The term agnotology refers to the study of ignorance, particularly the ignorance that is intentionally created or maintained in social, political, and cultural contexts.
L’agnotologia è lo studio dell’ignoranza, in particolare quella prodotta intenzionalmente in ambiti sociali, politici e culturali.
Agnotology examines not only the phenomenon of a lack of knowledge but also the active processes through which misinformation is spread, truth is hidden, and crucial information is manipulated or censored.
L’agnotologia è lo studio dell’ignoranza, in particolare quella prodotta intenzionalmente in ambiti sociali, politici e culturali. A differenza di una semplice mancanza di conoscenza, l’agnotologia analizza i meccanismi attivi attraverso cui l’informazione viene manipolata, la disinformazione diffusa e la verità nascosta per servire interessi specifici
Il concetto di Agnotologia e l’apporto di Robert Proctor
Il termine ‘agnotologia’ è stato coniato alla fine degli anni ’90 da Robert Proctor, storico della scienza, per descrivere l’ignoranza non come semplice lacuna nella conoscenza, ma come un fenomeno attivamente costruito. In collaborazione con Londa Schiebinger, Proctor ha dimostrato come governi, industrie e media possano deliberatamente generare ignoranza per manipolare l’opinione pubblica, ritardare cambiamenti o difendere interessi economici e politici
Origini del termine e contesto storico
L’etimologia del termine ‘agnotologia’ deriva dal greco ‘agnosis’ (ignoranza) e ‘logia’ (studio). Proctor ha introdotto questo concetto per descrivere come, in ambito scientifico, l’ignoranza possa essere deliberatamente coltivata. Mentre l’epistemologia si occupa di come si acquisisce conoscenza, l’agnotologia si concentra sui processi che sopprimono o distorcono le informazioni. Proctor ha studiato il ruolo dell’industria nel manipolare il sapere scientifico, scoprendo come, in molti casi, la produzione scientifica fosse diretta a creare incertezze per difendere profitti e potere.
Agnotologia e produzione dell’Ignoranza
L’agnotologia studia come l’ignoranza venga prodotta attivamente da soggetti con potere per influenzare l’opinione pubblica e distorcere la percezione della realtà. Questo fenomeno riguarda non solo ciò che le persone ignorano, ma anche il come e il perché le informazioni non vengono rese disponibili o vengono alterate. Un esempio significativo è la manipolazione della scienza ambientale da parte delle industrie inquinanti per rallentare l’attuazione di politiche sul cambiamento climatico.
Le forme dell’Ignoranza e i meccanismi di produzione
L’ignoranza assume diverse forme. Robert Proctor ne distingue, tra le altre tre, categorie principali:
- Ignoranza naturale
dovuta alla semplice mancanza di risorse o capacità cognitive di un individuo o di una società. - Ignoranza selettiva
quando un individuo o un gruppo sceglie di ignorare certe informazioni per convenienza o disinteresse. - Ignoranza indotta
la forma più insidiosa, generata attivamente da attori esterni, come aziende o governi, per controllare il dibattito pubblico.
Il ruolo della scienza e dei media
L’agnotologia si estende anche all’influenza dei media e della politica, esaminando come le informazioni vengano filtrate e manipolate. In un mondo caratterizzato da un eccesso di informazioni, i media giocano un ruolo cruciale nel creare narrative distorte e alimentare il dubbio scientifico. Questo è evidente nelle false equivalenze spesso presentate dai media, dove opinioni marginali vengono trattate con lo stesso peso del consenso scientifico. Ciò ritarda l’azione politica e consente di occultare verità scomode a vantaggio di interessi particolari
Agnotologia e manipolazione culturale
L’agnotologia si differenzia da discipline come l’epistemologia o la gnoseologia, perché non studia come si acquisisce la conoscenza, ma come viene distorta o soppressa. Questo accade attraverso una serie di meccanismi, tra cui:
- Segretezza e censura
le informazioni cruciali vengono nascoste o solo parzialmente divulgate. - Distruzione o occultamento di documenti
informazioni fondamentali vengono eliminate o non rese disponibili, come avvenne con i dati scientifici sulla tettonica a placche, in parte classificati come segreti militari. - Propaganda mediatica e disinformazione
e aziende e i governi diffondono dati falsificati o parziali per proteggere i propri interessi economici e politici
La confusione come strumento di controllo
Uno dei meccanismi più potenti nell’agnotologia è la creazione deliberata di confusione. Secondo l’antropologo Glenn Stone, l’obiettivo non è solo nascondere informazioni, ma creare un contesto in cui la conoscenza diventa ambigua e contestata. Questa confusione mina la capacità del pubblico di agire razionalmente, portando alla dipendenza da fonti che mantengono o accrescono il disorientamento.
