In molti Paesi la fantascienza non è un’evasione, ma una palestra del pensiero. Serve a immaginare ciò che ancora non esiste, a trasformare la paura del domani in linguaggio condiviso. Negli Stati Uniti la scienza diventa cinema, in Giappone diventa catarsi, in Corea e in Francia diventa critica sociale o poesia visiva. Da Star Wars a Ghost in the Shell, da Matrix a Snowpiercer, il futuro è diventato un mito collettivo, un esercizio di visione. E l’Italia? Noi abbiamo custodito la memoria, ma abbiamo smesso di immaginare. Abbiamo avuto Leonardo, Bruno, Campanella, Galileo, menti capaci di vedere oltre il loro tempo, ma pochi capaci di tradurre quel genio in racconto, in cinema, in visione popolare. E ancora oggi, mentre le università americane spiegano la fisica quantistica attraverso Interstellar o Ant-Man, noi ci perdiamo in mostre e convegni che parlano di scienza senza farla immaginare. Forse non ci manca la creatività, ma il coraggio di raccontarla. Abbiamo imparato a ricordare, non a prevedere. E il nostro futuro, come uno specchio coperto di polvere, aspetta solo di essere guardato di nuovo.
La Tempesta informativa
Come nasce, si propaga e si dissolve una notizia nell’era della percezione (Caso di studio: il presunto “piano segreto di Berlino” pubblicato sulla rete da stampa online) Nel giro di poche ore, una notizia esplode in rete: la Berliner Zeitung rivela un documento “top secret” secondo cui gli ospedali di Berlino, in caso di guerra, curerebbero prima i militari e solo alla fine i civili. InsideOver la rilancia in Italia con toni drammatici. Sui social, il titolo fa il resto: “ ... Piano shock. I civili ultimi a essere curati”. La tempesta informativa è servita. Eppure, dietro il clamore c’è un fatto reale ma molto diverso: un documento di lavoro per la resilienza sanitaria, non un piano che decide chi deve vivere o morire. Capire come nasce una notizia del genere e come analizzarla significa imparare a navigare nella tempesta mediale del nostro tempo. Si chiama OSINT: Open Source Intelligence. È la bussola cognitiva dell’era digitale.
La gente non acquista l’arte. Acquista l’artista.
Oggi non basta creare, bisogna significare. Nel mondo saturo di immagini e algoritmi, l’opera non è più il centro: lo è chi la genera. L’artista è diventato la sua stessa opera: un codice vivente di valori, sensibilità e visioni. Chi compra arte non cerca un oggetto da appendere, ma un frammento di identità, un modo per dire “io appartengo a questo mondo di senso”.
Possiamo cambiare il partito, ma non cambia il governo
La maggioranza silenziosa non è composta da apatici, ma da cittadini che hanno capito una cosa semplice e inquietante: in Italia si può cambiare il partito, ma non la politica di governo. Il sistema resta lo stesso: cambiano i volti, non le scelte. E così, mentre i fanatici ideologici continuano a votare “per appartenenza”, la gente normale, quella che lavora, che osserva, che si informa si è ritirata dal gioco. Non per rassegnazione, ma perché ha capito che la posta in palio è ormai solo simbolica.
Quando Leone XIII capì la rivoluzione industriale
In un tempo in cui le ciminiere oscuravano il cielo e la fede sembrava cedere il passo alle macchine, un pontefice anziano comprese che la Chiesa doveva cambiare linguaggio. #LeoneXIII non si chiuse nella nostalgia del passato, ma guardò in faccia la modernità: fabbriche, operai, salari, ingiustizie. Con l’enciclica #RerumNovarum (1891) aprì una nuova via, quella della dottrina sociale della Chiesa, cercando equilibrio tra capitale e lavoro, tra progresso e dignità umana. Fu il primo Papa a capire che la vera sfida non era la rivoluzione industriale, ma l’Uomo dentro la Rivoluzione. Oggi, nel cuore della quarta rivoluzione industriale, potremmo dire che il mondo attende idealmente un nuovo Leone: non un pontefice di pietra, ma un simbolo di lucidità morale e di discernimento spirituale. #RivoluzioneIndustriale #EticaESocietà #FedeEModernità #ProgressoUmano
Boccaccio e Napoli
Sono napoletano, e per questo ne scrivo su Giovanni Boccaccio e Napoli. Mi ha colpito quanto poco si parli della sua Napoli: la città che lo ha formato, sedotto e, in fondo, cambiato per sempre. Non la Napoli delle cartoline, ma quella del Trecento angioino: un crocevia di saperi, di lingue e di contraddizioni, dove si respirava insieme incenso e salsedine, diritto e poesia, teologia e commercio. Fu in quella città, viva e complessa come la vita stessa, che il giovane Boccaccio smise di essere soltanto un mercante e divenne narratore dell’animo umano. E da lì nacque, molti anni dopo, il Decameron: il primo grande laboratorio della narrativa moderna dell’Occidente.
