“PONTE OLOGRAMMI”, dalla FINZIONE CINEMATOGRAFICA alla REALTÀ QUOTIDIANA

Holodeck la futuristica tecnologia nata dalla fantasia di Gene Roddenberry, il creatore di StarTreck, è quasi realtà …

Recentemente ho scritto un post  dal tema Politici ed Ologrammi, in cui ho citato la tecnica del Pepper’s Ghost che oggi illude lo spettatore così come era in grado di farlo con successo nei teatri dei tempi passati.

Ma allora perchè ci meravigliamo tanto delle nuove tecnologie?

“Con i nuovi mezzi tecnologici e digitali l’opera si apre, non è più immodificabile e chiusa in se stessa, ma stabilisce un nuovo rapporto con lo spazio e con il fruitore; non è più racchiusa entro i confini di una cornice, ma esce dal quadro, sperimenta nuove vie, si apre a nuove realtà. Questa apertura riguarda non solo l’opera in se stessa, ma anche il luogo in cui si svolge, il suo fruitore. Tale espansione dell’immagine verso l’esterno si verifica nelle installazioni, in cui l’opera interagisce con l’ambiente stesso, che entra a far parte dell’opera, la quale si protrae verso lo spettatore coinvolgendolo e rendendolo artefice dell’opera stessa” (*) e si realizza, si determina – aggiungo io –  in nuove applicazioni, spesso ancora credute fantascientifiche.

Sicuramente almeno una volta siamo stati spettatori di un film della saga ‘StarTreck’.  Sicuramente ricorderemo come l’equipaggio dell’astronave Enterprise aveva occasione di rilassarsi trascorrendo periodi di riposo sul ponte ologrammi.  Questo era ‘Holodeck’: uno spazio in cui ci si immergeva in una Realtà Virtuale di ambienti e scenografie ricostruite ‘on-demand’ dal computer di bordo.

 Holodeck non è solo una futuristica tecnologia nata dalla fantasia di Gene Roddenberry, il creatore di StarTreck

Rod  Roddenberry, il figlio di Gene,  annuncia: “Il concetto dell’Holodeck era estremamente importante sia per mio padre che per l’Universo Star Trek. Voglio che le tecnologie di Star Trek diventino reali e, per la prima volta, ora credo che un vero Holodeck non si limiti più alla fantascienza”.

“Stiamo realizzando l’Holodeck di StarTreck” è l’annuncio di Jon Karafin, CEO di Light Field Lab: la società californiana che in partnership con un’altra società tecnologica,  OTOY,  sta progettando “il Santo Graal della tecnologia di visualizzazione ottica, che consente di rendere possibili oggi cose che sembrano fantascienza”, cioè “la prossima generazione di piattaforme AR/VR che implementano un sistema olografico che esclude la necessità di possedere un headset (…) con lo scopo di immergere completamente gli utenti nelle immagini e nei suoni di contenuti multimediali di alta qualità senza cuffie (…), dei contenuti originali progettati e realizzati specificamente per la tecnologia nascente dalla Roddenberry Entertainment”. Secondo il Light Field Lab, il futuro del loro progetto include il potenziale di ologrammi che possono muoversi ed essere manipolati dal tatto. [1]

Dunque, sebbene le attuali tecnologie industriali non siano ancora in grado di usare la rifrazione dell’aria [2] come succede nella finzione cinematografica del ponte ologrammi dell’Enterprise, abbiamo visto come oggi l’industria ci mette a disposizione tecnologie che effettivamente già ci consentono di poter ‘ingannare i sensi.’ Mentre parallelamente le immagini generate al computer hanno raggiunto un livello di fotorealismo in grado di ingannare con un’illusione digitale uno spettatore anche piuttosto esperto, come riporto nel mio articolo “il Re Leone e l’Illusione digitale”.    

Sono almeno 20 anni che già vengono impiegate piattaforme di fruizione di contenuti digitali per la ricostruzione di ambienti o scene in simulazione digitale.  Per usi particolari, quali ad esempio: l’addestramento dei militari o dei piloti d’aviazione. Oggi anche l’uomo comune può iniziare ad accedere a tecnologie per la Realtà Aumentata (AR) [3] o la Realtà Virtuale (VR). Con la fruizione di contenuti digitali mediati da queste nuove tecnologie.  Le persone possono vivere esperienze immersive multisensoriali attraverso ‘proiezioni digitali whole-room’.  Lo stato dell’arte in questo nuovo campo è in rapida evoluzione. Microsoft nel 2013 ci annuncia il progetto ‘Illumiroom’ [4], ma già  nel 2016 rivela il nuovo progetto  ‘Room2Room’ [5] per portare la videofonia a livello di telepresenza a grandezza reale.