Agnotologia e disuguaglianze strutturali
L’agnotologia è strettamente legata alle disuguaglianze nell’accesso all’informazione. Le ‘bolle informative’ o ‘camere dell’eco’ rinforzano spesso le differenze socio-economiche e culturali, creando un divario nell’accesso a informazioni accurate e critiche. Le persone provenienti da contesti socio-economicamente svantaggiati hanno meno opportunità di accedere a risorse educative e a media di qualità, rendendole più vulnerabili alla disinformazione e alla manipolazione
Il ruolo politico della manipolazione dell’Ignoranza
L’agnotologia assume un’importanza cruciale nell’analizzare come il potere politico utilizzi la gestione dell’informazione per consolidare il proprio controllo. Le élite politiche e culturali possono sfruttare l’ignoranza per mantenere la popolazione all’oscuro su questioni chiave, limitando l’accesso alle informazioni o manipolandole per mantenere il consenso.
Un esempio paradigmatico di questa dinamica è la celebre affermazione di Donald Rumsfeld, Segretario della Difesa degli Stati Uniti, durante un briefing del 12 febbraio 2002. Rumsfeld parlò di ‘cose che non sappiamo di non sapere’ (unknown unknowns), giustificando così l’assenza di prove concrete sull’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq come un motivo valido per l’invasione del paese. Questa affermazione è stata interpretata come un esempio lampante di come il ‘non sapere’ possa diventare una giustificazione politica per azioni bellicose o aggressive. In questo caso, l’ignoranza non era percepita come un vuoto da colmare, ma come una strategia per consolidare il consenso.
Analogamente, l’agnotologia può spiegare come il potere politico utilizzi i media per creare o amplificare l’ignoranza. Attraverso la presentazione di false equivalenze, per esempio nel dibattito scientifico, i media possono dare l’illusione di una controversia laddove esiste un chiaro consenso, seminando dubbi tra il pubblico. Questo fenomeno è stato osservato anche durante la pandemia di COVID-19, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha coniato il termine ‘infodemia’ per descrivere la sovrabbondanza di informazioni contrastanti, sia accurate che fuorvianti, che ha generato confusione e incertezza tra la popolazione.
Assenze e Ignoranza nel contesto sociale
L’agnotologia include anche lo studio delle assenze di conoscenza, ovvero ciò che non viene discusso o viene escluso dal dibattito pubblico. Secondo la sociologa Jennifer Croissant, queste assenze possono essere tanto significative quanto le informazioni presenti, poiché modellano la realtà sociale e influenzano le decisioni collettive
Questa riflessione si collega alla nozione di ignoranza collettiva, un fenomeno in cui interi gruppi sociali sono tenuti all’oscuro o esposti a informazioni manipolate. Questi processi creano disuguaglianze informative, lasciando le comunità vulnerabili incapaci di rispondere a questioni cruciali per il loro futuro.
Il ruolo dell’Agnotologia nella società contemporanea
Nell’era dell’informazione, la produzione dell’ignoranza acquisisce nuove dimensioni. La sovrabbondanza di dati e notizie, amplificata dai social media, rende sempre più difficile distinguere tra informazioni accurate e disinformazione. La pandemia di COVID-19 ha esemplificato questo fenomeno, creando un contesto di ‘infodemia’, in cui verità scientifiche e notizie false coesistono, alimentando confusione e incertezza.