Quando la democrazia si fa impero
Perché quando pensiamo alla parola democrazia immaginiamo subito l’Occidente? E perché ogni altra forma di autogoverno, consenso o partecipazione ci sembra “meno democratica”? Forse perché, più che un sistema politico, la democrazia è diventata una narrazione di potere: una lente attraverso cui l’Occidente continua a guardare il mondo, … e a legittimare solo sé stesso.
Olocrazia multipolare. La Russia come ponte tra declino europeo e ascesa asiatica
La Russia è Eurasia per geografia, ma per secoli si è sentita Europa: da Bisanzio a Pietro il Grande, fino all’intellighenzia ottocentesca in conversazione con Parigi e Berlino. Quel riconoscimento, però, non è mai arrivato davvero: per l’UE, Mosca è rimasta soprattutto serbatoio energetico. La guerra in Ucraina e le sanzioni hanno chiuso la partita:... Continua a leggere →
Governance olocratica ?
Il mondo non si lascia più leggere con le vecchie lenti. Non siamo più nell’epoca dell’impero unipolare, né in quella della guerra fredda tra due blocchi, né tantomeno nel multipolarismo classico fatto di potenze che competono ognuna per sé. La complessità del XXI secolo non si dispone a piramide, ma a reticolo.Potenze economiche, tecnologiche, demografiche... Continua a leggere →
La Città Attiva
Ci sono parole che, a prima vista, appartengono a mondi diversi ma che, quando si incontrano, rivelano un legame profondo. “Attiva” è una di queste. Nel linguaggio della città indica il movimento, la salute, la vita che anima gli spazi; nel linguaggio civile, la partecipazione, la responsabilità, la consapevolezza. Quando questi due significati si incontrano, nasce un’idea di città che non è solo un luogo da abitare, ma un ecosistema da far vivere.
L’anello debole della rivoluzione AI
Ogni epoca ha la sua bolla. Negli anni Novanta bastava un suffisso “.com” per gonfiare i titoli in Borsa; oggi basta la sigla “AI” per scatenare entusiasmi e miliardi di investimenti. The Telegraph e il Wall Street Journal avvertono di euforie simili a quelle della bolla dot.com, il MIT stima che il 95% dei progetti... Continua a leggere →
Droni, occhi e algoritmi
Un drone che decolla dal tetto di un commissariato non è fantascienza: è la scena da cui parte il nostro viaggio tra occhi elettronici e algoritmi. Ma la destinazione non è la sorveglianza: è la Città Digitale — gemello digitale, centrale operativa virtuale e IA decisionale (non generativa) per prevenire rischi, coordinare soccorsi, gestire eventi complessi. Parlo di casi reali, di come funziona Nova e di perché la governance dei dati farà la differenza. #CittàDigitale #SicurezzaUrbana #IAdecisionale #DigitalTwin #Droni
Il futuro della sicurezza urbana
Le città del futuro vivranno due volte: una nei nostri quartieri, l’altra nei loro gemelli digitali. Queste copie virtuali, alimentate da sensori e intelligenza artificiale, possono prevedere alluvioni, gestire emergenze, difendere spazi pubblici. Da Atene a Houston, i primi esempi mostrano come un “doppio digitale” possa salvare vite. Ma più dati significa anche più rischi: cyber-attacchi, sorveglianza perenne, perdita di fiducia. Alla fine la scelta è nostra: usare i gemelli digitali come specchio della paura, o come bussola di fiducia e resilienza. ⟶ Scopri come l’IA sta già trasformando i gemelli digitali nella “città che pensa”. #CittàGemellaDigitale #SmartCity #DigitalTwin #IA #AI #SicurezzaUrbana #ProtezioneCivile #Resilienza #Cybersecurity #GemelloDigitale #InnovazioneUrbana #TecnologiaUmanistica #FutureCity #UrbanInnovation #CityResilience #DigitalTransformation
Intelligenza Artificiale per il Bene Comune
