Echi nel Deserto

Un giorno, un vento leggero sollevava la sabbia delle colline deserte di Petra, camminava lento tra le rovine di una Città una volta viva e vibrante, ora solo un ricordo sbiadito nel tempo.

Imru al-Quais si fermò, il cuore pesante, e parlò agli echi del passato:
“Qui una volta risuonavano risate e canti, e ora non resta che il silenzio a fare compagnia ai miei sospiri. O dimora, testimone del mio amore perduto, perché devo tornare a te, solo per trovare il vuoto?”

Il vento sembrava portare con sé frammenti di risposte, sospiri di una memoria ormai lontana. Imru’ si sedette tra le rovine, il viso solcato dalle lacrime di chi ha amato profondamente e perso altrettanto.
Mentre il sole iniziava a sorgere, tingendo di rosa e oro le dune, un vecchio beduino si avvicinò, guidando un cammello stanco.

Vedendo Imru’ al-Qais, l’uomo si fermò e disse con voce roca:
“Giovane poeta, perché piangi tra queste rovine dimenticate dal tempo? Non sai che la vita è un susseguirsi di addii e incontri?”

Imru’ alzò lo sguardo, i suoi occhi incontrarono quelli del beduino, pieni di una saggezza forgiata nel deserto.
“O anziano, queste rovine sono il palcoscenico della mia gioia perduta, il luogo dove amai Petra con un amore che bruciava più ardente di mille soli. Come posso non piangere quando ogni granello di sabbia mi parla di lei?

Il beduino scese dal cammello, si sedette accanto a lui e, guardando l’orizzonte, rispose:
“Ma ogni granello di sabbia parla anche di rinascita, di storie che finiscono per farne nascere di nuove. La tua Petra ha lasciato queste terre, ma il tuo amore per lei può ancora ispirarti a cantare, a vivere, a essere più di ciò che sei ora.”

Imru’ ascoltava, le parole del beduino risvegliavano qualcosa dentro di lui. Forse c’era verità nel lasciare che il dolore si trasformasse in poesia, che la perdita si convertisse in arte.
“Potrebbe essere,” disse Imru’, “che la vera immortalità sia nelle parole che lasciamo, non negli amori che abbiamo perso lungo la strada.”

Il beduino sorrise, il suo sguardo perduto oltre le dune.
“Esatto, giovane poeta. Ora prendi la tua penna, e lascia che il tuo cuore ferito dipinga un quadro di parole per il mondo. Racconta di Petra, racconta delle rovine, ma racconta anche della speranza e della forza dell’anima umana.”

Con un nuovo spirito, Imru’ al-Qais si alzò. Guardò il deserto, sentendo per la prima volta da molto tempo un senso di pace. Il vecchio beduino si allontanò lentamente, lasciando il poeta con i suoi pensieri e una pergamena aperta.

Imru’ scrisse tutto il giorno, sotto il sole cocente e poi sotto un cielo trapunto di stelle. Le sue parole erano lacrime, erano risate, erano vita. E mentre scriveva, il deserto ascoltava, conservando ogni parola nella sua eterna memoria di sabbia e vento.
(VD)

#SussurriMitici#LeggendeVive#StorieIncantate

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