Lo sport come diritto e responsabilità
La firma del protocollo arriva dopo l’inserimento dello sport tra i principi fondamentali della Costituzione italiana.
Non più semplice attività fisica, ma valore educativo, sociale e promotore del benessere psicofisico.
“La scuola non può limitarsi a trasmettere saperi – ha sottolineato la Dirigente Scolastica Maria Roberta Gregorini – deve farsi carico del proprio territorio e delle nuove generazioni, offrendo spazi di crescita e di comunità. Per questo la stipula di questo protocollo rappresenta un atto di responsabilità”.
Un presidio contro la dispersione, devianza e bullismo
Nei quartieri complessi, come Pianura, lo sport può diventare un argine contro la dispersione scolastica, la devianza minorile e l’illegalità. Ma anche contro fenomeni più silenziosi e pericolosi come il bullismo, che si nutre di solitudine e mancanza di luoghi sicuri.
Una palestra rinnovata e vissuta significa offrire ai ragazzi del territorio un’alternativa concreta: un luogo in cui imparare il rispetto delle regole, sperimentare la cooperazione, vivere la solidarietà e scoprire che la forza non è sopraffazione, ma capacità di crescere insieme.
La sinergia con l’Associazione Nazionale Carabinieri e l’Associazione Gruppo Paracadutisti Napoli combinata con la progettazione per l'innovazione di APS Difesa Civile- Carabinieri 4.0 , associazioni da anni impegnate nel sociale, rafforza questa visione: costruire un ambiente inclusivo e consapevole, in cui la comunità si riconosce e cresce insieme.
Pianura come modello
Il progetto ha un valore che va oltre i confini della scuola. Ristrutturare e trasformare la palestra Russolillo in uno spazio polifunzionale aperto vorrebbe significare restituire a Pianura (quartiere di periferia della città di Napoli) un punto di riferimento, capace di intrecciare attività didattiche, sportive ed educative anche oltre l’orario scolastico.
Un modello di collaborazione che, se consolidato, potrebbe essere replicato in altri territori, portando lo Sport a farsi strumento di cittadinanza attiva e bene comune.

Associazione Nazionale Carabinieri
il cuore dell’Arma al servizio della comunità

Ci sono legami che non si spezzano con il tempo: quello tra l’Arma dei Carabinieri e chi ne ha fatto parte.
L’A.N.Carabinieri è un ponte tra passato e presente, un’associazione che coltiva valori, assistenza e prossimità. Offre protezione sociale, servizi amichevoli e soprattutto mette il volontariato al centro.
Tra le sue eccellenze ci sono i Nuclei di Protezione Civile: piccoli grandi gruppi autonomi che, armati di preparazione e spirito collaborativo, lavorano insieme per seguire la legge, proteggere il territorio e intervenire al momento giusto. Donano tempo e impegno, rendendo l’esperienza associativa ancor più preziosa.
Ma chi sono davvero i Nuclei di Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Carabinieri?
Non solo ex militari in congedo, ma anche Carabinieri ancora in servizio, familiari e cittadini che condividono gli stessi valori. Sono vere e proprie organizzazioni di volontariato: persone che, con disciplina e senso di responsabilità, si mettono a disposizione della collettività.
Il loro compito:
Prevenire e prevedere i rischi sul territorio.
Intervenire in caso di calamità o emergenze.
Collaborare con le autorità locali e con la Sala Operativa Unificata della Protezione Civile.
In pratica, sono un ponte tra il mondo dell’Arma e la società civile: un “cuore operativo” che porta nella vita quotidiana la stessa dedizione che i Carabinieri hanno sempre avuto per il Paese. Essere parte dell’ANC significa non smettere mai di servire, anche fuori dalla divisa. Significa trasformare la memoria e l’esperienza in azione concreta per la sicurezza di tutti.
Ecco chi siamo. Ecco come possiamo esserci, insieme, per chi ha bisogno


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