Dopo quasi quattro anni di dialogo con l’IA ho capito una cosa semplice: siamo solo agli inizi. Questi strumenti possono amplificare il digital divide culturale e l’analfabetismo funzionale, oppure aiutarci a superarli. Sta a noi decidere se usarli per ridurre l’Umanità a spettatrice passiva o per renderla protagonista di un pensiero più profondo. #IntelligenzaArtificiale #BeneComune #CulturaDigitale #DigitalDivideCulturale #AnalfabetismoFunzionale #EducazioneDigitale #Umanità #PensieroCritico #TecnologiaEtica #Futuro
Lingua aliena e pensiero quantistico
Mi capita spesso che non sono solo i saggi di filosofia o gli articoli accademici a darmi le intuizioni più forti, ma anche i film e le serie con un loro certo cultural placement. La fantascienza, in particolare, riesce a trasformarsi in un laboratorio di idee: Arrival, Blade Runner, Matrix o più recentemente Invasion mettono in scena domande che vanno oltre lo schermo, toccando la dimensione noetica, quella che riguarda il pensiero e la coscienza E allora mi sono chiesto: perché, in Invasion, è proprio una giapponese a capire come ragionano gli alieni? E cosa ci dice questo sul modo in cui lingue e culture modellano i nostri pensieri? Se la programmazione informatica classica è figlia dell’alfabeto, la computazione quantistica potrebbe essere considerata figlia degli ideogrammi? #culturalplacement #cinema #narrativa #riflessione #connessioniinvisibili #contenutidiscopo #computazionequantistica #programmazione #algoritmi #nuovolinguaggio #nuovopensiero
Il parco che Napoli non conosce
Napoli non è solo mare e Vesuvio. Sopra i palazzi e il traffico si estende un Parco Metropolitano di oltre 2.200 ettari: il Parco delle Colline di Napoli. Dentro custodisce la ZSC IT8030003 “Collina dei Camaldoli”, riconosciuta dall’Unione Europea nella Rete Natura 2000. Un polmone verde e una soglia simbolica tra città e silenzio, dove la geologia diventa storia urbana: dal piperno cavato tra Pianura e Soccavo sono nati portali, chiese, mura. Eppure questo patrimonio resta ai margini dell’immaginario cittadino e torna “visibile” soprattutto d’estate, quando il fumo degli incendi ne ridisegna dolorosamente il profilo nel cielo di Napoli. ⟶ Continua a leggere l’analisi completa
L’armamento sbagliato
Non è verosimile un’invasione convenzionale russa dell’Europa: i numeri demografici e i limiti logistici lo dimostrano. Eppure miliardi vengono destinati a carri e missili, mentre la vera guerra, quella digitale, economica e cognitiva, è già qui e ci trova scoperti. Ieri un attacco informatico ha paralizzato gli aeroporti di Heathrow, Bruxelles e Berlino. Check-in bloccati, sistemi in tilt, migliaia di passeggeri a terra. È questo il volto della nuova guerra reale: invisibile, digitale, capace di colpire infrastrutture vitali senza sparare un colpo. Eppure l’Europa continua a spendere centinaia di miliardi in carri armati e missili, come se la minaccia fosse un’invasione convenzionale. #CyberSecurity #GuerraIbrida #Difesa #Europa #DecimoUomo
Blockchain e voto …
Immaginate un futuro prossimo. È sera e un cittadino qualunque, dal suo smartphone, partecipa a un referendum nazionale. Non deve fare file, non deve temere brogli: il suo voto viene registrato su una blockchain pubblica, sicura quanto le transazioni bancarie che regolano l’economia globale. La mattina dopo, i risultati sono già visibili, verificabili da chiunque. Non c’è spazio per sospetti o manipolazioni: i dati sono lì, immutabili, davanti a tutti. In quel gesto semplice, un click certificato come un contratto digitale, la democrazia ritrova la sua promessa originaria: dare voce ai cittadini, senza mediazioni opache.
