“Immaginiamo un marciapiede dove i rifiuti si accumulano. Presto, più rifiuti si accumuleranno, alla fine, sempre più persone inizieranno a lasciare un numero sempre maggiore di sacchi di rifiuti, provenienti perfino dai ristoranti e altri esercizi commerciali, fino a sommergere le auto in sosta”
“Immagina un edificio. È una struttura imponente, ma alcune delle sue finestre sono rotte. Se queste finestre non vengono riparate, è probabile che vandali siano tentati di romperne altre. Alla fine, potrebbero addirittura decidere di irrompere nell’edificio. Se l’edificio non è già occupato, potrebbero diventarne gli occupanti abusivi, trasformandolo in un covo di attività criminale.
Ora, immagina un marciapiede. I rifiuti cominciano ad accumularsi. Se non vengono rimossi, presto ne arriveranno altri, fino a quando il marciapiede non sarà sommerso da una montagna di spazzatura. Non solo rifiuti casalinghi, ma anche sacchi di immondizia provenienti da ristoranti ed esercizi commerciali, tanto da sommergere le auto parcheggiate nelle vicinanze”
Questi due esempi servono a illustrare la teoria della finestra rotta, un concetto centrale nella criminologia moderna.
Questa teoria sostiene che i segni visibili di crimine, comportamento antisociale e disordine civile creano un ambiente urbano che incoraggia ulteriormente la criminalità e il disordine, che possono arrivare a includere reati gravi
Secondo questa teoria, affrontare reati minori come il vandalismo, il consumo pubblico di droghe, o l’evasione dei biglietti dei trasporti pubblici, può aiutare a creare un’atmosfera di ordine e legalità. Questo, a sua volta, può prevenire reati più gravi. La manutenzione dell’ordine pubblico e la risposta tempestiva ai piccoli reati possono, quindi, giocare un ruolo cruciale nel mantenere la sicurezza e la stabilità di una comunità.
La teoria fu introdotta per la prima volta nel 1982 in un articolo intitolato “Broken Windows”, pubblicato su “The Atlantic Monthly” dagli scienziati sociali James Q. Wilson e George L. Kelling. La teoria guadagnò ulteriore popolarità negli anni ’90, quando fu adottata dal commissario di polizia di New York City, William Bratton, e dal sindaco Rudy Giuliani, le cui politiche di polizia furono fortemente influenzate da questa teoria.
Per elaborare la loro teoria, Wilson e Kelling si basarono sugli esperimenti condotti dallo psicologo statunitense Philip Zimbardo presso l’Università di Stanford nel 1969.
Zimbardo dimostrò empiricamente l’effetto psicologico che le condizioni di degrado e di abbandono di aree urbane possono avere sulla percezione della sicurezza da parte degli individui
Philip Zimbardo, docente in psicologia sociale alla Stanford University, pubblicò nel 1969 i risultati di alcuni suoi esperimenti eseguiti per dimostrare la teoria della finestra rotta. Fece parcheggiare un’automobile cabriolet senza targhe in una strada del Bronx (quartiere malfamato di New York) e una uguale automobile in una strada di Palo Alto, nota ricca cittadina in California. L’auto nel Bronx fu attaccata dai vandali dopo soli dieci minuti dal suo ‘abbandono’: i primi ad arrivare furono un padre di famiglia, una madre e un figlio, che rimossero il radiatore e la batteria, nel giro di ventiquattro ore praticamente tutto cià che aveva un valore era stato rimosso dall’auto. A quel punto cominciò la distruzione casuale: furono distrutti i finestrini, le portiere divelte, la tappezzeria strappata; i bambini iniziarono ad usare l’auto come un parco giochi, la maggior parte dei “vandali” osservati erano dei bianchi ben vestiti ed apparentemente puliti. L’auto a Palo Alto rimase intatta per più di una settimana, ma non appena lo scienziato Zimbardo ne frantumò una portiera e un finestrino con un martello accadde che ben presto i cittadini di Palo Alto si comportassero come gli abitanti del Bronx: nel giro di poche ore l’auto fu capovolta e completamente distrutta. Di nuovo, i “vandali” sembravano essere in maggioranza ‘rispettabili uomini bianchi’.
