Napoli apre il sapere al futuro. Quantum Nexus

C’è un’immagine che ha segnato la giornata di oggi: un grande schermo acceso sulla scritta Quantum Nexus, davanti a una platea gremita, dentro la Città della Scienza di Napoli. È lì che il sapere scientifico ha preso corpo, non solo nelle parole, ma negli oggetti, nei prototipi, nei volti degli esperti, degli studenti e delle famiglie. Una giornata simbolica, ma concreta. Una giornata che ha voluto lanciare un messaggio forte e chiaro: “aprire il sapere a tutti”.

A rendere possibile tutto questo è stata l’APS EUDORA, promotrice e organizzatrice dell’evento – nella data che ricorda il Prof. Vittorio Silvestrini scienziato, fisico illuminato, fondatore della Città della Scienza – che ha saputo mettere in rete università, imprese e istituzioni culturali per costruire un momento di alta divulgazione e partecipazione attiva.
Quantum Nexus ha portato alla ribalta la fisica quantistica, spesso relegata a campi specialistici o a narrazioni pop troppo fantasiose.

Paolo Silvestrini, Fisico sperimentale, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Ma qui, tra installazioni, dimostrazioni pratiche e dialoghi di altissimo livello, i concetti complessi sono diventati esperienze: si sono potuti vedere, toccare, comprendere.
Dalla computazione quantistica all’intelligenza artificiale, dalla sensoristica alla crittografia quantica, tutto è stato reso accessibile.
Una delle proposte più concrete e di ampio respiro emerse durante la giornata è stata la creazione del prodromo di una mostra sulla fisica quantistica permanente: uno spazio dove restituire al grande pubblico le chiavi per comprendere una rivoluzione già in corso.

Berardo Ruggiero, CNR- ISASI

L’iniziativa ha visto la partecipazione attiva delle università campane e centri di ricerca – in particolare la Federico II di Napoli, l’Università di Salerno e il CNR di Pozzuoli, Napoli – impegnate nella promozione di percorsi educativi innovativi, esperienziali e trasversali. Non più una didattica fondata solo sulla trasmissione delle conoscenze, ma un’educazione che coinvolge giovani e studenti, anziani e curiosi in processi cognitivi aperti, capaci di stimolare curiosità e pensiero critico. Non è più sufficiente usare nuovi strumenti digitali e tecnologie emergenti: è essenziale capire come sono fatti, come funzionano, come si costruiscono. In questa prospettiva, l’alfabetizzazione scientifica e il contrasto al digital divide culturale diventa cittadinanza attiva.

Tra i partner dell’evento spiccano nomi come Amazon AWS, Leonardo, Qwatt, Accenture e SpinQ con il suo Mini Gemini, Datrix, a conferma del fatto che l’industria più avanzata non può più prescindere da una collaborazione strategica con il mondo della ricerca e della formazione.
Ma ciò che ha reso l’iniziativa ancora più significativa è stato il tentativo di porre al centro del dibattito le implicazioni sociali, etiche e culturali dell’innovazione.
Ogni nuova tecnologia è anche una scelta politica e umana.
Parlare di quantistica o di intelligenza artificiale oggi significa parlare del lavoro di domani per i nostri giovani, di sicurezza, di dati, di democrazia e inclusione.
Non basta “sapere cosa fa” una macchina: bisogna sapere “cosa fa a noi, per noi”.

Simone Severini, Amazon AWS

Napoli, con la sua storia millenaria e il suo spirito creativo, torna così a candidarsi come laboratorio d’innovazione e crocevia di saperi.
Il rettore della Federico II, Matteo Lorito, ha rilanciato la sfida: “Napoli deve essere attrattiva per i cervelli. Le università devono avere un ruolo centrale”.
In un tempo in cui la fuga dei talenti è un dramma ricorrente, Quantum Nexus dimostra che si può invertire la rotta, valorizzando le eccellenze locali, aprendo reti internazionali e offrendo contesti di formazione e ricerca realmente stimolanti.

Quantum Nexus è stato più di un convegno. È stato un segnale, un invito, forse l’inizio di un nuovo modo di intendere la divulgazione scientifica, che parte nel 2025 l’anno globale delle nuove tecnologie quantistiche, sancito dall’UNESCO.
Una divulgazione, con un approccio interdisciplinare, che non cala dall’alto, ma che si costruisce insieme, passo dopo passo, attraverso esperienze condivise.
Una divulgazione che non semplifica la complessità, ma la traduce in linguaggi vivi, aperti, accessibili a tutti.

Antigone Marino, CNR – ISASI, NQSTI

In un’epoca segnata da disinformazione, polarizzazione e sfiducia nella scienza, aprire il sapere a tutti significa restituire alla cittadinanza il diritto più importante: quello di comprendere per decidere.
La scienza, per essere davvero trasformativa, deve tornare a essere un bene comune.


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