Operazione Paperclip

Sono trascorsi 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, e di nuovo venti di guerra aleggiano nel nostro continente, terrorizzando a ragione o torto i nostri governanti. Il conflitto russo-ucraino, in corso da tre anni, è di fatto un banco di prova per nuovi sistemi d’arma e per l’applicazione di nuove strategie e modelli tattici di guerra (para)convenzionale, ciniche scelte strategiche e nuove forme di propaganda (guerra ibrida).

Fino al 1945, Hitler parlava di “armi segrete” (Wunderwaffen), una propaganda che trovò riscontro nelle scoperte degli Alleati. La svolta avvenne con la scoperta del cosiddetto “Tunnel delle Meraviglie” (Wunderwaffen Tunnel) a Dora-Mittelbau, un vasto complesso sotterraneo vicino a Nordhausen, in Germania. Questo sito, parte della Mittelwerk, ospitava la produzione dei missili balistici V-2 e delle bombe volanti V-1, sviluppate sotto la guida di Wernher von Braun e del suo team. Qui, oltre ai missili V-2 dove venivano costruiti da oltre 65.000 prigionieri in schiavitù, gli Alleati trovarono un’ampia documentazione che confermava effettivamente gli avanzamenti tecnologici del Terzo Reich, superiori a quelli degli amercani e sovietici, tra cui:

  • Progetti per armi nucleari, sebbene la Germania non fosse ancora vicina dallo sviluppo di una bomba atomica, soprattutto per la mancanza del sufficiente uranio arricchito
  • Prototipi avanzati di jet e razzi, come il Messerschmitt Me 262, primo caccia a reazione operativo, e l’Horten Ho 229, un bombardiere sperimentale con caratteristiche stealth.
  • Armi chimiche e biologiche, con prove di esperimenti su armamenti non convenzionali.
  • Tecnologie di guida e controllo missilistico, con sistemi avanzati per migliorare la precisione dei lanci

Operazione Paperclip

L’importanza di queste scoperte portò all’Operazione Paperclip, con cui gli scienziati tedeschi, incluso von Braun, furono reclutati dagli Stati Uniti per lavorare al programma spaziale e militare, contribuendo alla futura NASA e allo sviluppo dei missili balistici intercontinentali (ICBM).

Il programma fu coordinato dal Joint Intelligence Objectives Agency (JIOA) e approvato dal presidente Harry Truman, a condizione che nessun criminale di guerra fosse coinvolto. Tuttavia, per garantire l’ammissione di alcuni scienziati, i funzionari americani manipolarono i loro dossier, cancellando le tracce del loro passato nazista.

Gli altri beneficiari

Anche l’Unione Sovietica attuò una vasta operazione per impadronirsi delle competenze tedesche. Nel 1946, con l’Operazione Osoaviakhim, oltre 2.500 scienziati, ingegneri e tecnici tedeschi, insieme a circa 4.000 familiari, furono deportati forzatamente in URSS. Qui furono integrati nei programmi missilistici e aerospaziali sovietici, contribuendo in modo significativo allo sviluppo dei missili balistici e al futuro programma spaziale dell’Unione Sovietica.

Anche Francia e Regno Unito tentarono di trarre vantaggio dalle conoscenze scientifiche tedesche. I francesi integrarono alcuni ingegneri nei loro programmi aeronautici e missilistici, mentre gli inglesi reclutarono esperti per migliorare le loro tecnologie radar e aeronautiche. Sebbene questi sforzi fossero meno imponenti rispetto a quelli statunitensi e sovietici, contribuirono comunque all’avanzamento tecnologico europeo nel dopoguerra.


Il materiale recuperato dagli Alleati e dai Sovietici

L’importanza strategica di queste scoperte fu enorme, spingendo sia gli Stati Uniti che l’Unione Sovietica a contendersi le risorse tedesche. Ecco un riepilogo dei materiali trovati nel “Tunnel delle Meraviglie”:

Americani

  • 100 missili V2 completati, peso stimato 350-400 tonnellate
  • 300 carrozze ferroviarie piene di componenti V2
  • 50 tonnellate di documenti tecnici e piante
  • 10.000 tonnellate di linee di produzione industriale
    • Totale: 15.400-16.450 tonnellate

Sovietici

  • 10 missili V2 completati, peso stimato 40-50 tonnellate
  • 4.000 tonnellate di componenti V2
  • 20 tonnellate di documenti tecnici e piante
  • 8.000-9.000 tonnellate di linee di produzione industriale
    • Totale: 12.060-13.070 tonnellate

Il reclutamento e le questioni etiche

Molti degli scienziati reclutati erano stati membri del Partito Nazista o avevano lavorato direttamente con il regime hitleriano. Documenti relativi ai loro crimini furono intenzionalmente nascosti o alterati per garantire il loro ingresso negli Stati Uniti senza ostacoli legali o politici. La necessità di battere l’Unione Sovietica nella corsa tecnologica spinse le autorità americane a chiudere un occhio sul passato di questi scienziati, provocando numerose critiche e controversie negli anni successivi. Tra i più noti:

  • Arthur Rudolph, responsabile della produzione delle V-2 a Mittelbau-Dora, dove venne impiegato il lavoro forzato di prigionieri. Costretto a lasciare gli USA quando il suo passato fu reso pubblico.
  • Hubertus Strughold, considerato il “padre della medicina spaziale”, accusato di esperimenti su prigionieri di Dachau.
  • Kurt Blome, coinvolto nella sperimentazione di armi chimiche su deportati nei campi di concentramento, poi reclutato dagli USA.

