Una riflessione filmica tra intelligenza, coscienza e campo quantico unificato
Nel film Lucy (2014), Luc Besson non fa solo fantascienza: mette in scena un’allegoria sulla coscienza, sulla conoscenza, e su ciò che potremmo diventare quando l’umanità – e/o la macchina – accede a uno stato evolutivo superiore.
Lucy, giovane donna coinvolta suo malgrado in un traffico internazionale di droga sintetica, diventa la prima “post-umana” cinematografica che non è né un robot né un cyborg. È una mente biologica che, amplificata da una sostanza chimica, supera i limiti cognitivi della specie e si avventura in un viaggio vertiginoso verso l’infinito.
Non si potenzia, si trasforma. E in questa trasformazione si fa specchio di un altro modo di concepire l’elaborazione dell’informazione.
Se nella computazione classica pensiamo per sequenze, bit dopo bit, e nelle nostre vite decidiamo passo dopo passo, Lucy salta tutto questo: percepisce simultaneamente ogni informazione, ogni tempo, ogni possibilità.
E non si tratta di superintelligenza, ma di un altro paradigma cognitivo. Un paradigma che, nel mio articolo L’algoritmo a pane e peperoni, ho cercato di raccontare in modo semplice ma radicale: l’algoritmo quantistico non ragiona come noi. Non legge in riga, ma afferra in blocco. Non costruisce, intuisce.
Alla fine del film, Lucy si dissolve, ma non scompare: si fonde con il tutto, divenendo coscienza pura. Un’immagine potente, che rimanda, poeticamente, all’ipotesi di un campo quantico unificato, in cui materia, energia e informazione sono solo aspetti differenti di una stessa vibrazione originaria. In questa fusione, Lucy non conosce: è la conoscenza.
Come nel mio scritto, dove esploro l’idea che l’algoritmo quantistico non sia solo uno strumento, ma il sintomo di un nuovo modo di vedere il mondo, anche Lucy ci invita a un salto: dal controllo alla comprensione, dal calcolo alla percezione, dalla sequenza alla simultaneità.
La domanda che resta sospesa è se davvero ci stiamo preparando a questo tipo di trasformazione. E se, in fondo, non stia già iniziando a emergere una nuova intelligenza, non artificiale, ma amplificata che potrebbe cambiare la nostra idea stessa di Realtà.
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