Non solo Venezia, 79 anni di Festival in Campania

A Salerno il secondo più antico, quando il cinema non inseguiva il red carpet, ma portava la luce nelle piazze e nelle scuole

Oggi si inaugura la Mostra del Cinema di Venezia. Tutti gli occhi sono puntati lì, tra tappeti rossi e lustrini, nella cornice che dal 1932 racconta il cinema italiano al mondo. È naturale: Venezia è il più antico festival cinematografico del pianeta, simbolo di glamour e industria.

Eppure, in controluce, c’è un’altra storia che merita di essere ricordata proprio adesso. Pochi sanno, una storia che nasce nel 1946, quando l’Italia usciva distrutta dalla guerra e il cinema sembrava uno strumento troppo fragile per affrontare le macerie. A Salerno, invece, un gruppo di pionieri scelse di credere che proprio la settima arte potesse ridare fiato al Paese.
Così nacque il Festival Internazionale del Cinema di Salerno, il secondo più antico d’Italia, che non inseguì mai il fascino di Venezia ma imboccò da subito una strada diversa: quella dell’innovazione democratica.

Fu il festival che trasformò le pellicole 35mm in 16mm per portare il cinema nei paesi dell’entroterra, sui transatlantici che attraversavano l’oceano, perfino nelle aule universitarie di medicina.
Un cinema popolare, mobile, sperimentale, capace di arrivare dove non c’erano sale né riflettori. Due mari, due anime: l’Adriatico che guarda al mondo con le sue star e il Tirreno che parla al territorio, alle scuole, alle nuove tecnologie. Non un antagonismo, ma la dialettica che racconta l’Italia: il glamour internazionale da un lato, l’inclusione culturale dall’altro.

Prossimo agli Ottant’anni, il Festival di Salerno continua a intrecciare memoria e futuro. Dalle sezioni dedicate all’intelligenza artificiale alla creazione di un archivio digitale e di un museo permanente, non come monumento nostalgico ma come laboratorio vivo che tiene insieme storia e innovazione.

Quando le luci di Venezia abbagliano, vale la pena volgere lo sguardo più a sud. Si scopre così che la Campania custodisce un altro capitolo di questa avventura: un festival che, lontano dai riflettori globali, continua a seminare cultura, immaginazione e nuove domande sul futuro del cinema.

Quest’anno festeggiamo i 79, ma siamo già pronti per gli 80.


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