Un amico mi ha postato oggi una riflessione sul famoso esperimento Universo 25 condotto dallo scienziato John Calhoun. E allora voglio riflettere su
Esperimento “Universo 25”
L’esperimento “Universo 25” è stato condotto negli anni ’60 e ’70 da John B. Calhoun presso il National Institute of Mental Health (NIMH) negli Stati Uniti. L’obiettivo principale dell’esperimento era studiare l’effetto dell’ambiente fisico e sociale sulla crescita e il comportamento di una popolazione di topi. L’esperimento “Universo 25” ha offerto un’opportunità senza precedenti per studiare in dettaglio gli effetti della sovrappopolazione e dello stress ambientale sul comportamento e sulle dinamiche sociali all’interno di una popolazione di topi. I risultati ottenuti hanno rivelato una serie di comportamenti e cambiamenti sociali profondi, sottolineando l’importanza cruciale dell’ambiente sociale e delle condizioni di vita nell’evoluzione delle comunità animali.
Calhoun ha creato un ambiente artificiale, il Paradiso dei Topi , che forniva ai topi tutto ciò di cui avevano bisogno per sopravvivere bene, inclusi cibo, acqua e riparo. Tuttavia, ha introdotto un limite fisico alla capacità dell’ambiente di sostenere la crescita della popolazione. Nel corso degli anni, la popolazione di topi è cresciuta rapidamente fino a raggiungere una densità estremamente alta.
Risultati e implicazioni:
L’implicazione più ampia dell’esperimento “Universo 25” riguarda la comprensione delle dinamiche di comportamento sociale, cooperazione e sopravvivenza all’interno delle popolazioni animali. Le scoperte di questo esperimento offrono spunti significativi per esplorare
le conseguenze della sovrappopolazione e del deterioramento delle condizioni ambientali sulla salute mentale, il benessere e la stabilità delle comunità.
L’osservazione di comportamenti anormali e divisioni sociali solleva interrogativi importanti sulle strategie di adattamento delle specie alle mutevoli condizioni dell’ambiente.
L’esperimento “Universo 25” ha rivelato una serie di comportamenti e dinamiche sociali interessanti che emergono in popolazioni sovrappopolate e in condizioni di stress ambientale. Ad un certo punto, la popolazione di topi ha iniziato a mostrare sintomi di comportamento anormale, tra cui aggressività, comportamento riproduttivo disturbato, abbandono delle cure parentali e comportamento sociale degradato.
Uno dei risultati più notevoli dell’esperimento è stato l’insorgenza di comportamenti anormali tra i topi all’interno della popolazione sovrappopolata.
L’aumento del numero di individui ha portato a una serie di problematiche comportamentali, tra cui l’aggressività e un comportamento riproduttivo disturbato.
La crescente densità di popolazione ha creato una competizione intensificata per le risorse, spingendo alcuni individui a comportamenti aggressivi al fine di garantirsi un accesso alle risorse limitate. Questo fenomeno evidenzia come la sovrappopolazione possa innescare dinamiche di stress e competizione che impattano profondamente sulla psicologia e sul comportamento degli individui.