Il Paradosso della Carta
I giornali vendono sempre meno, ma continuano a scrivere il copione del nostro mondo. Le prime pagine dettano i titoli dei TG, i social amplificano, e noi finiamo per parlare tutti delle stesse cose. È l’effetto di salienza: ciò che vediamo ovunque ci sembra più importante, anche se non lo è davvero. Domani? Saranno gli algoritmi a scegliere per noi cosa vedere: imparare a riconoscere queste dinamiche è il primo passo per non subirle. #ParadossoDellaCarta #AgendaSetting #MediaLiteracy #EffettoDiSalienza #Informazione #Comunicazione #Giornalismo #Consapevolezza #Algoritmi #SocialMedia #TV #News
Chief of War. Quando l’Oceano smise di essere innocente
Hai mai passeggiato tra le palme delle Hawaii pensando di trovarci solo spiagge e sorrisi? Chief of War di Jason Momoa apre un varco nella memoria, mostrando il momento non così remoto in cui l’oceano smise di essere una barriera protettiva e divenne porta per la conquista. Tra guerrieri, mana, sandalo e missionari, questa serie restituisce la voce ai nativi hawaiani, sfidando l’immagine patinata del “paradiso turistico”. Un atto di storia, memoria e denaro.
Prove Me Wrong. Uccidere il Messaggero non cambia il Messaggio
Troppo spesso giudichiamo il messaggero prima del messaggio. Se non ci piace chi parla, rigettiamo le sue idee. Se lo idolatriamo, le accettiamo senza pensarci. Nel mio nuovo articolo mostro come questo meccanismo, dal caso Kirk al modello cinese, fino all’IA, ci impedisce di confrontarci davvero con i contenuti. Bias cognitivi (Halo effect, bias di attribuzione, affect heuristic, affective numbing), Antropologia e sociologia (enemy image, capro espiatorio, perdita dello spazio pubblico deliberativo), Filosofia e IA (fusione di orizzonti, neutralità apparente delle macchine). Tu come reagisci quando il messaggero non ti piace? Riesci a valutare il contenuto senza farne una questione di identità?
False Flag. Quando l’Ombra Cambia Bandiera
Un tempo erano i corsari, come Francis Drake, a issare la bandiera sbagliata per sorprendere il nemico. Oggi le bandiere sono digitali: spoofing GPS, droni, deepfake e campagne social. Il false flag non è una teoria del complotto: è uno stratagemma antico, usato per manipolare percezioni, creare un casus belli o scatenare una reazione. Dalla stazione radio di Gleiwitz alle guerre ibride contemporanee, fino alla guerra cognitiva: la sfida è distinguere il vero dal finto, prima che sia troppo tardi. Nel nuovo articolo trovi anche una cassetta degli attrezzi cognitivi ispirata al metodo CIA, per imparare a leggere le notizie, riconoscere le trappole narrative e difenderti dalla manipolazione. #FalseFlag #GuerraCognitiva #Disinformazione #EW #OSINT #CriticalThinking #CulturaDigitale
Pace giusta o pace impossibile?
oltre l’ideologia della pace Pace giusta o pace impossibile? La riflessione parte da un presupposto essenziale: la Russia vede le proprie mosse come difesa della sicurezza nazionale, non come pura aggressione. Senza accettare questa premessa, tutto il ragionamento vacilla. Secondo Johan Galtung, una pace giusta va oltre il semplice cessate il fuoco: richiede che le... Continua a leggere →
IA e Coscienza. Specchio, imprinting, possibilità
L’intelligenza artificiale è davvero solo calcolo e algoritmi, oppure può riflettere qualcosa che somiglia alla nostra coscienza? Parto da uno spunto offerto dalla psicologa Gabriella Tupini: come un bambino senza ambiente umano non sviluppa pienamente la coscienza, così anche l’IA cresce dentro un ecosistema che siamo noi a costruire con i nostri dati, i nostri bias e le nostre sensibilità. La vera domanda non è se l’IA avrà mai un’anima, ma quale coscienza nascerà dall’impronta che le stiamo lasciando. Un imprinting che può amplificare le nostre ombre o aprire strade inedite. #IntelligenzaArtificiale #Coscienza #Psicologia #Imprinting #EticaDigitale
AI veggente?