Non è assolutamente fantascienza prevedere che, in un molto prossimo futuro, saremo in grado di interagire in mondi virtuali coinvolgendo anche il senso tattile, impiegando tecnologie digitali per la percezione aptica. Alcuni ricercatori stanno già lavorando con polimeri elettro-speciali che possono essere utilizzati per costruire guanti o tessuti capaci di esercitare una pressione sulla punta delle dita o in altri settori della pelle, simulando la sensazione del tatto.

Saremo addirittura in grado di costruire ‘oggetti virtuali on-demand’ utilizzando le onde sonore per sospendere e manipolare piccole particelle a mezz’aria.

Non è troppo difficile immaginare quale tipo di esperienze multisensoriali saremo in grado di esperire come frutto della combinazione di sollecitazioni audiovisive, olfattive e di percezione aptica grazie alla manipolazione di particelle in tempo reale combinata con la cosiddetta ‘simulazione tattilo-corporea’.

Nel mentre, noi di Rebel Alliance siamo già da tempo pronti a creare i contenuti per queste non più fantascientifiche piattaforme che si ispirano all’Holodeck dell’astronave Enterprise.


Note

[1] L’ex dirigente di Lucas Film Richard Kerris, attualmente consulente di OTOY, afferma: “La combinazione di innovazioni nelle tecnologie di rendering e di visualizzazione potrebbe benissimo segnare l’inizio di una rivoluzione mediatica di nuova generazione. I vostri occhi si concentrano liberamente su oggetti olografici senza la necessità di indossare occhiali per vedere il 3D. L’esperienza è diversa da tutto ciò che ho sperimentato e mi dà la speranza di vedere la loro visione dell’Holodeck diventare realtà”

 [2] quale superficie volumetrica per la visualizzazione olografica di immagini CGI3d

 [3] La Realtà Aumentata (in inglese: Augmented Reality o AR) è il fenomeno che viene introdotto parallelamente alla nascita del concetto di Realtà Virtuale e lo sviluppo di nuovi media e/o applicazioni per la fruizione audiovisiva digitale.   Si tratta di applicazioni che alterano la Realtà fruita dal Soggetto inserendo nel suo campo di percezione una serie di enti virtuali (oggetti, avatar, bot, ecc.) che forniscono informazioni supplementari sull’ambiente reale, appunto “aumentando” la capacità di comprensione del soggetto stesso, estendendone le facoltà percettive e la conseguente elaborazione cognitiva del complesso risultante osservato. (cfr. Bimber O., Raskar R.,  “Spatial Augmented Reality: Merging Real and Virtual Worlds, Wellesley, A. K. Peters, 2005). Conseguentemente, la Realtà Aumentata Spaziale (in inglese: Spatial Augmented Reality o SAR) è una tecnica che consente di creare esperienze di Realtà Aumentata modificando l’aspetto di ambienti e/o oggetti fisici attraverso proiezione di Contenuti visuali appositamente creati.

[4]https://www.microsoft.com/en-us/research/project/illumiroom-peripheral-projected-illusions-for-interactive-experiences/

 [5]-https://www.microsoft.com/en-us/research/publication/room2room-enabling-life-size-telepresence-in-a-projected-augmented-reality-environment/

References

  • Nuova Arcadia;  un  format verso il Rave Culturale come Eterotopia: an Experiential Multisensorial Place, 2015, Rebel Alliance Empowering\Umanesimo&Tecnologia\Virtual & Heritage, di V.Dublino
  • (*) “Ida Gerosa – Tesi in storia dell’Arte Contemporanea”  di Luana Morasca
Yon Visell descrive il lavoro svolto nel suo laboratorio sull’aptica all’Università della California. Aptica, la scienza e l’ingegneria per il senso del tatto: Visell spiega come i risultati stiano guidando lo sviluppo di nuove tecnologie per l’informatica indossabile e la robotica.

5 risposte a "“PONTE OLOGRAMMI”, dalla FINZIONE CINEMATOGRAFICA alla REALTÀ QUOTIDIANA"

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  1. Hai ragione, tuttavia …

    “Un bello e orribile
    mostro si sferra,
    corre gli oceani,
    corre la terra:

    corusco e fumido
    come i vulcani,
    i monti supera,
    divora i piani;

    sorvola i baratri;
    poi si nasconde
    per antri incogniti,
    per vie profonde;

    ed esce; e indomito
    di lido in lido
    come di turbine
    manda il suo grido,

    come di turbine
    l’alito spande:
    ei passa, o popoli,
    Satana il grande.

    Passa benefico
    di loco in loco
    su l’infrenabile
    carro del foco.

    Salute, o Satana,
    o ribellione,
    o forza vindice
    de la ragione!”

    Inno a Satana.
    Giosue Carducci (1863)

    Fai clic per accedere a CARDUCCI-Inno.pdf

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  2. Ci mancava solo il satanismo; tutto il resto ce lo stiamo inventando da soli. Eppure certe volte penso proprio che l’umanità non può essere tanto stupida come sembra; deve esserci lo zampino di un diavoletto per farci combinare tante cazzate. Buona giornata.

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