Un Whistleblower (in italiano significa letteralmente: Fischiatore) è un informatore, una persona (spesso un dipendente di un’azienda, di una organizzazione politica o di una istituzione governativa) che rivela informazioni (spesso riservate) su attività ed azioni che si elaborano all’interno di un’organizzazione privata o pubblica che è considerata illegale, immorale, illecita, pericolosa o fraudolenta.
La storia dell’origine del termine riporta che questo fu coniato dall’attivista civico statunitense Ralph Nader all’inizio degli anni ’70 per evitare le connotazioni negative che si trovano in altre parole quali informatore o spia, ispirandosi all’uso del fischietto del poliziotto per richiamare l’attenzione generale in pubblico quando veniva scoperto l’agire di un ladro o di un criminale per la strada. La parola quindi è entrata nell’uso comune correlato metaforicamente all’uso di un fischietto per avvisare il pubblico o una folla di problemi come la commissione di un crimine o la violazione delle regole durante un evento sportivo.
La attività di un “fischiatore” può verificarsi sia nel settore privato che nel settore pubblico.
Gli informatori possono utilizzare una varietà di canali interni o esterni per comunicare informazioni o accuse. Quando la fischiata è solo interna alla organizzazione, l’informatore segnala internamente la notizia ad un supervisore, oppure alle risorse umane, alla compliance o ad una terza parte neutrale all’interno dell’azienda, sperando che l’azienda affronti e risolva i problemi.

Quando un informatore intende portare alla ribalta dell’opinione pubblica le accuse, comunica l’informativa a soggetti esterni, come i media, il governo o le forze dell’ordine. Le informazioni rivelate spesso poi si traducono in famose inchieste giornalistiche che si diffondono in tutto il mondo come le Panama papers, in saggi d’inchiesta addirittura in film come Snowden, amplificando e diffondendo in maniera transmediale la notizia iniziale. Innescando quello che gli esperti dei media chiamano appunto ‘Effetto Snowden” nell’opinione pubblica.
Un fischiatore corre seri rischi nel suo esercizio di informatore di fatti illeciti, per gli eventuali danni individuali, danni alla fiducia pubblica o le minacce alla sicurezza nazionale (che sono le tre categorie di danni) che possono derivare dalla diffusione della sue informazioni.
Da alcuni, i fischiatori-informatori, sono visti come martiri altruisti per l’interesse pubblico e il mantenimento della responsabilità etica delle organizzazioni.
Da altri invece sono visti come traditori o disertori; alcuni addirittura accusano gli informatori di perseguire esclusivamente la gloria e la fama personali o vedono il loro comportamento come motivato dall’avidità e motivo di arricchimento personale. Perciò, la rivelazione dell’identità di un fischiatore può automaticamente mettere in pericolo la sua vita. Ci sono media che associano al whistleblower parole come traditore (e al whistleblowing quella di tradimento). Per chi lo ritiene un tradimento questo è inteso tale, a prescindere abbia danni fisici a nessuno, sebbene abbia invece sensibilizzato l’opinione pubblica su fatti illeciti, poco morali o per niente etici. Per questo motivo in alcuni casi, i fischiatori devono fuggire dal loro paese per evitare minacce di morte o danni fisici e/o morali e, in alcuni casi, vere e proprie accuse penali: in molte nazioni la punizione per il tradimento è addirittura la pena di morte. Per questo motivo in casi eclatanti come quello di Snowden o Assange negli Stati Uniti, o di Navalny in Russia, abbiamo visto le loro fughe all’estero.
L’enciclopedia Treccani riporta alla voce whistleblowing : “ … Denuncia, di solito anonima, presentata dal dipendente di un’azienda alle autorità pubbliche, ai mezzi d’informazione, a gruppi di interesse pubblico, di attività non etiche o illecite commesse all’interno dell’azienda stessa. [… questa] la conclusione di due analisi in materia di whistleblowing e di trasparenza nei servizi di pubblica utilità condotte insieme a Transparency International e Cittadinanzattiva. Renato Brunetta (in qualità di Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Corriere della sera, 7 maggio 2010, p. 51) riporta: « Molto resta ancora da fare, è vero. Ma non sembra davvero utile continuare ad accreditare una percezione ‘ideologica’, non obiettiva del fenomeno quando il Governo sta invece seriamente puntando a soluzioni concrete in una logica di sistema». Mentre il procuratore Cantone ribadisce «È un invito alla collaborazione, non alla delazione, è un invito alla responsabilità» (…) “
Definito il termine whistleblowing e la correlata attività di un fischiatore (con i pericoli che corre per la sua azione) veniamo alla spiegazione di cosa sono i WikiLeaks. Cito testualmente a riguardo ancora una volta la Treccani, che riporta testualmente:
[per WikiLeaks si intende]: “ un sito Internet che riceve e pubblica documenti, soprattutto militari e diplomatici, coperti da segreto; il servizio, gestito dall’omonima organizzazione senza scopo di lucro, consente l’invio di materiale riservato e garantisce alle fonti l’anonimato. WikiLeaks è stato creato da Julien Assange, giornalista di origini australiane, programmatore e attivista. Non ha un organigramma strutturato e molti membri dello staff, come pure alcuni dei fondatori, rimangono sconosciuti. Anche l’elenco dei sostenitori che con le loro offerte finanziano il progetto non è pubblico.
