“Tutti i mondi possibili”. Un viaggio tra evoluzione, combinatoria e intelligenza generativa

Tutti i mondi possibili di Telmo Pievani è un libro vertiginoso che scava nel cuore stesso della conoscenza umana, là dove scienza, filosofia e immaginazione si incontrano.
A partire dalla Biblioteca di Babele di Borges – simbolo di un universo illimitato, dove ogni combinazione è possibile ma quasi nessuna è significativa –  Pievani ci guida in un percorso che parte dalla letteratura e approda alla scienza della vita.

Protagonista del viaggio è Frances Arnold, la scienziata che ha rivoluzionato la biotecnologia attraverso l’evoluzione diretta: un metodo per forzare artificialmente il meccanismo della selezione naturale, generando in laboratorio nuove proteine,  nuove “parole” nel libro della vita, che la natura, nel suo cammino cieco e lento, non ha ancora avuto modo di produrre. Arnold, ispirata da Borges e da Maynard Smith, ha capito che non serve progettare da zero: basta imitare la natura nei suoi meccanismi combinatori e affinarli. Così, si apre un territorio interamente nuovo: l’ingegneria del possibile, la scrittura del mai-esistito.

È qui che il libro di Pievani, ricco di riferimenti colti, racconti scientifici e riflessioni filosofiche,  mi fa pensare  al  sorprendente collegamento ad una delle più cruciali tecnologie del nostro tempo: l’intelligenza artificiale generativa.
Come la selezione naturale esplora lo spazio delle proteine, come Arnold esplora il non-scritto della natura, così l’AI esplora lo spazio delle idee, dei linguaggi, delle soluzioni.
Non si limita a ripetere ciò che esiste: genera varianti, simula mutazioni, produce nuove configurazioni. E lo fa in modo combinatorio, iterativo, adattivo. È, a tutti gli effetti, un nuovo strumento per attraversare il possibile.

Ed è proprio a questo punto che si affaccia una domanda vertiginosa, implicita anche in tutto il percorso del libro di Pievani, ora esplicitata dall’uso dell’AI: in quale modo l’uomo pensa di poter essere Dio?

Non per dominio, non per onnipotenza, ma per funzione creatrice.
L’uomo diventa “Dio”,  assume una funzione demiurgica, quando riesce a trasformare il possibile in reale.
Quando esplora combinazioni che l’Universo, per limiti temporali o contingenze storiche, non ha ancora attivato.
La teoria di  Frances Arnold ha pensato esattamente questo: ed oggi in laboratorio ha creato, con metodo e intuizione, proteine che la vita sulla Terra, la natura,  non aveva ancora avuto modo di generare. Ha scritto nuove pagine nel libro delle possibilità.
L’AI, oggi, ci permette di continuare questa scrittura: di combinare, generare, selezionare, non solo codice genetico ma codice culturale, linguistico, estetico, simbolico.


L’Evoluzione Etero-Diretta.  Come l’uomo crea enzimi che la natura non ha ancora scoperto

Frances H. Arnold, premio Nobel per la Chimica nel 2018, ha aperto un nuovo capitolo della biotecnologia inventando l’evoluzione etero-diretta: un processo che imita la selezione naturale, ma la orienta artificialmente verso obiettivi scelti dall’uomo.
Il cuore di questa rivoluzione è l’ingegneria degli enzimi: molecole proteiche che agiscono come catalizzatori delle reazioni chimiche fondamentali per la vita.

Cosa fa l’evoluzione etero-diretta?

  1. Parte da un enzima esistente (naturale).
  2. Introduce mutazioni casuali nel gene che lo codifica.
  3. Seleziona le versioni che funzionano meglio (più veloci, più stabili, attive in ambienti estremi).
  4. Ricombina le varianti migliori, creando nuove generazioni.

    Questo ciclo si ripete fino a ottenere enzimi completamente nuovi,  mai esistiti in natura,  ma che possono:
  • funzionare a temperature elevatissime o in ambienti tossici,
  • catalizzare reazioni chimiche mai svolte prima da sistemi biologici,
  • sostituire processi industriali inquinanti, rendendoli più ecologici e sostenibili.

A cosa servono questi enzimi “inediti”?
Gli enzimi creati con evoluzione etero-diretta trovano applicazione in:

  • biocarburanti di nuova generazione, prodotti da fonti vegetali,
  • degradazione di plastiche e rifiuti,
  • sintesi di farmaci più pulita ed efficiente,
  • biotecnologie ambientali, per bonificare suoli e acque inquinate.

Con l’Intelligenza Artificiale?
Oggi, grazie all’AI, è possibile prevedere l’effetto delle mutazioni, ottimizzare la selezione e scoprire più rapidamente le combinazioni più promettenti.
La sinergia tra AI e evoluzione etero-diretta consente di navigare lo spazio delle possibilità molecolari come mai prima d’ora.
L’uomo, grazie alla scienza e all’intelligenza artificiale, non si limita più a osservare la natura: la aiuta a esplorare ciò che, da sola, non ha ancora avuto tempo o modo di creare.


L’uomo diventa autore del reale quando crea mondi che prima erano solo latenti: quando inventa, in laboratorio o in silicio, ciò che la natura non ha ancora scritto.

In questo senso, la visione di Pievani si salda con quella di Borges: l’universo è una biblioteca, ma non è immobile.
Le sue pagine possono essere riordinate, ampliate, rilette. L’uomo non è un bibliotecario rassegnato: è un lettore che può diventare autore.
E se l’evoluzione naturale è il linguaggio della materia, allora l’evoluzione artificiale, quella fatta di algoritmi, esperimenti, intuizioni, è forse la grammatica della nostra nuova umanità?

Alla fine, Tutti i mondi possibili non è solo una celebrazione della scienza o della biologia, ma una riflessione radicale sul potere umano di creare.

Non siamo dèi perché controlliamo tutto.
Siamo dèi ogni volta che rendiamo reale una possibilità che prima era solo immaginata.

E oggi, grazie all’intelligenza artificiale, non solo possiamo esplorare quella biblioteca invisibile. Possiamo cominciare a scriverla.


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