Per affrontare queste dinamiche, è fondamentale promuovere il pensiero critico e la capacità di analizzare le fonti. Una maggiore alfabetizzazione mediatica è essenziale per contrastare la manipolazione delle informazioni e per evitare che l’ignoranza indotta diventi una condizione permanente. Le scuole, i media e le istituzioni devono cooperare per fornire ai cittadini gli strumenti necessari a riconoscere la disinformazione e a prendere decisioni informate.
Capitalismo agnotologico ed Ignoranza nell’Economia

L’agnotologia si lega strettamente all’economia attraverso il concetto di capitalismo agnotologico, come teorizzato da Michael Betancourt. Durante la crisi finanziaria del 2008, pratiche economiche rischiose vennero deliberatamente occultate agli investitori, creando un contesto in cui l’ignoranza era sfruttata per mantenere l’illusione di stabilità economica. Questo fenomeno dimostra come l’ignoranza sia sistematicamente prodotta all’interno del sistema capitalistico per preservare lo status quo.
L’Ignoranza culturale e il ruolo del colonialismo
L’agnotologia si applica anche all’ignoranza culturale legata al colonialismo e al neocolonialismo. Secondo Djelal Kadir, l’ignoranza è stata usata come strumento di controllo durante l’era coloniale, quando le potenze imperialiste sopprimevano le conoscenze locali per giustificare il loro dominio. Questa forma di ignoranza si perpetua nel periodo neo-coloniale attraverso politiche che mantengono i paesi ex-colonizzati in uno stato di dipendenza, non solo economica ma anche informativa
Questo fenomeno è stato descritto come una forma di colonialismo epistemico, in cui la conoscenza e il sapere sono controllati e centralizzati dalle potenze dominanti, mentre l’ignoranza viene coltivata nelle periferie globali.
Cognitronica e Sicurezza cognitiva
Un campo di studio emergente strettamente collegato all’agnotologia è la cognitronica, che si concentra sulle distorsioni cognitive nella percezione, causate dall’eccesso di informazioni nell’era digitale e dalle dinamiche della globalizzazione. La cognitronica analizza come i media e le tecnologie dell’informazione, attraverso meccanismi come le bolle informative e le echo chambers , alimentino la frammentazione della conoscenza e la diffusione della disinformazione. In particolare, la cognitronica si allinea con la sicurezza cognitiva (COGSEC), che studia come i processi cognitivi, come la presa di decisioni e la percezione, possano essere intenzionalmente influenzati o manipolati attraverso i sistemi informatici.
Nel contesto della sicurezza cognitiva, l’agnotologia diventa rilevante nell’analisi di come la disinformazione e la manipolazione a livello di sistema portino a un’ignoranza diffusa o a bias cognitivi. La sicurezza cognitiva si concentra su come proteggere i processi cognitivi dalla manipolazione, in particolare all’interno dei sistemi informatici. Esplora come gli individui e le società possano essere difesi dall’impatto delle informazioni distorte o manipolate, che possono essere intenzionalmente costruite per generare un’ignoranza selettiva o fraintendimenti.
Nel mondo digitale, le persone tendono sempre più a ricevere informazioni che rafforzano le loro credenze preesistenti, evitando opinioni contrastanti. Questo porta a una ignoranza selettiva, dove l’accesso teoricamente illimitato all’informazione è controbilanciato dalla scelta degli individui di ignorare contenuti che sfidano i loro punti di vista. Le piattaforme sociali accentuano ulteriormente questa tendenza, intensificando la polarizzazione politica e sociale e rafforzando convinzioni errate attraverso la ripetizione di contenuti filtrati e familiari.
Unendo la cognitronica alla sicurezza cognitiva, il campo offre un quadro per comprendere come la manipolazione deliberata delle informazioni possa sfruttare i processi cognitivi umani per produrre ignoranza su vasta scala, evidenziando la necessità di proteggere questi processi da tali forme di sfruttamento.
