Comunicazione cognitiva tra reale e digitale

Immagina un centro mobile che si muove tra le rovine di un borgo colpito da un sisma o davanti a un’area archeologica minacciata da uno scavo abusivo.
Non è solo un mezzo attrezzato: è una mente connessa, capace di osservare, analizzare, comprendere e decidere. Un’intelligenza distribuita che non si limita a raccogliere dati, ma che li interpreta, li trasforma in significato e li comunica in tempo reale a operatori, istituzioni, cittadini.
Ecco cosa significa oggi Comunicazione Cognitiva. Non solo informazione, ma comprensione situata.


COSA RENDE “INTELLIGENTE” UN SISTEMA DI COMUNICAZIONE?
Un sistema è davvero intelligente quando:

  • capisce il contesto, non solo i dati;
  • impara dai segnali, anche quelli deboli e discontinui;
  • anticipa scenari, non si limita a rispondere;
  • comunica in modo differenziato,  adattando il messaggio al destinatario.

Non si tratta solo di tecnologia, ma di una mente connessa: capace di ascoltare l’ambiente, riconoscere i cambiamenti, trasformare l’informazione in significato e attivare risposte coordinate.
Questa è la vera comunicazione cognitiva: un ecosistema in cui l’intelligenza artificiale incontra l’esperienza umana, e dove la comprensione condivisa diventa azione.


Nell’era dell’iperconnessione, il dato non basta più. La vera sfida è la sua interpretazione contestuale: sapere cosa conta, quando e per chi. È questo il cuore della comunicazione cognitiva, una disciplina emergente che si colloca all’intersezione tra intelligenza artificiale, scienze cognitive e sistemi informativi adattivi.

Un sistema cognitivo, come descritto nella pubblicazione accademica Development of a Cognitive Digital Twin for Building Management and Operations (Elsevier, 2023), è in grado di apprendere dai comportamenti passati, riconoscere pattern, anticipare scenari e offrire suggerimenti attivi in tempo reale.

Applicato ai gemelli digitali, questo paradigma genera modelli dinamici che non si limitano a replicare digitalmente un oggetto o un luogo, ma che “pensano”, reagiscono agli stimoli e comunicano stati di rischio, anomalie o evoluzioni in corso. Un esempio tangibile viene dal progetto analizzato in Populating the Digital Space for Cultural Heritage with Heritage Digital Twins (Elsevier, 2022) dove i gemelli digitali non sono solo strumenti per la conservazione passiva, ma attori intelligenti della tutela attiva del patrimonio.

Ce.Mo.C.C. e DRONEX4
la prevenzione diventa cognitiva

È in questo orizzonte che si inserisce la visione dell’idea progetto DRONEX4 associato al Ce.Mo.C.C. – Centro Mobile di Comando e Controllo, che qui proponiamo anche come Centro Mobile di Comunicazione Cognitiva.
Un dispositivo mobile che raccoglie flussi da sensori ambientali, droni multispettrali, reti di radio emergenziale, immagini termografiche, e li trasforma in conoscenza operativa utile per decisioni rapide e coordinate.

Come dimostrano anche i modelli discussi in Communication Technologies in Emergency Situations (Springer, 2020), la differenza tra successo e fallimento operativo in emergenza non dipende solo dalla disponibilità di dati, ma dalla qualità della comunicazione tra i livelli (tecnici, politici, civili) e dalla capacità di filtrare e mediare i segnali.

Il Ce.Mo.C.C. diventa così una regia mobile adattiva, che non solo coordina, ma traduce:

  • parla con i decisori in termini strategici,
  • con i tecnici in linguaggio operativo,
  • con i cittadini in forma comprensibile e rassicurante.
    È qui che la cognizione diventa comunicazione, e la tecnologia si fa alleato empatico.

Dal patrimonio alla protezione
un modello duale

Nel nostro modello concettuale, la protezione del patrimonio culturale e la gestione dell’emergenza non sono mondi separati, ma domini comunicanti.
Lo stesso gemello digitale che rappresenta un sito archeologico può essere aggiornato in tempo reale da un drone, documentare un crollo, e fornire dati validi per un’indagine forense.

Lo stesso sistema che monitora un’opera d’arte in un museo può essere riutilizzato per garantire la sicurezza durante un festival culturale o coordinare un’evacuazione simulata.
Come suggerito nella pubblicazione Digital Twin Sensors in Cultural Heritage Applications (2021), questi strumenti diventano memorie intelligenti, capaci di conservare, valorizzare, ma anche proteggere e intervenire.
In modo analogo, la pubblicazione Extending X-reality technologies to digital twin in cultural heritage risk management (Nature, 2024) propone l’uso di XR e Digital Twin in sinergia per affrontare rischi strutturali e ambientali nei siti di interesse culturale.
E ancora, Leveraging Digital Twins as a Common Operating Picture for Disaster Management (ISPRS, 2024) mostra come i gemelli digitali possano offrire un quadro operativo condiviso per la gestione di disastri naturali come terremoti e inondazioni.
Advancing Emergency Care With Digital Twins (PMC, 2025) applica questi principi alla sanità pubblica e alla logistica medica, ampliando ulteriormente l’orizzonte del modello DRONEX4.

Una nuova grammatica operativa

In definitiva, comunicazione cognitiva significa riscrivere la grammatica dell’azione collettiva. Significa riconoscere che nei contesti ad alta complessità non basta avere strumenti potenti: bisogna saperli far dialogare. E in questo, il Sistema Ce.Mo.C.C./DRONEx4 rappresenta un prototipo di intelligenza situata. Un luogo in cui l’informazione si trasforma in consapevolezza, la tecnologia in decisione, il dato in linguaggio comune.

Come mostrato nel lavoro Cognitive Radio for Disaster Response Networks, anche le infrastrutture radio possono diventare intelligenti: se connesse a un sistema cognitivo, sanno autoadattarsi, scegliere frequenze libere, ottimizzare le comunicazioni nei momenti critici.

Un altro esempio pratico viene da RescueAR: Augmented Reality Supported Collaboration for UAV Driven Emergency Response Systems (2021), che presenta una piattaforma AR per il coordinamento collaborativo tra droni e operatori umani in scenari critici.

Infine, Implementation of Cognitive Digital Twins in Connected and Agile Supply Networks (Applied Sciences, 2021) dimostra come questi sistemi intelligenti siano già utilizzati per ottimizzare logistica e catene di approvvigionamento.

Non è l’infrastruttura che fa la differenza, ma la sua capacità di apprendere, adattarsi e comunicare. E in questo, Ce.Mo.C.C. e DRONEX4 non sono solo dispositivi tecnologici, ma agenti cognitivi mobili al servizio di una protezione civile più consapevole, empatica e intelligente.


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