L’insabbiamento dei loro crimini generò polemiche e controversie negli anni successivi. La necessità di battere l’Unione Sovietica nella corsa tecnologica portò le autorità americane a chiudere un occhio su questi aspetti, scatenando critiche sia a livello politico che morale.

Il cinismo stategico, modello ricorrente nella Storia

L’Operazione Paperclip rappresenta un caso emblematico in cui il cinismo strategico ha prevalso sulle considerazioni etiche. L’uso di competenze scientifiche senza scrupoli morali non è stato un’eccezione, ma un elemento ricorrente nella storia delle guerre e delle competizioni tecnologiche.

Le scoperte nei “Tunnel delle Meraviglie” e il reclutamento forzato di scienziati hanno segnato un passaggio cruciale: la Seconda guerra mondiale non si concluse solo con una vittoria militare, ma con una guerra silenziosa per la supremazia scientifica, che avrebbe influenzato la Guerra Fredda e la corsa allo spazio.

Oggi, la sua eredità è ancora dibattuta tra coloro che la vedono come una necessità storica e chi la considera un compromesso discutibile con il passato nazista.

Conoscere la storia ci aiuta a comprendere che il cinismo strategico a cui assistiamo oggi non dovrebbe sorprenderci. Nessuna nazione ne è mai stata immune, né lo è oggi o la sarà domani.

  


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testi suggeriti per approfondire questo tema

  • Linda Hunt, “Secret Agenda: The United States Government, Nazi Scientists, and Project Paperclip, 1945-1990. Dalla copertina del libro: L’argomento di questo libro è inquietantemente familiare: un gruppo di uomini al Pentagono decide che solo loro sanno cosa è meglio per il paese. Il Progetto Paperclip, il loro tentativo di portare scienziati tedeschi, tra cui noti nazisti, negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, ha calpestato la politica americana ufficiale; i suoi dettagli e inganni sono stati poi insabbiati per decenni, fino ad ora. Anche prima che la guerra in Europa finisse, gli agenti dell’intelligence statunitense stavano setacciando la Germania alla ricerca dei migliori scienziati del Reich, per ottenere il “bottino di guerra” e tenerlo lontano dalle mani dei sovietici. Non importava che molti di questi scienziati fossero stati membri del partito nazista, o fossero stati accusati o addirittura condannati a Norimberga, o che il presidente Truman avesse emanato una direttiva presidenziale che proibiva l’immigrazione di ferventi nazisti. Gli uomini che gestivano Paperclip semplicemente ripulirono i registri degli scienziati e li installarono in posizioni militari e industriali di alto livello. “Secret Agenda” per la prima volta espone la storia completa del Progetto Paperclip, dai suoi primi inganni negli anni ’40 e ’50 al lavoro di Arthur Rudolph e Wernher von Braun sul programma Apollo. Accuratamente ricercato e verificato nei fatti, “Secret Agenda” è un libro importante e inquietante su uno dei capitoli più oscuri della storia americana. Linda Hunt è una reporter di Washington i cui articoli su Paperclip hanno ricevuto attenzione internazionale e hanno vinto l’Investigative Reporters and Editors Award nel 1985. In passato è stata produttrice esecutiva dell’unità investigativa della CNN.
  • Annie Jacobsen, “Operazione Paperclip” La “straordinaria” storia dei programmi scientifici segreti americani del dopoguerra ( The Boston Globe ),   dall’autore del bestseller  del New York Times Area 51 . Nel caos che seguì la seconda guerra mondiale, il governo degli Stati Uniti affrontò molte decisioni difficili, tra cui cosa fare con le menti scientifiche del Terzo Reich. Erano i cervelli dietro la macchina da guerra un tempo indomabile dei nazisti. Così iniziò l’Operazione Paperclip, un progetto segreto decennale per portare gli scienziati di Hitler e le loro famiglie negli Stati Uniti. Molti di questi uomini furono accusati di crimini di guerra e altri furono processati a Norimberga; uno fu condannato per omicidio di massa e schiavitù. Furono anche direttamente responsabili di importanti progressi nella missilistica, nei trattamenti medici e nel programma spaziale statunitense. L’Operazione Paperclip fu un oltraggio morale o aiutò l’America a vincere la Guerra Fredda? Basandosi su interviste esclusive con decine di membri della famiglia Paperclip, colleghi e interrogatori, e con accesso a documenti d’archivio tedeschi (tra cui documenti inediti resi disponibili dai discendenti diretti dei membri di spicco del Terzo Reich), file ottenuti tramite il Freedom of Information Act e dossier scoperti negli archivi governativi e all’Università di Harvard, Annie Jacobsen segue più di una dozzina di scienziati tedeschi attraverso le loro vite del dopoguerra e in un sorprendente, complesso, nefasto e gelosamente custodito segreto governativo del ventesimo secolo. In questo sguardo definitivo e controverso a uno dei programmi governativi più strategici e inquietanti d’America, Jacobsen mostra quanto il governo possa diventare oscuro in nome della sicurezza nazionale.

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