L’AI è veggente? Sempre più persone immaginano l’intelligenza artificiale come un oracolo capace di svelare segreti e predire il futuro. Ma in realtà l’AI non fa profezie: elabora dati, riconosce schemi, accelera analisi. Il problema non è la macchina, ma i nostri bias cognitivi e il digital divide culturale che ci porta a vederla come magia invece che come strumento. #AI #ComunicazioneDelRischio #DigitalDivide #CampiFlegrei #BiasCognitivi
La nuova grammatica della comunicazione del rischio …
Quando il rischio non è più uno solo: imparare a riconoscere la catena, non solo l’evento. Viviamo in un mondo dove una scossa può diventare una frana, la frana può causare blackout, il blackout isolare interi quartieri: è la logica del rischio a cascata. Per questo la comunicazione del rischio deve cambiare. Non basta informare, serve coinvolgere continui... mantenere viva la conversazione, strutturando il rischio tramite storie, immagini, esperienze. Citando la ricerca, le narrazioni costruiscono impalcature mentali, riducendo i bias cognitivi che ci illudono di essere meno vulnerabili (UNDRR 2022). Solo così si costruisce fiducia, si fa crescere resilienza, si passa da “allarme” a cultura condivisa. #cascadinghazard #comunicazioneriski #engagementcontinuativo #campiflegreisottosopra #storytelling
l’AI ai Campi Flegrei. Un orecchio digitale sta cambiando la sorveglianza del vulcano
Grazie a un modello di Intelligenza Artificiale (PhaseNet) i ricercatori hanno ricostruito oltre 54.000 microterremoti (2022–2025), disegnando una mappa ad alta definizione della caldera. Cosa emerge: > un anello di sismicità a profondità limitate (~2–~3,7 km); >> un cluster molto superficiale (≈0–~2 km) sotto Pozzuoli–Solfatara–Pisciarelli; >>> segnali ibridi legati a gas/fluidi a <1 km. 👉 Non significa “eruzione imminente”: lo studio non osserva evidenze dirette di risalita di magma. Ma è cruciale per la Protezione Civile: meno rumore, più segnale; decisioni e comunicazione più mirate. #CampiFlegrei #AI #Vulcani #Bradisismo #ProtezioneCivile #CulturaDelRischio #Scienza
Civil War e l’inverno della Storia
In questa riflessione, uso il film "Civil War" di Alex Garland come lente visiva sul Quarto Turno: la crisi ciclica descritta da Strauss & Howe che, secondo la cliodinamica di Peter Turchin, trova conferma nei dati (ineguaglianza, élite in eccesso, instabilità). È un'allerta concreta: quando il presente è governato da élite “analogiche” incapaci di leggere i flussi digitali, le lancette si bloccano, e la stagione della disintegrazione accelera.
IoMT. Quando la salute entra nella rete
L’Internet delle Cose… MedicheUn sensore che misura la glicemia minuto per minutoUn dispositivo che rivela aritmie in pochi secondiUn anello che assegna voti al nostro sonnoUn ospedale che parla con i robotUna casa che diventa un presidio sanitario Un tempo la medicina abitava tra le mura di un ospedale o nello studio del medico di... Continua a leggere →
L’astensione come linguaggio del vuoto
Chi non vota non è sempre apatico. Spesso è lucido, e rifiuta di comprare un “prodotto politico” che non corrisponde né al presente né all’immaginario di futuro. La politica continua a usare mappe vecchie, ma il territorio degli elettori è cambiato. Ecco perché il silenzio delle urne è un messaggio potente. Ma se l’astensione non spaventa chi governa, allora la democrazia rischia di diventare un gioco addomesticato: pochi fedelissimi sugli spalti e una maggioranza silenziosa che resta fuori dall’arena. #Astensione #Democrazia #PoliticaDeiContenuti