Più che una teoria vera e propria, si tratta di un approccio sul quale si fondano numerose strategie operative per la prevenzione e il contrasto della criminalità
(Amendola, 2003)
L’approccio teorico è basato sulla convinzione che:
“quanto più un territorio è sottoposto a semplici comportamenti ‘devianti’ (per esempio atti d’incivilità) tanto più si attestano elevate probabilità che si verifichino atti criminali più gravi”
L’assunto dal quale si sviluppa l’ipotesi si basa sulla seguente conclusione di una ricerca empirica : “in una strada dove esiste un edificio disabitato, con i vetri rotti, se non si provvede repentinamente a ripararle, si innescano gli atteggiamenti tipici dell’abbandono e del degrado urbano, che favoriscono il verificarsi di altri comportamenti criminali”.
La ragione per cui lo stato dell’ambiente urbano può influenzare il crimine può essere declinata in tre aspetti che riguardano:
- le norme sociali e la conformità sociale ;
- la presenza o la mancanza di un monitoraggio di routine ,
- … e la segnalazione sociale e il concetto di crimine segnaletico.
I comportamenti antisociali sono azioni che danneggiano o trascurano il benessere degli altri. Molti comportamenti antisociali sono considerati fastidiosi o nocivi per la società e possono essere un indicatore di disturbi di personalità antisociale o altri disturbi mentali. Alcuni esempi di comportamenti antisociali includono:
- Aggressione fisica o verbale: Questo può includere abuso fisico o verbale verso altre persone, come per esempio colpire, urlare o insultare.
- Disprezzo per i diritti altrui: Questo include azioni che violano i diritti delle altre persone, come il furto, il vandalismo o le molestie.
- Manipolazione degli altri: Questo può includere comportamenti volti a manipolare o sfruttare gli altri per il proprio vantaggio personale, come la menzogna, l’inganno o l’uso di altre persone per il proprio guadagno personale.
- Comportamento irresponsabile: Questo può includere comportamenti che trascurano le responsabilità personali o sociali, come l’assenza di lavoro, la negligenza dei compiti domestici o l’ignorare le regole e le norme sociali.
- Mancanza di rimorso o colpa: Gli individui con comportamenti antisociali spesso non mostrano rimorso o colpa per le loro azioni, anche quando queste azioni hanno causato danno ad altri.
Questi comportamenti possono essere molto dannosi per gli individui e per la società in generale, e spesso richiedono un intervento professionale per essere affrontati efficacemente.
La segnalazione sociale è una parte importante del funzionamento delle nostre società. È attraverso la segnalazione che i membri di una comunità possono fare notare comportamenti o situazioni pericolose, inappropriate o illegali alle autorità competenti. Questo può includere segnalazioni di crimini, di problemi ambientali, di problemi di salute pubblica e molto altro. La segnalazione sociale permette di mantenere l’ordine, la sicurezza e il benessere all’interno di una comunità. In riferimento alla teoria della finestra rotta, la segnalazione sociale può avere un ruolo importante. Se i membri di una comunità sono consapevoli e attivi nel segnalare comportamenti antisociali o crimini minori (come il vandalismo), possono contribuire a mantenere l’ordine e a prevenire l’escalation di crimini più gravi. Questo è in linea con l’idea centrale della teoria della finestra rotta, che suggerisce che l’attenzione ai dettagli e la manutenzione dell’ordine possono prevenire il degrado e la criminalità.
Il “crimine segnaletico” è un termine che può essere utilizzato per descrivere crimini minori che servono come “segnali” di disordine o di mancanza di controllo sociale. Questi possono includere atti come il vandalismo, l’evasione delle tariffe dei trasporti pubblici, la molestia pubblica, ecc. Secondo la teoria della finestra rotta, l’affrontare efficacemente questi crimini segnaletici può contribuire a prevenire crimini più gravi, poiché rimuove i segnali di disordine e rafforza la percezione di controllo sociale.
La teoria presuppone che il paesaggio urbano “comunichi” alle persone
In un ambiente urbano anonimo le norme sociali e il monitoraggio non sono chiaramente noti. Gli individui cercano quindi segnali nell’ambiente per quanto riguarda la presenza di norme sociali nell’ambiente e il rischio di essere scoperti nel violare tali norme: uno dei segnali è l’aspetto generale dell’area
Secondo la teoria delle finestre rotte, un ambiente pulito e ordinato invia un messaggio forte e chiaro: “questa comunità è attenta, vigile e non tollera comportamenti illeciti, peggio il comportamento criminale.” Al contrario, un ambiente disordinato e degradato – caratterizzato da finestre rotte, edifici in decadenza, graffiti su monumenti, eccesso di rifiuti per le strade – trasmette l’idea che l’area non è monitorata e che comportamenti incivili, o addirittura criminali, possono passare inosservati.