Più specificamente, Calhoun costruì il cosiddetto “Paradiso dei Topi”, uno spazio appositamente progettato in cui i roditori avevano abbondanza di cibo e acqua, oltre a un ampio spazio vitale. All’inizio, ha collocato quattro coppie di topi che in breve tempo hanno iniziato a riprodursi, con conseguente rapida crescita della loro popolazione. Tuttavia, dopo 315 giorni la loro riproduzione ha iniziato a diminuire in modo significativo. Quando il numero di roditori raggiunse 600, si formò una gerarchia tra loro e poi apparvero i cosiddetti “disgraziati”. I roditori più grandi iniziarono ad attaccare il gruppo, con il risultato che molti maschi iniziarono a “collassare” psicologicamente. Di conseguenza, le femmine non si proteggevano e a loro volta diventavano aggressive nei confronti dei loro piccoli. Col passare del tempo, le femmine hanno mostrato comportamenti sempre più aggressivi, elementi di isolamento e mancanza di umore riproduttivo. C’è stato un basso tasso di natalità e, allo stesso tempo, un aumento della mortalità nei roditori più giovani. Poi apparve una nuova classe di roditori maschi, i cosiddetti “bellissimi topi”. Si rifiutavano di accoppiarsi con le femmine o di “combattere” per il loro spazio. Tutto ciò di cui si preoccupavano era il cibo e il sonno. Ad un certo punto, “bei maschi” e “femmine isolate” costituivano la maggioranza della popolazione. Secondo Calhoun, la fase della morte consisteva in due fasi: la “prima morte” e la “seconda morte”. Il primo era caratterizzato dalla perdita di scopo nella vita al di là della semplice esistenza – nessun desiderio di accoppiarsi, crescere giovani o stabilire un ruolo all’interno della società. Col passare del tempo, la mortalità giovanile ha raggiunto il 100% e la riproduzione ha raggiunto lo zero. Tra i topi in via di estinzione, è stata osservata l’omosessualità e, allo stesso tempo, il cannibalismo è aumentato, nonostante il fatto che ci fosse cibo in abbondanza. Calhoun ha replicato l’esperimento 25 volte ottenendo sempre lo stesso risultato.
L’esperimento ha messo in luce un altro aspetto critico delle dinamiche sociali in popolazioni sovrappopolate: la divisione tra individui “socialmente conformi” e individui “socialmente isolati”.
I topi socialmente conformi si adattavano ai modelli di interazione e alle gerarchie sociali preesistenti, cercando di integrarsi nella comunità. D’altro canto, i topi socialmente isolati si ritiravano, diventavano apatici e manifestavano segni di disinteresse nei confronti delle dinamiche sociali.
Questo fenomeno riflette la complessa interazione tra le condizioni ambientali, la densità di popolazione e la psicologia individuale. La divisione tra conformità e isolamento mette in luce come il contesto sociale possa influenzare profondamente il comportamento e l’adattamento degli individui.
Inoltre, la dicotomia comportamentale tra topi socialmente conformi e topi socialmente isolati ha messo in evidenza come i conformi si adattavano alle dinamiche sociali della colonia, mentre i topi isolati si ritiravano e diventavano apatici. Questo ha portato alla poi alla disintegrazione del tessuto sociale della popolazione e alla diminuzione della fertilità.
Riflessioni sull’analogia con le società umane:
L’esperimento “Universo 25” è stato spesso interpretato come una metafora delle società umane e dei potenziali effetti della sovrappopolazione, dell’urbanizzazione e dell’isolamento sociale. Tuttavia, è importante notare che le conclusioni dell’esperimento e le sue applicazioni dirette alle società umane sono state oggetto di dibattito.
Alcuni studiosi sostengono che l’esperimento offre spunti interessanti per comprendere le dinamiche sociali e comportamentali, ma bisogna considerare che i topi non sono un perfetto modello per le società umane complesse.
In definitiva, l’esperimento “Universo 25” rappresenta un interessante tentativo di esplorare le dinamiche sociali e comportamentali in contesti di sovrappopolazione, ma la sua applicazione alle società umane richiede cautela e considerazione delle differenze tra le specie.
Per un approfondimento:
- Calhoun, J. B. (1962). Population density and social pathology. Scientific American, 206(3), 139-148. – Questo articolo rappresenta uno dei primi report sull’esperimento “Universo 25” e analizza l’impatto della sovrappopolazione sulla colonia di topi
- Calhoun, J. B. (1973). Death squared: The explosive growth and demise of a mouse population. Proceedings of the Royal Society of Medicine, 66(1), 80-88. – Questo articolo dettaglia ulteriormente i risultati dell’esperimento e discute le dinamiche di crescita e declino della popolazione di topi
Molto interessante… e “spaventoso”.
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hai perfettamente ragione: è “spaventoso” … sebbene, come assumono tanti esperti di altre discipline, potrebbe essere azzardato associare il comportamento sociale dei topi (in situazioni quali quelle dell’esperimento) all’uomo … i fatti ai quali assistiamo quotidianamente non ci fanno sembrare tanto fantascientifica l’ipotesi
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