soluzione a questo dilemma sta nell’adozione di un modello di apprendimento continuo. Invece di considerare la formazione come un evento una tantum, dovrebbe essere vista come un processo continuo. Le aziende e i professionisti devono abbracciare la mentalità del lifelong learning, rimanendo sempre aperti a nuove conoscenze e competenze.

Collegamento con le esigenze del mercato

La formazione digitale deve essere strettamente allineata alle esigenze del mercato. Questo significa non solo insegnare le ultime tecnologie, ma anche sviluppare competenze trasversali come il pensiero critico, la creatività e l’adattabilità. Inoltre, l’approccio alla formazione dovrebbe essere pratico e orientato alla soluzione di problemi reali, piuttosto che puramente teorico.

Personalizzazione dell’apprendimento

Un altro aspetto fondamentale è la personalizzazione del percorso formativo. Con la varietà di competenze e livelli di esperienza, un approccio “taglia unica” non è più efficace. La formazione dovrebbe essere adattabile alle esigenze individuali, permettendo ai partecipanti di concentrarsi su aree specifiche di interesse o di necessità.

Tecnologie emergenti come strumenti formativi

L’uso di tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e l’apprendimento mobile, può arricchire l’esperienza formativa. Questi strumenti offrono opportunità per un apprendimento più interattivo, flessibile e personalizzato.

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