Una finestra rotta, quindi, non è solo un danno materiale: è un simbolo. È un messaggio inviato agli individui tendenti a comportamento incivili e ai criminali che dice: “Questa comunità non ha un controllo sociale adeguato e non può o non vuole difendersi da un’incursione criminale”. Ma la finestra rotta trasmette anche un messaggio ai membri della comunità, parlando di indifferenza, vulnerabilità e mancanza di coesione.
Quartieri con un forte senso di coesione riparano le finestre rotte, facendo una dichiarazione forte e chiara sulla responsabilità sociale che sentono per il proprio spazio. Rifiutano di lasciare che il loro quartiere diventi un simbolo di degrado e criminalità. Invece, mostrano che hanno il controllo del loro ambiente e che si preoccupano del benessere della loro comunità. Questo, a sua volta, può scoraggiare il crimine e contribuire a creare un ambiente più sicuro e stabile per tutti.
La teoria della finestra rotta non riguarda solo la prevenzione di atti illegali concreti. Ha a che fare, in maniera significativa, con la percezione della sicurezza all’interno di una comunità. Un ambiente caratterizzato da disordine e degrado può alimentare sensazioni di insicurezza tra i residenti, innescando paura e diffidenza verso gli estranei. Questa percezione di insicurezza può auto-alimentarsi e peggiorare se le autorità non intervengono in maniera decisa per affrontare le situazioni di degrado.
Come De Giorgi ha sottolineato nel 2000, l’inciviltà e il disordine non sono solo problemi estetici. Hanno un impatto reale sulla qualità della vita delle persone e sulla loro percezione di sicurezza. Quando i membri di una comunità vedono che le finestre rotte e altre forme di degrado non vengono affrontate, possono arrivare a sentire che le loro preoccupazioni non sono prese sul serio dalle autorità. Questo può contribuire ad un senso di impotenza e di disillusione, che può a sua volta alimentare ulteriori problemi sociali.
La teoria della finestra rotta suggerisce quindi che sia nell’interesse delle autorità rispondere prontamente e adeguatamente ai segnali di degrado nella comunità. Questo non solo può aiutare a prevenire la criminalità, ma può anche contribuire a migliorare il benessere generale e la fiducia dei residenti nella loro comunità.
Una questione di senso comune
La teoria della finestra rotta, come suggerito da Wacquant nel 1999, può sembrare una nozione dettata dal senso comune. Questa teoria, infatti, stabilisce un legame tra i comportamenti di inciviltà, che si manifestano nel degrado urbano, e il fenomeno della criminalità.
Nel loro libro “Fixing Broken Windows: Restoring Order and Reducing Crime” del 1996, Kelling e Coles hanno sviluppato ulteriormente la teoria, discutendo di come essa si relazioni al crimine e a quali strategie possono essere utilizzate per contenere o eliminare il crimine dai quartieri urbani. Secondo gli autori, una strategia efficace per prevenire il vandalismo consiste nell’affrontare i problemi quando sono ancora piccoli.
Riparare le finestre rotte prontamente – entro un giorno o al massimo una settimana – può contrastare la tendenza dei vandali a causare ulteriori danni. Allo stesso modo, pulire quotidianamente i marciapiedi può prevenire l’accumulo di rifiuti, contribuendo a mantenere un ambiente più ordinato e pulito. Questi interventi tempestivi possono impedire la degenerazione dei problemi e scoraggiare la fuga dei “residenti rispettabili” che possono sentirsi sopraffatti dal degrado dell’area in cui vivono.
Questo approccio proattivo alla gestione dell’ambiente urbano può contribuire a creare comunità più forti, più sicure e più coese.