Il dominio Internet wikileaks.org è stato registrato il 4 ott. 2006, mentre il primo documento, che prova l’esistenza di un complotto per assassinare i membri del governo somalo, è stato pubblicato nel dicembre dello stesso anno.

Originariamente pensato come un sito ‘wiki’, cioè con contenuti modificabili dagli utenti, WikiLeaks ha optato poi per un modello di pubblicazione tradizionale con un gruppo di persone che si riserva di verificare l’autenticità del materiale prima di diffonderlo in rete.
Nel 2008 il sito è stato chiuso su sentenza di un tribunale della California dopo la denuncia della banca svizzera Julius Bär. L’istituto si riteneva diffamato da documenti che l’accusavano di supportare l’evasione fiscale e il riciclaggio. Il 29 febbr. 2008, il giudice ha autorizzato la riapertura del sito citando il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America.
WikiLeaks ha cominciato a farsi conoscere con la pubblicazione del manuale militare utilizzato dagli americani nella prigione di Guantanamo. Ma è stato con la diffusione di video e documenti secretati relativi alla guerra in Iraq che il sito si è imposto all’attenzione mondiale. In particolare in un filmato diffuso in rete nell’apr. 2010 e risalente al 2007, si vede un elicottero dell’esercito degli Stati Uniti sparare e uccidere dodici civili a Baghdad, tra cui due giornalisti dell’agenzia di informazione Reuters. Tre mesi dopo W. ha reso pubblici 76.900 documenti interni dell’esercito americano sulla guerra in Afghanistan. A ott. è stata la volta di ca. 400.000 file segreti sul conflitto iracheno, che documentano torture e stragi di civili da parte dei soldati americani. Il presunto responsabile della fuga di notizie, l’analista dell’intelligence USA Bradley Manning, è stato arrestato.
A partire dal 28 nov. 2010 WikiLeaks ha dato il via alla pubblicazione di oltre 250.000 documenti contenenti informazioni confidenziali scambiate tra centinaia di ambasciate e sedi diplomatiche statunitensi nel mondo e il dipartimento di Stato americano. I cablo sono stati distribuiti a cinque testate giornalistiche internazionali partner di WikiLeaks (il settimanale tedesco «Der Spiegel», il quotidiano spagnolo «El País», il francese «Le Monde», il britannico «The Guardian» e lo statunitense «The New York Times»). Si è trattato della più grande fuga di notizie della storia” [ https://www.treccani.it/enciclopedia/wikileaks ]
La ritorsione è un rischio reale per gli informatori, che spesso pagano un prezzo pesante per aver denunciato. La forma più comune di ritorsione è la cessazione improvvisa del rapporto di lavoro. Tuttavia, molte altre azioni possono anche essere considerate ritorsioni, inclusi aumenti estremi dei carichi di lavoro, riduzione drastica delle ore, prevenzione del completamento delle attività o bullismo. [2] Le leggi in molti paesi tentano di proteggere gli informatori e di regolamentare le attività di denuncia. Queste leggi tendono ad adottare approcci diversi alla denuncia di irregolarità del settore pubblico e privato.
Gli informatori non sempre raggiungono i loro obiettivi. Affinché le loro affermazioni siano credibili e di successo, devono disporre di prove convincenti a sostegno delle loro affermazioni che il governo o l’organismo di regolamentazione possono utilizzare o indagare per “provare” tali affermazioni e responsabilizzare le società corrotte e/o le agenzie governative.
Concludo questa riflessione, che è propedeutica ad altre che ho in mente di postare, sottolineando, secondo quanto ho riportato in questo articolo, che Julien Assange – fondatore del primo esempio di sito internet WikiLeaks – è a mio avviso anche un Fischiatore … e lascio al lettore il merito del giudizio.
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