Il “Culto dell’Ignoranza” e l’anti-intellettualismo
Un aspetto cruciale dell’agnotologia, come sottolineato dal famoso scrittore di fantascienza Isaac Asimov, è il culto dell’ignoranza e l’anti-intellettualismo, che si manifestano in molte società moderne, soprattutto negli Stati Uniti. Asimov criticava l’idea diffusa che “l’ignoranza di una persona sia tanto valida quanto la conoscenza di un esperto … non è così” . Questo fenomeno, alimentato da movimenti populisti e anti-intellettuali, crea una cultura che valorizza l’ignoranza come una forma di autenticità o di rivolta contro le élite accademiche e scientifiche.
In questo contesto, l’agnotologia diventa uno strumento per comprendere come la scienza e la conoscenza possano essere rifiutate in nome di una percepita uguaglianza intellettuale, dove ogni opinione, anche se basata su ignoranza o disinformazione, è considerata valida. Questo ha un impatto devastante sul dibattito pubblico, in cui il dibattito razionale e basato su fatti è spesso sostituito da posizioni dogmatiche.
In sintesi, L’agnotologia offre una lente critica attraverso cui possiamo comprendere le complesse interazioni tra conoscenza, potere e ignoranza.
Gli studiosi di questa disciplina individuano diverse tipologie di ignoranza, che non sono esclusivamente legate alla manipolazione attiva di informazioni, ma possono emergere da una varietà di fattori:
- Ignoranza fabbricata (o agnotologica): questa è l’ignoranza creata deliberatamente, come nel caso dell’industria del tabacco. I gruppi di potere diffondono informazioni false o fuorvianti, o alimentano il dubbio, per proteggere i propri interessi. Esempi moderni di questa strategia includono il negazionismo climatico, la negazione dei rischi legati ai pesticidi, o il rifiuto delle evidenze scientifiche sui vaccini.
- Ignoranza come costruzione sociale: in questo caso, l’ignoranza è il prodotto di contesti culturali e storici. Ad esempio, in passato, intere società ignoravano certi aspetti della biologia umana o della medicina semplicemente perché le conoscenze scientifiche erano limitate. Anche le scelte educative di uno Stato possono produrre forme di ignoranza strutturale, per esempio escludendo certi argomenti dai programmi scolastici.
- Ignoranza come non-sapere inevitabile: esistono anche forme di ignoranza intrinseche alla condizione umana, dove alcune aree di conoscenza sono semplicemente inaccessibili o oltre la nostra capacità attuale di comprensione. Ciò include questioni metafisiche o scientifiche irrisolte, come il mistero dell’origine della coscienza o la natura ultima dell’universo.
- Ignoranza strutturale o epistemica: si verifica quando intere comunità o gruppi sociali vengono tenuti all’oscuro a causa di dinamiche di potere o diseguaglianze. Ad esempio, le donne e le minoranze razziali sono state storicamente escluse da certi ambiti del sapere accademico e scientifico, con il risultato che molte voci importanti sono state marginalizzate, creando lacune nelle narrazioni storiche o scientifiche dominanti.
In un’epoca caratterizzata dalla sovrabbondanza di informazioni, la capacità di distinguere tra informazioni accurate e disinformazione è cruciale per la salute democratica delle nostre società.
Dobbiamo affrontare la realtà che l‘ignoranza non è sempre accidentale, ma spesso viene prodotta deliberatamente da attori con interessi specifici.
Per contrastare l’ignoranza, è necessario rafforzare l’alfabetizzazione mediatica e promuovere un maggiore pensiero critico nelle scuole e nelle università. Gli individui devono essere dotati degli strumenti necessari per navigare attraverso il mare di informazioni, imparando a riconoscere le fonti attendibili e a sfidare le false narrative.
L’agnotologia ci invita a riflettere non solo su ciò che sappiamo, ma anche su ciò che non ci è dato sapere, e ci ricorda che l’ignoranza non è una condizione neutrale. È un prodotto sociale e politico, che può essere manipolato per consolidare il potere o per mantenere lo status quo. In questo senso, la conoscenza non è solo un diritto, ma un dovere civico incentivare anche l’Attivismo di Conoscenza.
rivisto il 23/09/2024 ed implementato con riferimenti di letteratura scientifica
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