Non è sufficiente la repressione
La polizia da sola non può garantire la sicurezza di una città; è necessario un impegno collettivo da parte dei residenti per mantenere sicuri e ben curati i loro spazi di vita
Il concetto di “Spazio Difendibile” introdotto da Oscar Newman sottolinea l’importanza del ruolo attivo delle comunità nella prevenzione della criminalità. Secondo Newman, la polizia da sola non può garantire la sicurezza di una città; è necessario un impegno collettivo da parte dei residenti per mantenere sicuri e ben curati i loro spazi di vita.
Newman sostiene che le persone tendono a prendersi cura e a proteggere gli spazi in cui si sentono personalmente investiti. Pertanto, una comunità che prova un senso di proprietà e responsabilità nei confronti del suo ambiente sarà più propensa a mantenere quell’ambiente sicuro e ben tenuto.
Il vandalismo e le finestre rotte persistono in certe aree perché i residenti non si sentono abbastanza coinvolti o non si preoccupano abbastanza del danno. Anche se le finestre rotte vengono riparate, se la comunità non si impegna a mantenere l’area sicura, il degrado può ripetersi.
La negligenza dei residenti nei confronti di fenomeni come le finestre rotte è indicativa di una mancanza di interesse per il benessere della comunità. Questo atteggiamento può essere risolto incoraggiando un maggiore senso di appartenenza e responsabilità tra i membri della comunità.
È importante che tutti i residenti si sentano responsabili della manutenzione e del benessere del loro quartiere, non solo le forze dell’ordine o le autorità comunali.
Concludendo: pro e contro
In sintesi, la teoria della finestra rotta ha avuto un impatto significativo sul pensiero criminologico e sulle politiche di ordine pubblico, specialmente nelle aree urbane. È stata utilizzata per giustificare un approccio più aggressivo alla prevenzione della criminalità, ponendo l’accento sulla repressione dei reati minori e sulla manutenzione dell’ordine pubblico.
Pro della teoria:
- Prevenzione del crimine: secondo la teoria, affrontare i piccoli problemi prima che diventino grandi può aiutare a prevenire crimini più gravi. Questo approccio può essere particolarmente efficace in aree urbane dove piccoli atti di vandalismo e disordine possono rapidamente degenerare.
- Ripristino dell’ordine civico: la teoria sostiene che mantenere gli spazi pubblici puliti e ordinati può migliorare la qualità della vita per tutti gli abitanti di una comunità, aumentando il senso di sicurezza e benessere.
- Sensibilizzazione comunitaria: la teoria può incoraggiare i residenti a prendersi più cura della propria comunità, promuovendo la responsabilità civica e l’impegno comunitario.
Contro della teoria:
- Mancanza di evidenza empirica: nonostante la popolarità della teoria, l’evidenza empirica del suo successo è controversa. Alcuni studi non hanno trovato una correlazione chiara tra il mantenimento dell’ordine e la riduzione della criminalità.
- Possibili abusi: l’applicazione aggressiva della teoria della finestra rotta può portare a tattiche di polizia pesanti, come la profilazione razziale e l’arresto per reati minori, che possono danneggiare le relazioni tra la polizia e la comunità.
- Ignora le cause profonde del crimine: la teoria della finestra rotta si concentra sui sintomi del crimine piuttosto che sulle sue cause profonde, come la povertà e la disuguaglianza sociale. Questo può portare a politiche che trattano solo i sintomi senza affrontare le cause strutturali del crimine.
In conclusione, mentre la teoria della finestra rotta offre una prospettiva interessante sulla prevenzione di comportamenti anti-sociali, incivili e della criminalità, è importante considerare sia i suoi benefici potenziali che le sue limitazioni. Come con qualsiasi approccio alla politica criminale, è essenziale bilanciare l’obiettivo di prevenire la criminalità con il rispetto dei diritti civili e la promozione della giustizia sociale.
Riferimenti per un approfondimento
- James Q. Wilson/George L. Kelling, “Broken Windows, The police and neighborhood safety”, 1982 – l’articolo originale in cui è stata formulata la teoria della finestra rotta.
- Kelling, G.L., & Coles, C.M. (1996). Fixing Broken Windows: Restoring Order and Reducing Crime in Our Communities. New York: Free Press. Questo libro approfondisce la teoria della finestra rotta e discute strategie per prevenire la criminalità.
- Newman, O. (1972). Defensible Space: Crime Prevention Through Urban Design. New York: Macmillan. Questo libro introduce il concetto di “spazio difendibile” e sottolinea l’importanza del coinvolgimento della comunità nella prevenzione della criminalità.
- Wacquant, L. (1999). Les Prisons de la misère. Parigi: Raisons d’agir. Wacquant offre una critica della teoria della finestra rotta, sostenendo che lega insieme comportamenti incivili e criminalità in un modo che non è sempre giustificato.
- De Giorgi, A. (2000). Zero tolleranza. Strategie e pratiche della società di controllo. Roma: DeriveApprodi. Questo libro analizza la teoria della finestra rotta e le politiche di “tolleranza zero” da una prospettiva critica.
- S. Austrup, “The person behind the broken window, The influence of the environment and personality on undesired behavior”, 2011, Department of Psychology & Communication of Risk and Safety, University of Twente
- William J. Bratton/G. L. Kelling , “Why We Need Broken Windows Policing”, 2015
- Giuseppe Paolone, “Contrattualizzare la sicurezza urbana”
- J. Van der Weele ,”The Broken Windows Effect”, 2017, University of Amsterdam
Argomento correlato
Termine derivato dalla parola greca “evergetes”, che significa “benefattore”. Questo concetto si riferisce alla pratica diffusa nell’antichità, soprattutto nel mondo greco-romano, in cui individui ricchi o potenti (come nobili, politici o commercianti di successo) donavano fondi per la realizzazione di opere pubbliche, come la costruzione di edifici, monumenti, strade o infrastrutture. Queste donazioni erano spesso fatte in cambio di prestigio sociale, riconoscimento politico o per l’ottenimento di benefici futuri. L’evergetismo era un modo per i ricchi di contribuire al bene della comunità e, allo stesso tempo, di guadagnare prestigio e influenza. Queste pratiche erano spesso formalizzate e riconosciute legalmente, e potevano anche essere usate come un mezzo per evitare possibili conflitti sociali, poiché aiutavano a redistribuire la ricchezza e a fornire servizi pubblici essenziali.
L’evergetismo, se applicato nel contesto moderno di mantenimento e miglioramento del decoro di una città, può prendere diverse forme. Potrebbe includere la sponsorizzazione di progetti di pulizia urbana, la manutenzione di parchi pubblici, la ristrutturazione di edifici storici o di interesse culturale, o l’installazione di opere d’arte pubbliche.
Ecco alcuni esempi su come l’evergetismo può essere applicato:
- Ristrutturazione di edifici storici: gli individui o le aziende possono donare fondi per la ristrutturazione e la manutenzione di edifici storici o di interesse culturale. Questo non solo migliora l’estetica della città, ma contribuisce anche alla conservazione del suo patrimonio culturale.
- Pulizia e manutenzione di spazi pubblici: un’altra forma di evergetismo può essere la sponsorizzazione di progetti di pulizia urbana o la manutenzione di spazi pubblici come parchi, piazze e strade. Questo può includere la riparazione di infrastrutture danneggiate, come le “finestre rotte”, per migliorare l’aspetto generale della città.
- Installazione di opere d’arte pubbliche: le donazioni possono essere utilizzate per commissionare o installare opere d’arte pubbliche, come sculture, murales o installazioni luminose. Questo può migliorare l’estetica della città, promuovere l’arte locale e creare spazi pubblici più interessanti e coinvolgenti.
- Creazione di infrastrutture verdi: l’evergetismo può anche essere utilizzato per finanziare la creazione di infrastrutture verdi, come giardini sul tetto, pareti verdi, parchi urbani o corsi d’acqua ripristinati. Questo può non solo migliorare l’aspetto della città, ma può anche avere benefici ambientali, come il miglioramento della qualità dell’aria e la riduzione delle temperature urbane.
In tutte queste forme, l’evergetismo può giocare un ruolo importante nel migliorare il decoro urbano, promuovere un senso di comunità e orgoglio, e contribuire alla qualità della vita all’interno della città.
Rigenerazione Urbana ed Inclusione sociale digitale
“La Cultura rappresenta un’importante leva strategica per la formazione di una nuova coscienza collettiva, per la creazione di un sistema-territorio integrato…”
Un programma che si sostiene sulla tesi secondo la quale un maggior coinvolgimento delle comunità nei processi di rigenerazione urbana è il fattore chiave per un’innovazione sociale nei servizi e nella fruizione degli spazi pubblici.
Rispondi